tag:blogger.com,1999:blog-48539108412421109062024-03-05T06:57:26.641+01:00KEMET: la voce dell'antico Egitto."Io sono tutta dell'Egitto e l'Egitto è tutto per me... è stato lui a scegliermi, non il contrario".Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.comBlogger329125tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-66267946517184557522021-03-20T08:00:00.003+01:002021-03-20T08:00:00.450+01:00Il mio nuovo libro: Immortali - Le mummie di uomini e donne dell'antico Egitto.<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"> Con questo post voglio inaugurare il nuovo blog. Ormai è passato circa un anno dal mio ultimo post ed è arrivato il momento per me di tornare a scrivere di antico Egitto. Dopo un anno di ricerca, passato per la maggior parte a leggere e a scrivere, posso finalmente preannunciare l'uscita del mio primo libro dedicato esclusivamente all'antico Egitto.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-p82dKgJbIQk/YFHwTMJiNII/AAAAAAAAHCk/M4SkDO1AFaMnIYXd3eedSDU7MFvi_VWqwCNcBGAsYHQ/s802/Immagine.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="802" data-original-width="569" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-p82dKgJbIQk/YFHwTMJiNII/AAAAAAAAHCk/M4SkDO1AFaMnIYXd3eedSDU7MFvi_VWqwCNcBGAsYHQ/s320/Immagine.jpg" /></span></a></div><div><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">In questo libro tratterò non solo i processi di mummificazione, ma analizzerò per voi la maggior parte delle mummie giunte fino ai nostri tempi da quel lontano passato. Il libro al momento è ancora in fase di elaborazione, sarà possibile acquistarlo probabilmente da luglio o al più tardi a settembre. Tuttavia, ho deciso, di regalarvi un piccolo estratto di uno dei capitoli. Buona lettura...</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: inherit;">La mummia di Tetishery:</span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Verso la fine della XVII
dinastia, la famiglia regnante tebana iniziò un processo di unificazione del
paese sotto il proprio potere. L’Egitto in quell’epoca era sotto il controllo
di una popolazione straniere, gli Hyksos. Tetishery era di origine popolana
ed era la moglie di Senekhtenra Ahmose, un potente sovrano. Ella sopravvisse a
suo marito per diversi anni, in particolare venne onorata durante le dinastie
del Nuovo Regno come madre della stirpe faraonica. La tomba è attualmente
sconosciuta.</span></div><p style="text-align: justify;"></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Questo corpo venne ritrovato
all’interno di una bara con i nomi di Ramses I. Oggi si pensa possa appartenere
proprio alla regina Tetishery. Fu solo quando il corpo venne completamente
sbendato che ci si rese conto che erano i resti di una donna anziana,
all’incirca 70 o 75 anni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Elliot Smith datò la mummia alla
XVII dinastia, poiché era palese che le tecniche di imbalsamazione fossero
quelle tipiche della prima parte di questa dinastia. Tuttavia, non fu in grado
di identificare l’identità della donna, che venne quindi soprannominata come “<i>unknown
woman B</i>”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La mummia, come molti altri corpi
reali, era stata gravemente danneggiata dai ladri quando l’avevano spogliata
dei gioielli che una volta indossava.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Questa donna sconosciuta era
ovviamente, come già accennato, una donna ovviamente anziana, visibilmente
calva e ciò che le rimaneva della sua chioma erano delle trecce bianche
intrecciate con capelli artificiali (foto).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La testa, spezzata dal corpo
(anche il braccio destro è rotto), è stata la prima ad essere esaminata. I
raggi X hanno mostrato la stessa forma del cranio vista in quattro generazioni
delle prime mummie del Nuovo Regno, in particolare le donne. Difatti ha una
testa ovale, corta, larga e con un mento appuntito. Sfortunatamente è difficile
procedere con delle misurazioni specifiche a causa dei frammenti ancora
presenti di una parrucca. Questa sola caratteristica poteva essere sufficiente
a suppore che si trattasse di Tetishery.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Il corpo presentava inoltre dei
denti particolarmente usurati e un molare addirittura aveva un’angolazione
insolita nella mascella, oltre ad una sporgenza mascellare particolarmente
marcata. In gergo, aveva i cosiddetti denti da coniglio. Caratteristiche
dentali che peraltro si possono ritrovare anche nei suoi discendenti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Si può notare inoltre che la
tecnica di mummificazione presenta una somiglianza evidente a quella utilizzata
sul corpo di Lady Ray. La pelle risulta annerita, come nella mummia di Nefertari
e il viso è coperto da resina. Sono presenti piccole perforazioni nei lobi
delle orecchie. La ferita di imbalsamazione misura circa 11,6 mm in lunghezza e
0,50 mm in larghezza. Manca il rivestimento perianale di resina, esattamente
come nel caso di Nefertari. I seni sono piccoli e sbilenchi. Manca la mano
destra.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-umLAdyF8bmw/YFHyaHF3N3I/AAAAAAAAHCo/TGycmb49VUIlZ5nLMSQTuJZszR4SduUbQCNcBGAsYHQ/s1527/Immaginef.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="772" data-original-width="1527" height="325" src="https://1.bp.blogspot.com/-umLAdyF8bmw/YFHyaHF3N3I/AAAAAAAAHCo/TGycmb49VUIlZ5nLMSQTuJZszR4SduUbQCNcBGAsYHQ/w640-h325/Immaginef.jpg" width="640" /></a></div><span style="font-family: inherit;"><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La bara che conteneva la regina
fu probabilmente realizzata durante la XXI dinastia, quando le mummie reali
furono nuovamente sepolte. Realizzato in sicomoro, probabilmente non venne costruito
appositamente per lei. Un foro sulla fronte indica la presenza, originariamente
di un Ureo, che forse è andato perduto o rubato.</span></div></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Il legno della bara è stato
ricoperto da uno strato di intonaco, poi dipinto e dorato. Poco di questa
colorazione è sopravvissuta e la superficie del sarcofago è stata gravemente
danneggiata.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">I sacerdoti della XXI dinastia
avevano chiaramente l’impressione che il corpo fosse quello di Ramses I,
scrissero così i suoi cartigli e non il nome della regina. Questo errore è da
imputare quasi sicuramente alla fretta con cui dovettero mettere in salvo
queste mummie.</span><o:p></o:p></p><br /><p></p>Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-85655756663177464512020-03-24T13:30:00.000+01:002020-05-22T13:29:35.945+02:00Gli scavi di Heracleion<br />
<div style="background: white; text-align: justify;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">Per secoli, le uniche prove
concrete dell'esistenza di Heracleion consistevano in una manciata di citazioni
all'interno di testi antichi, si diceva che ai tempi del suo massimo splendore,
negli ultimi anni del regno dei faraoni, Heracleion fosse un porto ricchissimo
grazie alla posizione geografica che ne faceva il punto d'accesso all'Egitto.
Si raccontava che, prima di scomparire circa milleduecento anni or sono sotto
le acque del Mediterraneo, la città fosse stata visitata anche da Elena di
Troia.<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; text-align: justify;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">Mentre ben pochi studiosi ne
mettevano in dubbio l'esistenza, la possibilità di ritrovarla era però
tutt'altro che certa, fino a quando nel 2000 Heracleion è stata riscoperta a
circa 6,5 chilometri di distanza dalla costa dell'attuale Egitto. Gli
archeologi stanno ancora rinvenendo tavolette, monete d'oro ed enormi statue
rimaste celate per secoli, che mostrano quanto tale sito fosse importante.<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; text-align: justify;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">Il ritrovamento di questa
città perduta non è stato semplice. I testi antichi localizzano Heracleion,
conosciuta anche come Thonis, vicino ad Alessandria, alla foce del Nilo, nel
punto in cui questo sfociava nel Mediterraneo, ma tutti coloro che avevano
tentato di rintracciarla erano finiti su un binario morto.<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; text-align: justify;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">Franck Goddio, presidente
dell'Istituto europeo di archeologia sottomarina, non si è lasciato
scoraggiare. Con l'aiuto della Commissione europea per l'energia atomica, ha
sviluppato un magnetometro a risonanza nucleare specifico per scandagliare il
fondo marino al largo della costa egiziana. Lo strumento rilevava gli oggetti
tramite i disturbi da essi creati al campo magnetico dei fondali, e nel 1999
Goddio ha trovato finalmente qualcosa. Nella baia di Abukir, sulla costa
settentrionale dell'Egitto, lo strumento ha riscontrato delle anomalie nei
sedimenti argillosi, un segno dei cataclismi che distrussero la città.
Heracleion e la vicina Canopo - un'antica Las Vegas che godeva di una pessima
fama a causa della sua dissolutezza - erano state fondate su uno strato sottile
di limo che ricopriva dell'argilla impregnata d'acqua. Una possibile teoria
suggerisce che uno tsunami, in aggiunta alla pressione esercitata dagli
edifici, abbia causato un drenaggio delle acque dall'argilla, facendo così
collassare il terreno e distruggendo le città. Qualunque sia stata la causa del
cedimento del terreno, si trattò comunque di un disastro annunciato. L'instabilità
del substrato che fungeva da fondamenta alle città le rendeva destinate alla
rovina.<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; text-align: justify;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>L'aiuto della scienza ha
condotto il team di ricerca fino alla città perduta, ma per avere la prova
definitiva che si trattasse proprio di Heracleion è stata necessaria
l'esplorazione diretta da parte dei sommozzatori: “Durante il primo anno abbiamo
trovato una cappella con delle incisioni, che apparteneva al tempio principale
della città”, dice Goddio. "I geroglifici hanno rivelato che tale tempio
era dedicato ad Amun-Gereb e sappiamo che questi era il dio adorato a Heracleion.
La scoperta di tale prova ci ha dato grande carica".<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; text-align: justify;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">Una volta identificato con certezza che si trattava di
Heracleion, sono cominciati gli scavi subacquei e ci si è rivolti all'OCMA, il
Centro per l'archeologia marina dell'università di Oxford, per studiare i
reperti rinvenuti. Nel corso del tempo, anche il team di Oxford è stato
coinvolto negli scavi.<o:p></o:p></span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">"C'è tutto il divertimento di un normale scavo a terra, ma
senza la parte noiosa della rimozione del terreno", dichiara Damian
Robinson direttore dell'OCMA. "Dovevamo attraversare uno strato di
cinquanta centimetri di sabbia e per farlo utilizzammo una draga".<o:p></o:p></span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">Questo strumento pompa verso il basso dell'acqua con una canna
posizionata su una barca in superficie e collegata a un tubo di plastica lungo
quattro metri. L'acqua viene immessa in un punto localizzato alla metà del tubo
di plastica e poi viene espulsa a un'estremità. Questo movimento dell'acqua
crea un'aspirazione all'altra estremità del tubo, permettendo la rimozione
della sabbia.<o:p></o:p></span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">"La visibilità era davvero scarsa", dice Robinson.
"C’erano giorni in cui si vedeva per qualche metro, altri solo qualche
centimetro, e tutto ciò in una città sommersa con una superficie di due
chilometri quadrati". Ma, nonostante la scarsa visibilità, la squadra è
riuscita a scattare alcune notevoli fotografie dei reperti sul fondo del mare.
Molte di queste immagini mostrano statue e steli, o iscrizioni, rinvenute nelle
rovine del tempio più importante della città.<o:p></o:p></span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">Questo complesso era il fulcro della vita urbana. "Il
tempio era enorme", afferma Goddio. "Era lungo 150 metri e costituiva
la base della vita sociale ed economica della città". Qui veniva
distribuito il cibo agli abitanti e venivano riscosse le imposte doganali da
tutti i battelli che entravano in Egitto. In questo modo il tempio era ricco e
potente".<o:p></o:p></span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/--SbUnlMETwE/Xse3PPKoQsI/AAAAAAAAG1A/2vR6s4F3_4IzvYP5_MDyd1VsHiO4uk84gCNcBGAsYHQ/s1600/heracleion-thonis-stele.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="439" data-original-width="825" height="340" src="https://1.bp.blogspot.com/--SbUnlMETwE/Xse3PPKoQsI/AAAAAAAAG1A/2vR6s4F3_4IzvYP5_MDyd1VsHiO4uk84gCNcBGAsYHQ/s640/heracleion-thonis-stele.png" width="640" /></a></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;"><br /></span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">"Abbiamo un'idea abbastanza precisa della struttura del
tempio. All'ingresso c'era una fila di statue: il faraone, la sua regina e
anche il dio Hapi, simbolo della piena del Nilo, sinonimo di ricchezza e
benessere. Hapi aveva sicuramente un'importanza particolare per questa città
alla foce del Nilo, dato che la sua statua è la più grande mai rinvenuta tra
quelle dedicate a tale divinità. Di solito erano statue piccole, ma la nostra è
alta cinque metri".<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; text-align: justify;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">Queste colossali statue del faraone, della regina e del dio Hapi
sono state estratte dagli archeologi per effettuare studi più approfonditi.
Sino a oggi gli archeologi hanno recuperato dal mare oltre cento statue e
frammenti di sculture, oltre a centinaia di statuette più piccole e un gran
numero di oggetti di minore importanza tra cui monete, vasellame e manufatti in
piombo, molti dei quali oggetto di studio da parte dei ricercatori di Oxford.<o:p></o:p></span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">Sono state anche rinvenute ulteriori statue in una diversa zona
del sito. "Nel 2012 abbiamo trovato le prove di un altro importante tempio
cittadino, più a nord rispetto all'altro, risalente a un periodo tra l'VIII e
il IV secolo avanti Cristo. Quindi a Heracleion ci furono due templi di
rilievo. Il primo fu distrutto da un disastro naturale, proprio come il resto
della città, oltre mille anni or sono, e in seguito venne ricostruito più a
sud. C'era talmente tanta ricchezza in questo luogo che nessuno decise di
andarsene".<o:p></o:p></span></div>
<div style="-webkit-font-smoothing: antialiased; -webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">Mentre gli archeologi sono all'opera per la sessione di scavi di
quest'anno l'aiuto di tecnologie quali il sonar determinerà dove è più indicato
scavare. Il sonar invia degli impulsi sott'acqua a partire da un'imbarcazione
in superficie e i reperti si riveleranno agli archeologi sotto forma di
anomalie negli echi riflessi. "Siamo guidati dai rilevamenti effettuati con
i magnetometri e con i sonar", afferma Goddio, "i quali ci mostrano
dove scavare. Ai ritmi di oggi, penso che i lavori in questa città
proseguiranno per secoli. Almeno lo spero". Quando Heracleion scomparve
nell'VIII secolo d.C., la sua epoca d'oro era già tramontata da tempo. L'ascesa
di Alessandria relegò Heracleion a un ruolo minoritario, e la città non riuscì
più a recuperare l'antico posto di rilievo nel commercio marittimo. Quando
sprofondò, era ormai ridotta a "un sito archeologico, una città già
abbandonata", dichiara Robinson. "Quanto accaduto non va paragonato
alla distruzione di Pompei a opera del Vesuvio nel 79 d.C., ma a un'ipotetica
distruzione della Pompei odierna".<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; text-align: justify;">
<span style="color: #201f1e; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 11.5pt;">In ogni caso, il fatto che la rovina sia avvenuta in un periodo
non florido, non modifica certo la sua importanza per gli archeologi. "La
città è stupefacente perché è un emporio, un porto dove si mescolavano il mondo
dei greci, dei persiani e degli egizi", dice Robinson. "Analizzando
il vasellame e addirittura la forma delle ancore, si può determinare la diversa
provenienza delle genti e il tipo di commercio in cui erano impegnate. Si
tratta davvero di un sito eccezionale". Un libro aperto, ma ancora da sfogliare.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-65191527441385227932020-01-19T18:00:00.000+01:002020-02-03T16:53:34.497+01:00La mummia al cinema<a href="http://3.bp.blogspot.com/_yTh0UHZ4_aY/S4c5jwluKgI/AAAAAAAAAJ8/YtjI7Bx3hi4/s1600-h/Karloff,%2520Boris%2520(Mummy,%2520The)_01.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5442381961201854978" src="https://3.bp.blogspot.com/_yTh0UHZ4_aY/S4c5jwluKgI/AAAAAAAAAJ8/YtjI7Bx3hi4/s200/Karloff,%2520Boris%2520(Mummy,%2520The)_01.jpg" style="cursor: hand; cursor: pointer; float: left; height: 200px; margin: 0 10px 10px 0; width: 164px;" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Le storie di morti viventi e di esseri che tornano dalla tomba sono sempre state una fonte inesauribile per il genere del terrore. Lo scenario dell'antico Egitto forniva inoltre un'aria di esotismo e di mistero alla pellicola. Fin dagli inizi del cinematografo, oltre un secolo fa, furono girati film sulle mummie, ma, sfortunatamente, non si sono conservati. Il più vecchio, è probabilmente, La mummia del re Ramesse, una pellicola francese del 1909. Circa due anni più tardi uscirono tre film intitolati <em>La Mummia</em>, uno francese, uno inglese e un altro americano. Si era aperta la strada verso il genere del terrore. Ma la pietra miliare intitolata anch'essa <em>la Mummia </em>(1932), che continua a essere un gioiello nel suo genere, è la pellicola interpretata da Boris Karloff (a sinistra) e diretta da Karl Freund. La magistrale interpretazione di Karloff non è stata mai superata. In seguito, furono realizzate numerose produzioni cinematografiche su questo tema, compresa una pellicola egiziana destinata a stimolare l'apprezzamento del passato storico e la sua conservazione. Il personaggio della mummia non è superato e ancora oggi, quando appare sul grande schermo, ci fa rabbrividire; l'essere che torna dall'aldilà spaventando vivi è sempre presente nella nostra immaginazione, forse perché unisce l'interesse e il fascino dell'antico Egitto con un tocco di orrore. Dopo la pellicola del 1932, furono creati sottoprodotti di bassa qualità che tentavano di far ridere o di spaventare lo spettatore. Il genere della commedia on si è addentrato molto nel tema della mummia, sebbene alcune pellicole riescano, pur non volendo , a far ridere. Nei film del terrore furono introdotte delle novità, come la creazione di un nuovo personaggio. Così, mentre ne la <em>Mummia</em> di Karloff, quest'ultima e il sommo sacerdote erano la stessa persona, nelle successive versioni il personaggio si sdoppia. Acquista maggiore importanza il sacerdote, che utilizza la mummia come strumento di vendetta, ed essa appare come un burattino o un automa al suo servizio. Questo fenomeno però non è presente nella versione più recente della <em>Mummia</em>, quella del 1999 diretta da Stephen Sommers, che unisce horror e commedia, in un risultato fresco e veloce.</div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-49002559998024431092020-01-01T15:00:00.000+01:002020-02-03T16:53:08.062+01:00La famiglia di Amenhotep III<div style="text-align: justify;">
Amenhotep III è stato uno dei più importanti faraoni non solo del Nuovo Regno, ma della storia egizia in generale. Grande costruttore, innovatore e faraone di rara grandezza, plasmò l'Egitto secondo il proprio volere. Costruì una nuova dimora a Malqata, sulla riva ovest del Nilo rispetto a Tebe, iniziando così quel distacco dal clero tebano che poi condusse suo figlio Akhenaton a quella famosa "eresia" che tutti noi conosciamo. Di Amenhotep e di suo figlio, così come di suo padre Thutmosis IV e di suo nonno Amenhotep II, si è scritto di tutto e tanto, ma chi erano gli atri membri della sua famiglia?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-4XBpLO8jMf8/VniKHl0XqhI/AAAAAAAAE2Q/8PNltyWRJNg/s1600/cr.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="340" src="https://1.bp.blogspot.com/-4XBpLO8jMf8/VniKHl0XqhI/AAAAAAAAE2Q/8PNltyWRJNg/s640/cr.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Tiaa</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Moglie di Amenhotep II e madre di Thutmosis IV. Diversi monumenti a Giza, Tebe e nel Fayyum sono riconducibili a lei, incluso del materiale usurpato alla suocera: Meryetra-Hatshepsut. Venne sepolta nella tomba KV32 (Amenhotep II), dove sono stati trovati diversi resti del suo corredo funerario. Per molto tempo si è creduto erroneamente che ella fosse la madre del faraone Siptah (XIX dinastia).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Mutemuia</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Moglie di Thutmosis IV e madre di Amenhotep III, nel tempio viene mostrata la divina nascita di suo figlio. Una statua che la raffigura è oggi conservata al British Museum, proveniente forse dal suo tempio funerario. Mutemuia è presente anche sui Colossi di Memnon e nella tomba di Heqareshu (TT226), dove è raffigurata in compagnia del figlio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-LNfXQeYEzrw/VniLSpj--pI/AAAAAAAAE2c/TuBYd3R2wo8/s1600/Immagine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="348" src="https://3.bp.blogspot.com/-LNfXQeYEzrw/VniLSpj--pI/AAAAAAAAE2c/TuBYd3R2wo8/s640/Immagine.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ty</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Moglie di Amenhotep III, la loro unione viene commemorata in una serie di scarabei detti del "<a href="http://www.egittoantico.net/2014/08/amenhotep-iii-e-i-suoi-scarabei.html" target="_blank"><b>matrimonio</b></a>"; madre di Akhenaton e di diversi principi e principesse reali, figlia di Yuya e Thuju. Conosciamo moltissimi reperti che la ritraggono con suo marito e anche diverse statue individuali. Ty venne raffigurata nelle tombe di Userhat (TT47), Kheruef (TT192) e Huya (TA1). Alcuni suoi ushabti vennero ritrovati nella tomba di Amenhotep III. Tuttavia alcuni indizi indicano che fu sepolta dapprima ad Amarna e poi nella KV55. Una ciocca dei capelli di Ty è stata ritrovata all'interno di un sarcofago in miniatura del re Tutankhamon. Sembra molto impobabile che la sua mummia sia quella ritrovata all'interno del nascondiglio nella tomba di Amenhotep II e che oggi viene chiamata "la dama anziana".</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Thutmosis, principe.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Figlio maggiore di Amenhotep III, sappiamo dal del materiale conservato a Saqqara che egli fu il primo sacerdote di Memphis. Una sua piccola statua è custodita al museo del Louvre, mentre una sua immagine mummiforme è conservata a Berlino, e infine, al Cairo, è conservato il sarcofago di un gatto che reca il suo nome. Probabilmente il principe morì durante la terza decade del regno di suo padre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Nebetiah</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Figlia di Amenhotep III, è stata raffigurata sui colossi di Medinet Habu.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Sitamun</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Moglie e probabile figlia di Amenhotep III, è raffigurata su una stele della sua nutrice, Nebetkabeny, proveniente da Abydos e su una sedia (<b><a href="http://www.egittoantico.net/2015/04/il-trono-della-principessa-satamon.html" target="_blank">leggi articolo</a></b>) proveniente dalla tomba dei suoi nonni materni, Yuya e Thuju, mentre, come moglie del re, è raffigurata su un disco oggi conservato ad Oxford. Probabilmente morì tra i trenta e i trentacinque anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Iset</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Figlia di Amenotep III e di Ty, venne rappresentata come moglie di suo padre su una statua oggi appartenente alla collezione G.Ortiz, di lei ci resta anche una placca di corniola, oggi conservata al Metropolitan Museum of Art di New York.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Henuttaneb</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Figlia di Amenhotep III e Ty, è raffigurata insieme ai suoi genitori e alle sue sorelle nel tempio di Soleb e sui colossi del tempio di Medinet Habu. Viene menzionata su una stele proveniente da Malqata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Baketaton</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Figlia più giovane di Amenhotep III e Ty, raffigurata insieme alla madre nella tomba di Huya ad Amarna. Una statua della principessa venne ritrovata in un'altra zona della stessa tomba.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Nefertiti:</b> leggi articolo, clicca <a href="http://www.egittoantico.net/2015/09/lenigmatica-nefertiti.html" target="_blank"><b>QUI</b></a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Kiya</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Moglie di Akhenaton, e convenzionalmente creduta figli di Tushratta, re dei Mitanni. Il suo nome è stato ritrovato su vari blocchi originari di Amarna, su dei vasi canopo e su altri reperti che vennero usurpati dalle figlie di Akhenaton. Probabilmente è anche la madre di Tutankhamon.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Principesse amarniane</b>: leggi articolo, clicca <a href="http://www.egittoantico.net/2015/01/le-sei-principesse-di-amarna.html" target="_blank"><b>QUI</b></a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Articolo basato sul libro di Aidan Dodson e Dylan Hilton: <a href="http://www.amazon.com/gp/product/0500288577/ref=pd_lpo_sbs_dp_ss_1?pf_rd_p=1944687582&pf_rd_s=lpo-top-stripe-1&pf_rd_t=201&pf_rd_i=0500051283&pf_rd_m=ATVPDKIKX0DER&pf_rd_r=0R6Y16EGS8TJ1BP5QKCQ" target="_blank">The Complete Royal Families of ancient Egypt</a> - edito da Thames & Hudson</div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-90703610231651608762019-12-08T23:00:00.000+01:002020-02-03T16:47:31.464+01:00In che direzione si leggono i geroglifici?<div style="text-align: justify;">
La scrittura egizia fu molto ricca, sia nei sistemi sia nella direzione seguita dei testi. La combinazione delle direzioni conferiva alla scrittura valore estetico, oltre ad alcune connotazioni religiose. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-9Y7gLlhd_to/XHHDBq676sI/AAAAAAAAGbA/mW4ywVUg-DQhAyK_c863hH01b95BLeocwCLcBGAs/s1600/Immagine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="772" data-original-width="1135" height="434" src="https://2.bp.blogspot.com/-9Y7gLlhd_to/XHHDBq676sI/AAAAAAAAGbA/mW4ywVUg-DQhAyK_c863hH01b95BLeocwCLcBGAs/s640/Immagine.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Gli scribi egizi conobbero e usarono diversi tipi di scrittura. In primo luogo vi furono quella geroglifica e il suo corsivo, lo ieratico; nella Bassa Epoca fu creato Il demotico, un corsivo dello ieratico. Infine si ricorse all'alfabeto greco per scrivere in copto. Alla complessità di queste forme di scrittura si univa il problema della direzione delle parole. Per sapere in quale verso è scritto un testo, bisogna osservare i segni di animali o persone: la direzione in cui guardano indica l'inizio. </div>
<div style="text-align: justify;">
La direzione dipendeva da diversi fattori. In principio si utilizzava, sia in geroglifico sia in ieratico, il sistema a colonne, in cui si scriveva da destra a sinistra, anche se era possibile alternare qualche colonna da sinistra a destra, e qualche fila, specialmente nei contesti funerari. A partire dal Medio Regno, si diffuse la scrittura in file e, con l'introduzione del demotico, da destra a sinistra, anche se il Libro dei Morti si continuava a scrivere ancora in colonne. </div>
<div style="text-align: justify;">
La direzione dipendeva anche da questione estetiche. A seconda dello spazio, si poteva scrivere in un senso o nell'altro. Generalmente influivano molto le idee religiose, come il rispetto per alcune immagini di divinità o di faraoni, e la necessità del defunto di leggere i testi nell'aldilà. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>La direzione della scrittura delle altre lingue </b></div>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine della storia dell'antico Egitto, si scriveva in copto o in latino, e da sinistra a destra. Dopo l'invasione degli arabi, gli egizi adottarono la lingua e la scrittura, con tratti e legature simili a quelle dello ieratico, e sì passò a scrivere da destra a sinistra come negli antichi testi faraonici. Le direzioni usate dagli egizi si possono trovare oggi nei diversi tipi di scrittura moderna, anche se è raro incontrarne uno che utilizzi vari versi. Nella maggior parte dei casi si scrive da sinistra a destra, in file, con alcune notevoli eccezioni, come gli ideogrammi cinesi e giapponesi, in colonna. Un altro caso è quello della lingua araba, che si scrive in file e da destra a sinistra come l'ebraico. </div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-51902770156612913172019-11-10T15:00:00.000+01:002020-02-03T16:47:16.302+01:00Traduzioni dalla tomba di Nefertari: corridoio discendente ovestLa volta scorsa vi ho fornito le traduzione della parete est, in questo articolo invece affronteremo la parte ovest; potrete notare come in sostanza i testi non cambino.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-LWURR9MHLEw/XHazpfiC6AI/AAAAAAAAGco/SJ1E8iNbem80EPVnt1KZyk0nRZ84YBjGACLcBGAs/s1600/53081106_2189419997974758_6544399208315617280_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1193" data-original-width="1101" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-LWURR9MHLEw/XHazpfiC6AI/AAAAAAAAGco/SJ1E8iNbem80EPVnt1KZyk0nRZ84YBjGACLcBGAs/s640/53081106_2189419997974758_6544399208315617280_n.jpg" width="590" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Qui Nefertari è davanti a Iside, a Nefti e ancora a Maat. “<i>Figlia di Ra, Signora del cielo, Sovrana delle Due terre</i>”. Il testo riferito a Iside, “<i>la grande, madre del dio, Signora del cielo, Sovrana di tutti gli dei</i>”, dice: “<i>Io ti do l’eternità come Ra</i>”.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dietro la grande Iside, sua sorella, la dea Nefti e Maat, il cui testo è uguale a quello di Maat, si possono difatti leggere per entrambe i titoli: “<i>Nefti/Maat, Signora del cielo, Sovrana delle Due terre</i>”. L’unica differenza si trova per un epiteto aggiuntivo di Maat: “<i>Figlia di Ra</i>”.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-KqBxKBDdeiY/XHa8ry2p0AI/AAAAAAAAGc0/8gdL6IT0l0otEzQ2136nfSQPOrJkw4X0QCLcBGAs/s1600/Immagine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1364" data-original-width="1560" height="558" src="https://4.bp.blogspot.com/-KqBxKBDdeiY/XHa8ry2p0AI/AAAAAAAAGc0/8gdL6IT0l0otEzQ2136nfSQPOrJkw4X0QCLcBGAs/s640/Immagine.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div>
<br /></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-18393754061343564262019-10-14T00:00:00.000+02:002020-02-03T16:47:02.919+01:00La mummia di Amenhotep III<div style="text-align: justify;">
Figlio di Thutmosi IV e della regina Mutemuia, Amenhotep sposò Ty, figlia di Yuya e Thuya, la cui tomba venne ritrovata nella Valle dei Re. Amenhotep fu un grande costruttore e inoltre ampliò notevolmente i templi di Karnak e Luxor. Tra i suoi monumenti ricordiamo particolarmente il tempio funerario situato sulla riva ovest e di cui oggi restano solo i <b><a href="http://www.egittoantico.net/2016/09/i-colossi-di-memnone.html" target="_blank">colossi di Memnon.</a></b> La sua tomba è numerata come la WV22, ubicata nella Valle ad Ovest.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>La mummia:</b> Ritrovata nella tomba di Amenhotep II nel 1898 da Victor Loret. Conservata al Museo del Cairo, numero di reperto: 6349A.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-xkeRO-Xmb1U/XHcCTGURsFI/AAAAAAAAGdA/LJxWgzsCNJMfdV659wJ9PMtvXguwGY6cACLcBGAs/s1600/Immagine.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="1600" height="220" src="https://1.bp.blogspot.com/-xkeRO-Xmb1U/XHcCTGURsFI/AAAAAAAAGdA/LJxWgzsCNJMfdV659wJ9PMtvXguwGY6cACLcBGAs/s640/Immagine.png" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I sacerdoti della XXI dinastia scrissero il nome di Amenhotep III non solo sul sarcofago in cui alloggiarono la mummia ma anche sulle bende, che vennero rimosse da Elliott Smith il 23 settembre del 1905. Egli rivelò numerosi danni: la testa è staccata, manca la parte anteriore del corpo, tutti gli arti sono danneggiati e praticamente nessuno dei tessuti molli è rimasto attaccato al corpo. Rendendo quindi la mummia di Amenhotep III quella conservata peggio tra le mummie reali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Smith ebbe notevoli difficoltà a fissare pertanto l’età del re al momento del decesso, stimabile probabilmente fra i quaranta o i cinquant'anni. Esami più recenti hanno stabilito che l’età della morte era più vicina ai cinquanta che ai quaranta. Inoltre, si è potuto stabilire anche che il re soffrisse di obesità. </div>
<div style="text-align: justify;">
Gli imbalsamatori utilizzarono una nuova tecnica durante la preparazione del corpo: impacchettarono una pasta resinosa e pezzi di lino sotto la pelle, che furono poi modellati in un estremo tentativo di ripristinare un aspetto realistico.</div>
<div style="text-align: justify;">
In particolare i denti sono stati riscontrati in pessimo stato, probabilmente il re soffrì di enormi pene negli ultimi anni della sua vita a causa di un ascesso molto grave. Il faraone era alto circa 1,56 cm.</div>
<div>
<br /></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-31482553597318390692019-09-05T19:00:00.000+02:002020-02-03T16:46:21.368+01:00La lettera di Pepi II a Herkhuf: un nano fortunato<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbdOil2cZmR2gpAJ8xuNt9K_IILbA0ptolJx08L6OyFfq4Q4FdBmIeZA29Mag0_teiRoOlyeHcoLdgAobjR7FaNYhWGGe3XxVm0C_b8QFKUQZJk-w1OAV_ni6qtUPhzJOu2O6OWJqYx84Q/s1600/Scan.BMP.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbdOil2cZmR2gpAJ8xuNt9K_IILbA0ptolJx08L6OyFfq4Q4FdBmIeZA29Mag0_teiRoOlyeHcoLdgAobjR7FaNYhWGGe3XxVm0C_b8QFKUQZJk-w1OAV_ni6qtUPhzJOu2O6OWJqYx84Q/s1600/Scan.BMP.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
Herkhuf, vissuto durante la VI dinastia, venne sepolto ad Assuan. Nella sua tomba sono presenti numerose immagini della sua vita e delle spedizioni condotte in Nubia. Tra le tante scene, spicca su tutte, l'incisione di una lettera di <a href="http://www.egittoantico.net/2015/12/pepi-ii-il-regno-piu-lungo.html" target="_blank"><b>Pepi II</b></a> indirizzata proprio ad Herkhuf, in cui il giovane re raccomanda ogni sorta di premura per un pigmeo (nano), catturato durante una spedizione e che viaggiava con l'esploratore verso la terra del Nilo. Andiamo quindi a leggerne la traduzione:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 1/a</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>Anno di Regno 2, mese 3 dell'Inondazione, giorno 15. Decreto reale per il Compagno Unico, sacerdote lettore, sovrintendente degli interpreti Herkhuf. Si è conosciuta...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 1/b</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...la parola di questa tua lettera che tu hai fatto presso il re per il Palazzo, per far si che si conoscesse che tu sei sceso...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 1/c</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...in pace da Iam insieme con l'esercito che era con te. Tu hai detto in questa tua lettera che...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 2/a</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...hai portato ogni dono grande bello che diede Hathor, signora di Imaau, per il Ka di...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 2/b</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...Re dell'Alto e del Basso Egitto Neferkara possa egli vivere eternamente fino alla eternità. Tu hai detto in questa tua lettera che hai portato un nano...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 2/c</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...delle danze del dio della terra degli Spiriti, copia del nano che portò il portasigilli del dio...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 3/a </b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...Baurdjed da Punt al tempo di Isesi. Tu hai detto alla mia maestà che mai accadde che venisse portato...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 3/b</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...una sua copia da parte di ogni altro che fece Iam precedentemente. Orbene, come sai tu fare ciò che ama e ciò che loda...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 3/c</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...il tuo signore; invero, tu trascorri la notte preoccupandoti di fare ciò che ama, ciò che loda e ciò che comanda...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 4/a</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...il tuo signore. Sua maestà farà le tue onoranze numerose eccellenti per essere utile al figlio...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 4/b</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...di tuo figlio per l'eternità, perché dica la gente tutta (quando) udranno ciò che ha fatto per te la mia maestà: "C'è qualcosa come quello fatto per...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 4/c</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...il Compagno Unico Herkhuf quando scese da Iam a causa della vigilanza che egli aveva fatto per fare ciò che ama...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 5/a</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...ciò che loda e ciò che comanda il suo Signore?". Vieni tu andando a nord verso la residenza immediatamente e porta tu...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 5/b</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...questo nano con te che tu porti dalla terra degli spiriti essendo vivo essendo prospero essendo sano, per le danze...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 5/c</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...del dio, per rallegrare, per far lieto il cuore di re dell'Alto e Basso Egitto Neferkara possa egli vivere eternamente. Se egli scende...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 6/a</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...con te sulla barca, fa' persone eccellenti che sono attorno a lui sui due fianchi della barca, stà attento che egli non cada...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 6/b</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...in acqua. Se egli dorme di notte, fa' inoltre persone eccellenti che dormono attorno a lui...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 6/c</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...nella sua tenda, controlla volta 10 per notte. Ama la mia maestà vedere questo nano più di doni...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 7/a</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...del Sinai e di Punt. Se tu arrivi alla residenza ed ecco questo con te essendo vivo...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 7/b</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...essendo prospero essendo sano, la mia maestà farà per te una cosa grande più di ciò che fu fatto per il portasigilli del dio Baurdjed al tempo di...</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Rigo 7/c</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li>...Isesi, secondo il desiderio della mia maestà di vedere questo nano.</li>
</ul>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Parafrasi:</b></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Anno secondo, terzo mese dell'Inondazione, giorno 15. </div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Decreto reale per il Compagno Unico (Titolo di Corte), sacerdote ritualista e sovrintendente degli interpreti Herkhuf. "<i>Si è conosciuto il contenuto di questa tua lettera che hai scritto al re, a Palazzo, per far sapere che sei ritornato felicemente da Iam (terra non ben identificata, a sud dell’Egitto) insieme con l'esercito che era con te. Tu hai detto, in questa tua lettera, che hai portato ogni grande e bel dono che Hathor, signora di Imaau, ha dato per il Ka del Re dell'Alto e Basso Egitto Neferkare possa egli vivere per tutta l'eternità. In questa tua lettera, tu hai detto che hai portato un nano delle danze del dio dalla terra degli Spiriti, simile al nano che portò il portasigilli del dio </i><span style="text-align: left;"><i>Baurdjed </i></span><i>da Punt al tempo di Isesi (Djedkare V dinastia, 2420 - 2380). Tu hai detto alla mia Maestà che mai un suo simile fu portato da qualunque altro che abbia visitato Iam in tempi precedenti. Orbene, tu sai, in verità, compiere ciò che il tuo Signore ama e loda. Invero, tu passi giorno e notte preoccupandoti di fare ciò che il tuo Signore ama, loda e comanda. Sua Maestà ti farà numerose ed eccellenti onoranze, cosicché (ciò) sia utile (anche) al figlio di tuo figlio, per sempre, e tutta la gente dica, quando avranno udito ciò che la mia Maestà ti avrà fatto:</i></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>C’è forse qualcosa di simile a quello che è stato fatto per il Compagno Unico Herkhuf quando tornò da Iam, a causa della vigilanza che aveva mostrato per fare ciò che il suo Signore ama, loda e comanda? Vieni subito verso nord, alla Residenza (a corte) e porta con te questo nano che riporti dalla terra degli Spiriti, vivo, in buone condizioni e sano, per le danze del dio, per rallegrare e far lieto il cuore del re dell’Alto e Basso Egitto Neferkare possa vivere eternamente. Se ritorna con te sulla barca, nomina delle persone eccellenti che siano accanto a lui sui due lati della barca e sta attento a che non cada in acqua. Se di notte dorme, nomina altre persone eccellenti che dormano accanto a lui nella sua tenda; controlla dieci volte per notte. La mia Maestà desidera vedere questo nano più dei doni del Sinai e di Punt. Se raggiungi la Residenza e questo nano è con te, vivo, in buone condizioni e sano, la mia Maestà farà per te qualcosa di grande, più di quello fatto al portasigilli del dio </i><span style="text-align: left;"><i>Baurdjed </i></span><i>al tempo di Isesi, in conformità al desiderio della mia Maestà di vedere questo nano</i>”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-size: x-small;"><b>Basato su una traduzione di Alberto Elli</b></span></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-2640853454950135092019-08-15T20:10:00.000+02:002020-02-03T16:44:19.442+01:00La condizione della donna egizia messa a confronto con noi ''donne moderne''.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtcaEgtGyjV8ttRK2nEb86HdI0beroRZT8DQM26ade2LMggxtgxJNDcfn929_J7wrcW9QYx50Kh2efwU8xqTTepSY5XfwcQjdY906ZoPFBvxCQXVZMe3FxKfGdwxI_nisO2rFnpEhUL04/s320/women.jpg"><img alt="" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtcaEgtGyjV8ttRK2nEb86HdI0beroRZT8DQM26ade2LMggxtgxJNDcfn929_J7wrcW9QYx50Kh2efwU8xqTTepSY5XfwcQjdY906ZoPFBvxCQXVZMe3FxKfGdwxI_nisO2rFnpEhUL04/s320/women.jpg" style="cursor: hand; float: right; height: 185px; margin: 0px 0px 10px 10px; width: 273px;" /></a><br />
<strong>Egitto2000 a.c.</strong> le donne ricoprono ruoli professionalmente rilevanti,<br />
<strong>Italia2000 d.c. </strong>l'8,5% delle donne occupa ruoli dirigenziali.<br />
<br />
<strong>Egitto 2000 a.c. </strong>le donne raggiungono le più alte cariche dello stato,<br />
<strong><em>2000 d.c.</em><br />Europa:</strong>le donne nei parlmenti europei sono il 21, 4%,<br />
<strong>Italia:</strong>è al terzultimo posto 11, 4% delle donne in parlamento.<br />
<br />
<strong>Egitto 2000 a.c </strong>possono diventare faraone.<br />
<strong>2000 d.c.</strong>4 capi di stato nel mondo sono donne<br />
<br />
<strong>Egitto 2000 a.c</strong> occupano alti gradi delle gerarchie sacerdotali<br />
<strong>2000 d.c.</strong> il Vaticano ribadisce il NO alle donne Diacono<br />
<br />
<strong>Egitto 2000 a.c.</strong> le donne egizie facevano uso di contraccettivi scientifici.<br />
<strong>Italia 2000 d.c. </strong>il 9% delle donne non fa uso di contraccezione, mentre il 36% usa metodi non scientifici.<br />
<br />
<strong>Egitto 2000 a.c.</strong> era favorita l'acquisizione di una casa per le giovani coppie.<br />
<strong>Italia 2000 d.c.</strong> fino al 1985 il 40% delle coppie vive con i genitori, negli ultimi anni la percentuale si è abbassata al 11%.<br />
<br />
<strong>Egitto 2000 a.c. </strong>la donna conservava il proprio nome dopo il matrimonio, a tutela della sua identità.<br />
<strong>Italia</strong> fino al 1975 l'uomo poteva richiedere la separazione per colpa se la donna usava il cognome da nubile.<br />
<br />
<strong>Egitto 2000 a.c.</strong> in caso di divorzio era garantito il mantenimento pari a più di un terzo dello stipendio del ex marito, se era la donna a chiedere il divorzio manteneva i suoi beni e la casa, aveva la possibilità dell'affidamento dei figli.<br />
<strong>Italia 2000 d.c.</strong> il 63,2% delle richieste di divorzio è avanzato dagli uomini; dal 1975 nuovo diritto di famiglia(tra i più avanzati nel mondo):adegua le donne italiane alle egizie di 4000 e 5000 anni fa. <br />
<br />
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dyddFLjErzSMzmb1tr60rjY3nlzh6Z_b--zd64a1J6-Uciw5v6D0gZ_EXhlwEFr1iJkcQnWWpGUWEjVMli1dQ' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe><br />
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=S-tokKfJhfk"></a>Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-55613395509145312192019-07-10T20:43:00.000+02:002020-02-03T16:50:17.630+01:00Il Museo Egizio di Torino<div style="text-align: justify;">
Questo straordinario museo ospita una delle collezioni più rappresentative del mondo, da semplice raccolta divenne museo universitario e si arricchì con acquisizioni e scavi successivi fino a guadagnare un grande prestigio come museo archeologico. Nel 1824, il re sabaudo Carlo Felice acquistò per 400.000 lire una collezione di antichità egizie offertagli da Bernardino Drovetti, console di Francia in Egitto. I pezzi furono depositati nell'Accademia delle Scienze di Torino. Molti anni prima, nel 1759, un botanico di Padova, di nome Donati, si era recato in Egitto e aveva scavato tra le rovine di Karnak, trovando una statua si Sekhmet, che aveva spedito a Torino insieme a una di Iside, una di Ramses II e molti altri oggetti di minori dimensioni. Questo materiale, insieme alla collezione di Drovetti, costituì il nucleo fondamentale del museo.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'Accademia delle Scienze ordinò la classificazione di tutto il materiale, che venne affidato all'Università di Torino. Fu creata una commissione di specialisti, di cui faceva parte J.F. Champollion, che ebbe l'opportunità di studiare numerose opere originali. Egli affermò in varie occasioni: " Secondo me, la rotta da Menfi e Tebe passa per Torino".</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSLsIcOhu7rxQSrkhby0M1hW1Bq3VTqm4yEzO2cBxogdZn8tDLl" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSLsIcOhu7rxQSrkhby0M1hW1Bq3VTqm4yEzO2cBxogdZn8tDLl" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Poiché quasi tutto il materiale di cui disponeva il museo apparteneva al Nuovo Regno, l'amministratore del Museo del Cairo, offrì copie in gesso di steli dell'Antico e Medio Regno, oltre a una copia di una statua di Chefren, che andarono ad arricchire la raccolta del Museo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine del XIX° secolo, l'archeologo piemontese E.Schiaparelli, assunse l'incarico di direttore del Museo Egizio di Torino. Tra i ritrovamenti di Schiaparelli, spicca la tomba di Nefertari nella Valle delle Regine, restaurata poi nel 1986 sempre da un team italiano capeggiato da Paolo e Laura Mora. Inoltre, bisogna ricordare che a Deir el-Medina, fu scoperta una tomba intatta, di un uomo di nome Kha, il cui corredo funebre arricchisce parte del museo. Nel 1930, Giulio Farina ritrovò a Gebelein un lenzuolo funebre dipinto con scene funebri e di navigazione, risalente all'anno 3000. Attualmente, il Museo Egizio di Torino è sicuramente, dopo quella del Cairo, la migliore collezione egizia al mondo. </div>
<br />Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-17404832312644709822019-06-14T11:30:00.000+02:002020-02-03T16:45:13.287+01:00I Segni Unilitteri<a href="http://2.bp.blogspot.com/_yTh0UHZ4_aY/S3Uslk64ebI/AAAAAAAAAH8/ACy01VcAJjY/s1600-h/alfabetoeg.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5437301149197171122" src="https://2.bp.blogspot.com/_yTh0UHZ4_aY/S3Uslk64ebI/AAAAAAAAAH8/ACy01VcAJjY/s320/alfabetoeg.jpg" style="cursor: hand; cursor: pointer; float: left; height: 276px; margin: 0 10px 10px 0; width: 320px;" /></a><br />
Qui a fianco (a sinistra) riporto i ventisei segni unilitteri che gli egizi utilizzavano con maggiore frequenza per trascrivere i suoni della loro lingua o di quelle straniere. Sotto ogni segno ho riportato il nome convenzionale dell'immagine e, in rosso, la sua pronuncia, sebbene questa non corrisponda esattamente a quella italiana. Per esempio, la <strong> W</strong> del pulcino va letta ''all'inglese'' come una <strong>U</strong>. La <strong>C</strong> di avambraccio è un suono a metà fra la <strong>H</strong> aspirata e la <strong>A</strong>. La <strong>H</strong> di cortile va pronunciata aspirata. La <strong>H</strong> di filo ritorto è una <strong>H </strong>faringale. La <strong>H</strong> della cesta assomiglia al tedesco "ich". La <strong>S</strong> di chiavistello è dolce come in "isotopo". La <strong>S</strong> di stoffa è aspra come il "sole". La <strong>S</strong> di lago si pronuncia come la Sc di "sci". La <strong>Q</strong> di colle è una <strong>C</strong> dura, come in "carne". La <strong>K</strong> di cesta è una <strong>C</strong> aspirata "alla toscana". La <strong>T</strong> di pastoie si pronuncia con un suono a metà fra la <strong>T</strong> e la <strong>C</strong>. La D di cobra sta fra la <strong>D</strong> e la <strong>G</strong> "gente".<br />
Adesso proviamo, per gioco, a costruire un nome. Per esempio, <em>MARIA</em>. Ricordiamoci che i segni vanno letti da sinistra o da destra a seconda della direzione verso cui sono rivolti quelli rappresentati da uomini o animali. Quindi, se decidiamo di ''scrivere'' da destra verso sinistra avremo cura di far rivolgere gli uccelli che simboleggiano la <strong>M</strong> e la <strong>A</strong> verso sinistra.<br />
<a href="http://1.bp.blogspot.com/_yTh0UHZ4_aY/S3Utqx4iK4I/AAAAAAAAAIM/_rvlcj1QuAs/s1600-h/maria.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5437302338087955330" src="https://1.bp.blogspot.com/_yTh0UHZ4_aY/S3Utqx4iK4I/AAAAAAAAAIM/_rvlcj1QuAs/s200/maria.jpg" style="cursor: hand; cursor: pointer; float: left; height: 62px; margin: 0 10px 10px 0; width: 200px;" /></a><br />
<br />
<strong>M-A-R-I-A</strong>Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-57531678656768264682019-05-01T08:00:00.000+02:002019-04-03T15:40:24.960+02:00Le divinità leonine nell'antico Egitto<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Leoni e leonesse popolarono il pantheon egizio fin dai tempi più antichi, a volte si trattava di celebri divinità, come Sekhmet o Tefnut, in altri casi erano dei o dee meno noti, talvolta di origine straniera. Tracce di queste divinità minori rimangono comunque nei reperti archeologici.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-9PTpEv6jg-M/VnGq7URc1GI/AAAAAAAAE0Q/KhHqXsj0BTk/s1600/12399091_10207892143892210_1888458243_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="448" src="https://1.bp.blogspot.com/-9PTpEv6jg-M/VnGq7URc1GI/AAAAAAAAE0Q/KhHqXsj0BTk/s640/12399091_10207892143892210_1888458243_n.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Fin dalla più remota antichità, i faraoni e i loro sudditi adorarono il leone (<i>Panthera Leo</i>), anche a seguito di influenze provenienti dai popoli confinanti, soprattutto quelli a ovest e a sud. Non sorprende, quindi, che molte divinità leonine popolassero il pantheon egizio: insieme a quelle legate ai tori e alle vacche, erano tra le più numerose. Oggi, i leoni sono scomparsi dall'Egitto, ma le decorazioni dei templi e le bacheche dei musei sono piene di magnifiche rappresentazioni di questi animali divinizzati.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Mekhit, sole e luna</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Una figura leonina non molto nota è quella della dea Mekhit (o Mehit). Gli egizi la consideravano come la "paredra" (il corrispettivo femminile) di Onuris, e la raffiguravano con il disco solare sul capo e con l'ureo sulla fronte. Si trattava quindi di un'ennesima incarnazione dell'occhio di Ra, da questi inviata a vendicarsi degli uomini massacrandoli. Fu proprio Onuris, in qualità di grande cacciatore, a riportare la dea a più miti consigli, con la collaborazione di Thot e di Shu. Benché collegata ai miti del sole, Mekhit veniva associata anche alla luna. Per il resto, non si sa molto sul suo conto, se non che era venerata insieme a Onuris nei santuari di This, Lepidotonpolis e Sebennito. Una rara immagine della dea è conservata al Museo di Budapest: un piccolo bronzo di Epoca Tarda.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Gli "occhi di Ra"</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra le divinità collegate al mito dell'occhio di Ra, le più celebri sono senza dubbio le leonesse Sekhmet e Tefnut. A queste (e a Mekhit) bisogna aggiungere Menhyt, che non aveva relazioni con Onuris era venerata a Edfu, nell'Alto Egitto. Stando ai <a href="http://www.egittoantico.net/2015/07/i-testi-dei-sarcofagi.html" target="_blank"><b>Testi dei Sarcofagi</b></a>, questa dea era nota anche nel Nord del paese, perché associata a Uadjet, la dea serpente di Buto, nonché protettrice del Basso Egitto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Di altre dee ci sono giunte scarsissime testimonianze, nonostante il loro culto fosse collegato agli stessi miti delle altre leonesse. È il cado di Mestjet, di cui si è trovata traccia in una sola stele datata alla XXI dinastia e scoperta ad Abydos: raffigura una donna e sua figlia nell'atto di presentare un'offerta alla dea leonessa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Pakhet, la cacciatrice</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Il fatto che molte divinità non abbiano lasciato particolari tracce di sé nell'arte egizia non significa necessariamente che gli egizi non le adorassero diffusamente. A volte, anzi, si tratta di entità divine che all'epoca erano molto più note di quanto si possa pensare. È il caso, per esempio, di Pakhet, una dea cacciatrice che i greci assimilarono alla loro Artemide (Diana per i romani). Anche Pakhet era una feroce leonessa: il suo nome significava "<i>Colei che sfregia</i>" o anche "<i>Colei che terrorizza</i>". I Testi dei Sarcofagi la descrivono come una creatura notturna, i cui artigli affilati potevano colpire il nemico in qualsiasi momento. Proprio perché ispirava terrore (soprattutto ai nemici dell'Egitto), era oggetto di una profonda venerazione. In alcuni casi, veniva associata a certe forme di Horus, divenendone la sposa. I principali luoghi di culto a lei dedicati si trovano a Beni Hassan, sua città d'origine, dove sorgeva il famoso Speos Artemidos, tempio voluto dal faraone Hatshepsut, che era, così come Thutmosis III, molto legata al culto della dea.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Leoni venuti dall'Africa</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Alle divinità propriamente egizie, bisogna aggiungere altri leoni e leonesse probabilmente originari di altri paesi. Tra questi, vi era il leone Apedemak, dio della guerra, raffigurato su dei bassorilievi del tempio di Musawarat El-Sufra, in Nubia. Ad Apedemak e a Mahes (<span style="color: blue;"><a href="http://www.egittoantico.net/2014/01/il-dio-mahes.html" target="_blank"><b>leggere articolo</b></a></span>), si aggiunge poi l'oscuro <a href="http://www.lessingimages.com/w2/080120/08012017.jpg" target="_blank"><b>Tutu</b></a>, venerato durante il periodo greco-romano. Chiamato "<i>colui che tiene a distanza il nemico</i>". Tutu proteggeva dai demoni. Il suo aspetto suscitava molta paura, poiché Tutu derivava allo stesso tempo dall'uomo, dal leone, da un rapace e da un serpente. </div>
<div>
<br /></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-69318277040305144262019-04-01T14:00:00.000+02:002019-03-22T13:46:52.279+01:00La Bibbia NON aveva ragione.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-vFqwen08gMY/XIwWVtaGVVI/AAAAAAAAGds/gLcJfgsBweQ6aGLQnBdjCDSddcYWEA8xACLcBGAs/s1600/52956307_10217949110150081_8889926813401219072_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="440" height="640" src="https://2.bp.blogspot.com/-vFqwen08gMY/XIwWVtaGVVI/AAAAAAAAGds/gLcJfgsBweQ6aGLQnBdjCDSddcYWEA8xACLcBGAs/s640/52956307_10217949110150081_8889926813401219072_n.jpg" width="426" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un uomo chiamato Mosè. La sfida al grande faraone e la
libertà dalla schiavitù per il suo popolo, dopo le dieci piaghe d’Egitto. Le
acque del Mar Rosso che prima si separano e poi si richiudono, inghiottendo le
armate degli inseguitori egizi. Quindi un esodo nel deserto durato 40 anni.
Stando ai racconti biblici, gli Egizi non furono teneri con gli Ebrei. Ma se si
cercano conferme nei papiri, sulle iscrizioni o tra i resti archeologici, la
storia che emerge non è questa.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
L’Esodo biblico viene collocato comunemente intorno al 1440
a.C., e la Bibbia cita in particolare la costruzione della città di Ramses,
dove gli Ebrei avrebbero lavorato come schiavi nei cantieri. Ma il primo
faraone di nome Ramses salì al trono solo nel 1292 a.C. I documenti egizi
parlano sì di una città con quel nome (Pi-Ramses/La casa di Ramses), ma questa
fu costruita ai tempi di Ramses II, che regnò dal 1279 al 1212 a.C., cioè due
secoli dopo la data in cui sarebbe avvenuto l’Esodo. Elemento ancora più
importante, una stele del faraone Merenptah, figlio di Ramses II, racconta di
una campagna militare nella terra di Canaan, nel corso della quale un popolo
chiamato Israele fu decimato fino al punto che il faraone potette annunciare “Non
vi è più il seme di Israele”. Questo indica che a quel tempo esisteva già una
nazione ebraica e poiché uno stato ha bisogno di notevole tempo per nascere,
sembra inverosimile che l’Esodo si sia verificato sotto il regno di Ramses II;
infondo la Bibbia stessa colloca la formazione di Israele dopo la morte di
Mosè.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Tuttavia va detto che l’Esodo si basa almeno su un fatto
reale, cioè, quando gli Ebrei non erano ancora un popolo e i loro antenati si
trovavano forse fra i pagani Hyksos, pastori seminomadi provenienti dalla terra
di Canaan che presero il potere in Egitto fra il XVII e il XVI secolo a.C. La
natura di queste genti spiegherebbe anche la forzatura del racconto biblico che
vuole gli Ebrei in stato di schiavitù. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Nondimeno ogni racconto ha una base, un
punto da cui viene tratta e riscritta; infondo tutti abbiamo visto almeno una
volta il film 'I dieci comandamenti' di DeMille, con un prestante Charlton
Heston nei panni di Mosè e con un'affascinante Yul Brynner in quelli di Ramses
II. E se Mosè non fosse solo un profeta
della tradizione giudaica-cristiana? E se Ramses non ha nulla a che fare
con l'Esodo, chi è il faraone in questione? Qual è la verità dietro l'enigma religioso? <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
In questo straordinario libro, scritto dopo un decennio di
ricerche e duro lavoro, l'autore non solo ricostruisce circa cinquemila anni di
teologia e storia, ma, ritrovando i pezzi mancanti, termina quell'immenso
puzzle di tasselli minuscoli che è la verità dietro l'Esodo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il libro sarà disponibile il prossimo mese sui principali
siti italiani.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Alessandro Biagini contatti...</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E-mail: ptr.alex@gmail.com</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Facebook: <a href="https://www.facebook.com/khufu1975?" target="_blank">Alessandro H.S. Biagini</a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sito internet: <a href="https://nebmer.blogspot.com/" target="_blank">Neb Mer</a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<br />
<br />
Segnalo inoltre la sua prima pubblicazione dedicata alle piramidi e all'Antico Regno: <a href="http://www.edizionihelicon.it/index.php?page=shop.product_details&flypage=flypage.tpl&product_id=157&category_id=6&option=com_virtuemart&Itemid=2&vmcchk=1&Itemid=2" target="_blank">Neb Mer - il Signore della piramide. </a>Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-52510109769427288022019-03-19T10:30:00.000+01:002019-03-19T10:48:58.673+01:00Un papà dell'antico Egitto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-oxeLN3HgTKM/XJC3CmfuA5I/AAAAAAAAGd4/t0UtcQW4LKcKd1OFTh_7ncqqhFqz8hYRgCLcBGAs/s1600/Sarcofago-di-Butehamon-Terzo-Periodo-Intermedio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="512" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-oxeLN3HgTKM/XJC3CmfuA5I/AAAAAAAAGd4/t0UtcQW4LKcKd1OFTh_7ncqqhFqz8hYRgCLcBGAs/s320/Sarcofago-di-Butehamon-Terzo-Periodo-Intermedio.jpg" width="212" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi in onore della festa del papà voglio parlarvi di un padre vissuto nell'antico Egitto. Al Museo egizio di Torino è conservato un sarcofago appartenente allo scriba reale Butehamon, che è stato una figura chiave della sua epoca, personaggio vissuto a cavallo della fine del Nuovo Regno (XX din. - Ramesse XI) e l'inizio del Terzo Periodo Intermedio (XXI din. - Smendes), quando la comunità degli artigiani delle tombe dei faraoni si era già trasferita dalla propria sede originaria, il villaggio di Deir el-Medina, al tempio di Medinet Habu.</div>
<div style="text-align: justify;">
Butehamon, figlio dello scriba Djehutymes e della moglie di questi, Baketamun, era il discendente di un’illustre famiglia di scribi e letterati che risale fino al celebre Amonnakht figlio di Ipuy, redattore di importanti documenti conservati nella collezione torinese, come il Papiro dello Sciopero e due inni regali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Numerosi graffiti con il nome di Butehamon evidenziano l’attività dello scriba nella necropoli regale come documenta anche, in particolare, l’annotazione sulla mummia di Ramesse III che attesta la presenza di Butehamon tra gli ufficiali incaricati dal gran sacerdote di Amon-Ra, Pinodjem I, di provvedere al ripristino della mummia e della sepoltura del faraone che infatti, insieme a molte altre, sono a quell'epoca restaurate e trasportate nella cosiddetta <i>cachette </i>di Deir el-Bahari (DB 320).</div>
<div style="text-align: justify;">
Butehamon sposa la cantatrice di Amon, Ikhtay, dalla quale ha una numerosa prole. Il nome della donna si è preservato grazie ad un’iscrizione proveniente dalla casa della coppia, situata nel recinto del tempio di Medinet Habu e ancora oggi visibile. Il dolore di Butehamon per la morte che coglie Akhtay è raccolto nella delicata lettera, oggi conservata su un ostrakon del Museo del Louvre, che egli scrive rivolgendosi al sarcofago della defunta, affinché questi si faccia tramite per comunicarle il suo affetto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tra le fonti che delineano la vita personale e professionale di Butehamon hanno grandissima importanza la corrispondenza con il padre Djehutymes, dalla quale ricaviamo anche alcune interessanti informazioni circa gli avvenimenti politici che caratterizzano gli ultimi anni del regno di Ramesse XI. Nondimeno, in questa corrispondenza, sono evidenti le preoccupazioni di un padre per suo figlio, pensieri che sottolineano un rapporto fra i due non molto dissimile da miglia di altri legami padre/figlio di oggi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-k6_ia-afO3o/XJC6FTvzwJI/AAAAAAAAGeM/wtZjzQwaqnI-wb4_WxPbDDj5nQWohKlYQCLcBGAs/s1600/54425445_418452318721957_2133651658578591744_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="632" data-original-width="1374" height="294" src="https://3.bp.blogspot.com/-k6_ia-afO3o/XJC6FTvzwJI/AAAAAAAAGeM/wtZjzQwaqnI-wb4_WxPbDDj5nQWohKlYQCLcBGAs/s640/54425445_418452318721957_2133651658578591744_n.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">Fonti: Musei Vaticani/Museo Egizio di Torino</span></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-4714959333292705502019-02-01T10:00:00.000+01:002019-02-27T13:05:35.051+01:00Traduzioni dalla tomba di Nefertari: corridoio discendente est<div style="text-align: justify;">
Nel post del mese scorso ho usato un’immagine della tomba di Nefertari per spiegare in che modo e in quale direzione si leggono i geroglifici, questo mese invece vi fornirò la traduzione della suddetta scena.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-hg8FRK4qJ4g/XHVgSYkNtPI/AAAAAAAAGbM/1-8EpPcSv7sBe5j6JNHofHDruR_JHI6rQCLcBGAs/s1600/52682028_1179350048901411_484226643154436096_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="966" data-original-width="986" height="391" src="https://2.bp.blogspot.com/-hg8FRK4qJ4g/XHVgSYkNtPI/AAAAAAAAGbM/1-8EpPcSv7sBe5j6JNHofHDruR_JHI6rQCLcBGAs/s400/52682028_1179350048901411_484226643154436096_n.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nelle nicchie laterali è raffigurata Nefertari che tiene nelle mani due vasi-nu contenenti vino, in piedi davanti alla tavola delle offerte e al cospetto di diverse divinità. A destra vi sono Hathor, Selkis e Maat in forma pterofora. Hathor “<i>Colei che presiede a Tebe, la Dama del cielo, la Sovrana di tutti gli dei</i>”, si rivolge alla regina dicendole:</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>“Io ti do l’apparenza di Ra nel cielo. Io ti do l’eternità come (quella) di Ra”.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Accanto alla figura di Nefertari il testo dice:</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>“La Grande sposa del re, Signora delle Due Terre, ricca di fascino, dolce d’amore, padrona dell’Alto e del Basso Egitto, l’Osiri Nefertari Meryenmut, giustificata presso Osiride a capo dell’Occidente. Ogni protezione, vita, durata, vigore, salute e ogni gioia, siano attorno a lei come Ra, ogni giorno”.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Anche Selkis, “<i>Dama del cielo, Sovrana della Sacra terra</i>”, rivolge parole di augurio a Nefertari:</div>
<div style="text-align: justify;">
“<i>Io ti do l’eternità come mio padre Ra. Possa tu restare infinitamente”</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Analogamente a Selkis, anche Maat si rivolge alla regina:</div>
<div style="text-align: justify;">
“<i>Parole dette da Maat, figlia di Ra, Sovrana della Sacra terra, colei che protegge la sua figlia, la Grande sposa reale, Nefertari Meryenmut”</i>.</div>
<div>
<br /></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-54538594359461645952019-01-01T13:00:00.000+01:002018-11-18T11:32:42.187+01:00Le sei principesse di Amarna<div style="text-align: justify;">
Amenhotep IV, alias Akhenaton, e la sua sposta Nefertiti ebbero sei figlie: almeno tre di queste principesse ricevettero una educazione da future regnanti. Eppure, nessuna di loro riuscì a succedere al padre sul trono d’Egitto: probabilmente, furono tutte travolte, insieme ai loro genitori, dal crollo dell’utopia Amarniana e della restaurazione del culto di Amon.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-kUF2qoabiDU/VJIEIrPhAyI/AAAAAAAADt0/dfqCv7vzw7w/s1600/IMG_0153.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="313" src="https://2.bp.blogspot.com/-kUF2qoabiDU/VJIEIrPhAyI/AAAAAAAADt0/dfqCv7vzw7w/s1600/IMG_0153.JPG" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Chi non ha mai desiderato, almeno per un attimo, di poter ricominciare daccapo la propria vita, di ripartire da zero? Per la maggior parte delle persone si tratta, ovviamente, di sogno irrealizzabile. La storia dell’Antico Egitto, però, ci fornisce l’esempio di un uomo capace di trasformare questa aspirazione in realtà, ribellandosi addirittura alle millenarie tradizioni religiose dei padri. Il limite dell’avventura di Akhenaton, il faraone “eretico”, forse fu proprio questo: l’aver tentato di lasciarsi alle spalle, da un giorno all'altro, dogmi, riti e usi consolidati. Uno stravolgimento che, in breve tempo, disorientò gli stessi sudditi e gettò il Paese in una delle più gravi crisi religiose e politiche della sua Storia. Come è noto, il giovane Amenhotep IV non si imbarcò da solo in questa impresa. Accanto a se, aveva il sostegno più prezioso: la bellissima regina Nefertiti ("<i>La bella è arrivata</i>"), che aderì con slancio totale alla folle politica del suo sposo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>La coppia reale che voleva cancellare il clero di Amon</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel momento in cui intrapresero la loro audace avventura, rinnegando credenze religiose che costituivano i pilastri di una intera civiltà, Amenhotep IV e Nefertiti erano ancora molto giovani: il re doveva avere non più di vent'anni, la regina probabilmente circa sedici. Bisogna tenere presente, a questo proposito, che nozione di giovinezza nell'antico Egitto era completamente diversa dalla nostra: in tutte le culture dell’antichità, il passaggio alla vita adulta cominciava molto presto, specialmente nelle famiglie reali. L’età acerba del faraone e della sua sposa, dunque, non costituiva un problema, né impedì loro di attuare il rivoluzionario progetto che li avrebbe portati a sfidare il potentissimo clero di Amon e l’opinione pubblica del Paese.</div>
<div style="text-align: justify;">
Amenhotep IV salì al trono introno al 1.370 a.C. Nel corso dei primi dieci anni di regno, Nefertiti gli diede ben sei figlie (o, secondo altre fonti, sette). Fu, invece, durante il quarto anno di regno che il Faraone decise di imporre il culto di Aton, di farsi ribattezzare con il nome di Akhenaton (“<i>Luce di Aton</i>”) e di trasferire la corte ad Akhetaton (“<i>Orizzonte di Aton</i>”), l’odierna Tell el Amarna. All’epoca, probabilmente, erano già venute al mondo le prime tre principesse, nate a Tebe; le altre tre, invece, videro la luce nella nuova capitale. In questa città, sorta dal nulla nel Medio Egitto e a debita distanza da Tebe, la famiglia reale ebbe modo di dedicarsi al culto del nuovo Dio solare, ispirando anche quel rinnovamento artistico che diede vita al cosiddetto “stile amarniano”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Un uomo, una donna, sei figlie</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ed8dKluh2gE/VJH-bsAfagI/AAAAAAAADtg/EPqk8aikLl8/s1600/jiji.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-ed8dKluh2gE/VJH-bsAfagI/AAAAAAAADtg/EPqk8aikLl8/s1600/jiji.jpg" width="268" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Proprio gli affreschi, le sculture e i bassorilievi di Amarna hanno consegnato alla Storia l’immagine di una famiglia felice, immortalata in atteggiamenti teneri e in toccanti scene di vita quotidiana. Questo modo di ritrarre i regnanti, senza dubbio, non aveva precedenti nell'iconografia ufficiale del Paese, improntata a criteri decisamente più rigidi e istituzionali. Per la prima volta, i pittori e gli scultori di Amarna mostravano la coppia reale intenta a giocare con i bambini o a rivolgere loro quelle dimostrazioni di affetto che nessun genitore negherebbe ai propri figli: il re e la regina, in questo modo, diventano un papà e una mamma che, come tanti, coccolavano i proprio pargoli tenendoli in grembo o sulle ginocchia. La rilevanza di queste inedite scene di vita quotidiana, tuttavia, non si ferma qui. I bassorilievi di Amarna, infatti, offrono anche preziose informazioni sul piano Dinastico: permettono, cioè, di risalire al ruolo e all'importanza di ciascuna delle sei principesse rispetto alla successione al trono. Una di loro, in particolare, occupa un posto di primo piano in tutti i ritratti della famiglia reale: si tratta della primogenita Meritaton, nome che significa “<i>L’amata da Aton</i>”; sempre raffigurata accanto al Faraone, era probabilmente l’erede designata alla corona d’Egitto. Non a caso, come volevano i costumi dell’epoca, la giovane sposò suo padre stesso. In seguito, Meritaton si unì in matrimonio anche con certo Smenkhara, forse fratello minore di Akhenaton e, quindi, zio della principessa. Tuttavia, nulla si sa di certo sulla figura di Smenkhara e sul matrimonio in questione. Non di meno, questi, fu protagonista di un effimero passaggio sul trono d’Egitto subito dopo il misterioso Neferneferuaton, sulla cui identità noi storici continuiamo a interrogarci: secondo alcuni si sarebbe trattato della stessa Nefertiti. A ogni modo è certo che non fu Meritaton a prendere il posto paterno sul trono: si ritiene, infatti, che la sua prematura scomparsa sia avvenuta prima della fine della parentesi amarniana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Le spose del padre</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-aqihQ8PJuDo/VJIEppDLjcI/AAAAAAAADt4/pF_ZvWmb4aE/s1600/IMG_0154.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-aqihQ8PJuDo/VJIEppDLjcI/AAAAAAAADt4/pF_ZvWmb4aE/s1600/IMG_0154.JPG" width="230" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
I bassorilievi di Amarna riservano un posto di riguardo anche ad altre due figlie di Akhenaton: Makhetaton (“<i>Protetta da Aton</i>”) e Ankhensenpaton (“<i>Lei vive per Aton</i>”). Anche queste principesse sposarono il padre, sempre in ossequio alla tradizione egizia secondo cui la legittimità dinastica doveva perpetuarsi tramite il sangue femminile. Presumibilmente, questi due matrimoni furono celebrati dopo la morte di Meritaton, la cui figura andava sostituita. Anche Makhetaton, però, morì in giovane età, forse proprio mentre partoriva un bambino. Quanto ad Ankhesenpaton, al di là del fatto che fu designata quale nuova erede al trono, non si sà praticamente nulla sui suoi ultimi anni di vita. Ancora meno per altro, si sà sul conto delle ultime tre figlie di Akhenaton e Nefertiti. I nomi di queste principesse erano Neferneferuaton (vale a dire “<i>Bella è la perfezione di Aton</i>”), Neferneferura (“<i>Bella è la perfezione di Ra</i>”) e Bakhetaton (“<i>La serva di Aton</i>”). A parte questo, non sì è riusciti a stabilire quasi niente, neanche se sopravvissero al padre. Proprio la figura di Akhenaton, del resto, suscita ancora oggi gli interrogativi più forti: le sue origini, la durata del suo regno e la causa della sua morte ci restano ancora ignote, e sulle quali noi storici non smettiamo mai di appassionarci. Secondo l’ipotesi più accreditata, il faraone morì vittima di una lunga e grave malattia. Ma si tratta, appunto, di supposizioni: anche da questa incertezza, probabilmente, deriva l’affascinante alone di mistero che circonda da sempre la figura di Akhenaton.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Akhenaton nella cronologia dei Re Egizi</b></div>
<div style="text-align: justify;">
La XVIII Dinastia si colloca storicamente tra il 1580 e il 1310 a.C. circa e vide succedersi sul trono d’Egitto quindici sovrani le cui date di regno vengono ancora oggi dibattute e discusse. Tuttavia, le date più probabili sono quelle forniteci dall'egittologa Edda Bresciani, che vedono l’inizio del regno di Akhenaton nel 1348 e la sua fine nel 1331 a.C.; con una durata complessiva di 17 anni di regno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>L’educazione delle principesse “eretiche”</b></div>
<div style="text-align: justify;">
La figura di ognuna delle sei figlie di Akhenaton e Nefertiti, dunque, è avvolta da una fitta cortina di mistero. Qualcosa di più, in compenso, sappiamo sul modo in cui le principesse amarniane furono educate e istruite. Ancora una volta, ad aiutarci sono i bassorilievi di Akhenaton: a giudicare dall'atmosfera etera e quasi irreale che i tratti della famiglia reale sprigionano, la vita di corte doveva essere improntata al massimo della raffinatezza. In questo ambiente ricercato, e pressoché isolato dal mondo, la primogenita ebbe certamente modo di preparasi a divenire la futura regina, acquisendo la cultura politica e religiosa indispensabile per governare un impero. Probabilmente, fu il faraone stesso a trasmettere alla figlia queste conoscenze, tanto più che molte delle usanze e della tradizioni del passato erano state volutamente accantonate dal sovrano. Solo lui, quindi, era in grado di tramandare la nuova dottrina alla sua erede, assicurando una continuità a quel progetto rivoluzionario che aveva già stravolto il panorama politico, religioso e sociale dell’antico Egitto. In tutto questo, Akhenaton doveva essere spinto da un ideale incrollabile e da un eccezionale sicurezza di se, tali da permettergli di lasciarsi alle spalle il potentissimo clero tebano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quanto all'educazione delle figlie più piccole, fu forse meno improntata alla politica e più alla religione. Le principesse, infatti, erano destinate a diventare sacerdotesse di Aton; a tale scopo, dovevano ricevere da parte del clero tutte le conoscenze che avrebbero permesso loro, al momento opportuno, di celebrare i riti della nuova divinità nazionale. Attorno alle figlie del re, inoltre, dovettero riunirsi tutti gli studiosi della capitale, pronti a trasmettere alle giovani i frutti dei loro studi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Visi sottili e teste allungate</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-eeOn7OoK0oo/VJIFB3ohX0I/AAAAAAAADuA/Gh_7hzzoDbM/s1600/IMG_0152.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://3.bp.blogspot.com/-eeOn7OoK0oo/VJIFB3ohX0I/AAAAAAAADuA/Gh_7hzzoDbM/s1600/IMG_0152.JPG" width="468" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Che aspetto avevano le figlie di Akhenaton? A giudicare dal fascino leggendario della donna che le aveva messe al mondo, Nefertiti, è facile presupporre che doveva trattarsi di bellissime ragazze. Questa impressione è confermata dai ritratti delle principesse, e questo grazie - o, forse, a dispetto - dello stile eccentrico di molte di queste raffigurazioni. Ricordiamo, infatti, che in ossequio alla rivoluzione religiosa propugnata dal Faraone anche gli artisti dell’epoca stravolsero i loro canoni; il risultato fu una tendenza ad accentuare i lineamenti dei soggetti raffigurati, in particolare quelli del viso, come se queste estensioni dovessero rappresentare la grandezza stessa dei soggetti. Così, le labbra erano sempre eccezionalmente carnose e sporgenti, puntualmente atteggiate a un accenno di sorriso, mentre gli occhi allungati verso le tempie, erano quasi a mandorla. Tutto questo finiva per conferire ai visi un espressione costantemente enigmatica. Anche la testa dei personaggi raffigurati era marcatamente allungata nella sua parte posteriore, descrivendo una forma che quasi strideva con la delicatezza del mento e delle mandibole. Queste, a ogni modo, erano le linee ricorrenti nella rinnovata arte amarniana, insieme alle membra gracili, agli addomi prominenti e alle posture quasi languide. Linee, indubbiamente, del tutto originali rispetto a tutto ciò che gli artisti egizi produssero prima e dopo della parentesi eretica. Perché mai? Prima di Akhenaton, l’arte egizia era concepita non per essere vista dai mortali, ma era semplicemente un codice che doveva essere trasmesso agli dei, in modo che essi riconoscessero l’essenza degli uomini e delle altre figure rappresentate. Tant'è vero che nella lingua geroglifica, non esiste un termine che indichi il nostro concetto di arte. Nel periodo amarniano, invece, il messaggio non era rivolto agli dei, di cui il faraone faceva abbondantemente a meno, nonostante non si possa definire monoteistico; ma era rivolto agli uomini. Di conseguenza, il popolo doveva poter osservare caratteristiche a loro riconoscibili, sentimenti comuni e scene consuete; in modo che potessero riconoscere nel faraone il loro unico capo e tramite divino.</div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-81335314006697431402018-12-01T13:00:00.000+01:002018-11-18T11:32:08.094+01:00La vita e gli amori di Cleopatra VII<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i>''L'incestuosa Tolomeide (...). L'empia sorella si sposa col
fratello, già sposa del condottiero latino e,</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i> passando da un marito all'altro,
possiede l'Egitto e si guadagna Roma''.</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;">Lucano, Pharsalia, X, 68 e 357-359.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">I versi di Lucano rappresentano il ritratto giunto fino a
noi dell’ultima sovrana d’Egitto, che lussuriosa e disinibita incatenava il
cuore di tutti gli uomini per arrivare al “trono” di Roma. Cleopatra è da
sempre rappresentata come una capricciosa regina, e anche Dante la colloca tra
i peccatori, ma era questa la sua vera natura? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Cleopatra VII era di stirpe macedone, discendeva del
generale Tolomeo, amico fidato di Alessandro Magno, e che divenne poi il primo
faraone della dinastia tolemaica, o lagida . Si dice di lei che era bella come
nessun’altra e che fosse abile nell’arte della seduzione. In realtà oggi si
pensa che non fosse tanto la sua bellezza ad attrarre gli uomini più potenti
del mondo romano, quanto la sua voce melodiosa, che mista a una cultura senza
pari, la rendevano molto più affascinante che graziosa. Infatti la sovrana
tolemaica era capace di declamare i grandi autori greci a memoria, conosceva
circa sette lingue e tra queste c’erano anche l’egizio, il latino e
naturalmente il greco. <o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-jx_Vs-0C2lE/Vo6u8ZHdnXI/AAAAAAAAE9M/utDQQNE8PNQ/s1600/IMG_0151.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-jx_Vs-0C2lE/Vo6u8ZHdnXI/AAAAAAAAE9M/utDQQNE8PNQ/s400/IMG_0151.JPG" width="262" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Tra i suoi uomini ci sono nomi come Cesare e Marco Antonio,
personalità di grande spessore, che non solo condizionarono il tempo in cui
hanno vissuto, ma anche la nostra modernità. Cleopatra sposò prima Tolomeo XIII
per regnare sul trono d’Egitto dopo la morte di suo padre, quando poi cercò di
deporla dal trono, Cleopatra scappò per radunare un esercito. Questa situazione
creò naturalmente una guerra civile, che venne placata solo dall'intervento di
Cesare, il quale li convocò entrambi ad Alessandria, ma poiché su Cleopatra
esisteva una taglia, la regina preoccupata per la sua sorte, chiese al fedele
Apollodoro di trasportarla fin da Cesare chiusa al sicuro in un tappeto. Si
narra che questo stratagemma colpì così tanto il conquistatore romano che i due
diventarono amanti la notte stessa. Arrivata ormai ad Alessandria e con il
sostegno di Cesare garantito dalla loro relazione, Cleopatra abbandonò ogni
paura sposando un altro fratello, Tolomeo XIV. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Cesare era arrivato in Egitto inseguendo Pompeo, il quale
aveva dichiarato il conquistatore nemico della patria, in seguito alla campagna
in Gallia. Cesare fu costretto perciò a tornare in Italia, i suoi nemici
difatti tentavano di rovinarlo politicamente, però egli non si perse d’animo e
ordinò una marcia forzata, attraversò il Rubicone e piombò a Roma, quando ormai
i suoi avversari erano già fuggiti. Naturalmente la caccia a Pompeo gli aveva
creato altri rivali, e il disfacimento interno dell'Egitto lo costrinsero a
rimanere nella terra del Nilo per alcuni anni, nei quali intrecciò una lunga
storia con Cleopatra, per poi ripartire alla volta di Roma. Dalla loro
relazione nacque un figlio, Tolomeo Cesare, che venne ribattezzato con il
vezzeggiativo di Cesarione. Questo bambino aveva una forte importanza per il
popolo egizio, poiché garantiva l’aiuto romano attraverso il legame di sangue
con il padre. Purtroppo, nel 44 a.C., Giulio Cesare venne assassinato e
Cleopatra, che si trovava a Roma da due anni, fu costretta ancora una volta
alla fuga. La morte di Cesare non solo significava la fine di un sentimento, ma
anche la fine di un sogno. Difatti ambedue avevano fatto loro la visione di
Alessandro Magno: un impero unito da Occidente a Oriente, dalle colonne
d’Ercole all’India. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Gli anni che seguirono la morte di Cesare furono
contraddistinti dalla guerra di Marco Antonio e Ottaviano contro i cesaricidi ,
che vennero inseguiti e uccisi fino all’ultimo. Alcuni autori antichi, tra cui
Plutarco, raccontano dei vari sogni che Bruto fece a proposito di un fantasma
che lo terrorizzava. In un'occasione in particolare, Bruto, facendosi coraggio
chiese allo spettro chi fosse e cosa volesse da lui, e lo spirito rispose:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i>"Ci rivedremo a Filippi"</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Durante la notte che precedette la battaglia di Filippi,
Bruto tornò a sognare questo cupo fantasma. Ormai sconfitto dall'esercito di
Marco Antonio e di Ottaviano, decise di togliersi la vita, e mentre era in
procinto di uccidersi, rispose a chi lo esortava a fuggire: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><i>"Fuga sì, ma questa volta con le mani, non con i piedi”</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Lo spettro, forse quello di Cesare, aveva dunque ragione: In
seguito alla battaglia Bruto non fu l'unico che si tolse la vita, Casca, che
era stato il primo a trafiggere Cesare, si uccise e così anche Gaio Cassio, che
si pugnalò con la stessa daga che aveva adoperato contro il
"dittatore". <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Questa ennesima guerra civile durò molti anni e portò di
nuovo Roma sull'orlo dell’instabilità politica, a tal punto Marco Antonio e
Ottaviano strinsero un accordo che prevedeva anche la presenza di un terzo
uomo: Marco Emilio Lepido, un generale che era rimasto a guardia di Roma durante
le battaglie contro le forze repubblicane . Tale contratto è ricordato come il
Secondo Triumvirato e prevedeva
l’assegnazione dell’Oriente ad Antonio, l’Africa a Lepido e i restanti
territori, inclusa Roma, a Ottaviano. Per suggellare tale patto Ottaviano
propose ad Antonio di sposare sua sorella Ottavia, e ovviamente il generale
accettò. Il problema era che tempo addietro Marco Antonio, durante una
spedizione contro la Giudea, chiese a Cleopatra di incontrarlo a Tarso e da
quel momento in poi erano divenuti amanti. Quindi il nuovo matrimonio di
Antonio fece infuriare la fascinosa regina. Passata la tempesta Cleopatra diede
tre figli al condottiero romano: Elios, Selene e Tolomeo. Purtroppo la presenza
di Antonio in Egitto e il matrimonio che ne susseguì crearono non pochi
dissensi a Roma. Infatti Ottaviano era da sempre alla ricerca di un motivo per
dichiarare guerra ad Antonio, ottenendo così l’intero controllo del territorio
romano. Quando furono consegnate le ultime volontà del condottiero, che contemplavano
non solo il desiderio che i figli avuti da Cleopatra ereditassero i suoi
diritti, ma anche il proposito di essere sepolto in Egitto, Ottaviano ebbe
finalmente in pugno l’arma che tanto cercava. Rese pubblico il contenuto del
testamento di Antonio e dichiarò guerra all’Egitto e a Cleopatra, ma non ad
Antonio stesso, che era ancora molto amato a Roma, e visto che quella era la
prova che la sua mente era stata annebbiata dalla meretrice egizia, bisognava
appunto salvarlo dalle sue grinfie. Difatti è questo il motivo per cui ancora
oggi Cleopatra è considerata una donna lussuriosa, ingorda e malvagia, perché
Ottaviano, con l’aiuto del suo leale compare Mecenate, mise in scena una vera e
propria campagna di denigrazione ai danni della regina, e nonostante siano
passati duemila anni, è ancora oggi potente come all’epoca. La guerra tra
Ottaviano e i due amanti si concluse con la battaglia di Azio, dove le forze
egizie furono spazzate via da quelle del nuovo dittatore. In seguito alla
battaglia Ottaviano invase l’Egitto e arrivò fino ad Alessandria. Non avendo
scampo Antonio si tolse la vita, e così fece anche Cleopatra. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>La Morte </b><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Tutti noi abbiamo sentito parlare di come si uccise l’ultima
sovrana d’Egitto, poiché la sua morte segnò anche la fine del regno faraonico.
La leggenda vuole che Cleopatra si sia suicidata con il morso di un aspide, che
nascosto dentro ad un cesto di fichi, decretò l’ultimo respiro della regina
macedone. Tuttavia sono molte le cose che fanno pensare che l’animale usato per
darle la morte fosse stato in realtà un cobra. Infatti questo serpente è da sempre legato alla
regalità egizia e agli dei stessi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Articolo tratto dal libro <a href="http://www.egittoantico.net/p/libro.html" target="_blank"><b>Oltre il Gineceo</b></a> di Antonietta G. Napoli</span></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-36874627232041423762018-11-04T13:00:00.000+01:002018-11-18T11:31:16.547+01:00L'autobiografia di Amenemhab<div style="text-align: justify;">
Questa autobiografia è un esempio di quei testi che raggiunsero il culmine nella XVIII dinastia, e nelle quali viene attribuita molta importanza al fattore storico, oltre che agli avvenimenti più salienti della vita del defunto. Per gli egizi è un vanto aver partecipato alle imprese militari del sovrano, e in particolare questo sentimento è evidente nei contemporanei di Thutmosi III, il più grande guerriero fra i re della dinastia in questione. L'ideale nella XVIII dinastia non è tanto quello di ottenere l'autonomia quanto il desiderio di essere "seguace" del re e di mostrargli il proprio coraggio e le proprie capacità. A vanto di Amenemhab (detto Mahu e proprietario della tomba <a href="https://fr.wikipedia.org/wiki/TT85" target="_blank">TT85</a> a Luxor), che seguì Thutmosi III nelle varie spedizioni, si dice che vide le vittorie regali del suo re. Di alcune delle imprese che egli ricorda esiste anche la versione ufficiale, come per esempio della caccia all'elefante a cui Thutmosi si dedicò durante la sua ottava spedizione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tuttavia Amenemhab ci racconta anche le sue imprese personali, gesta che secondo i valori dell'epoca gli recavano onore.<br />
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>L'episodio della cavalla </b></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel corso di una battaglia, il principe di Kadesh, in Siria sull'Oronte, fece astutamente uscire una puledra in calore per indurre il disordine tra i carri egizi, trainati da stalloni. Amenemhab la inseguì a piedi e la uccise.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-WAmV5158TXY/VUyxVtfRhUI/AAAAAAAAEXw/QtvkttxgGSM/s1600/IMG_0549.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="346" src="https://4.bp.blogspot.com/-WAmV5158TXY/VUyxVtfRhUI/AAAAAAAAEXw/QtvkttxgGSM/s640/IMG_0549.JPG" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Traduzione geroglifica di Alberto Elli:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-SyK0uVbh3fM/VUyxhVHhKnI/AAAAAAAAEYA/kixJGTV1xNU/s1600/Immagine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="217" src="https://2.bp.blogspot.com/-SyK0uVbh3fM/VUyxhVHhKnI/AAAAAAAAEYA/kixJGTV1xNU/s400/Immagine.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-jLKPJWVY5WY/VUyxhScajRI/AAAAAAAAEX8/1QCFMoQQr-w/s1600/Immagine2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="231" src="https://4.bp.blogspot.com/-jLKPJWVY5WY/VUyxhScajRI/AAAAAAAAEX8/1QCFMoQQr-w/s400/Immagine2.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-agEyjbp057M/VUyxhTHnZrI/AAAAAAAAEX4/ExYhz8qW4y8/s1600/Immagine3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="243" src="https://3.bp.blogspot.com/-agEyjbp057M/VUyxhTHnZrI/AAAAAAAAEX4/ExYhz8qW4y8/s400/Immagine3.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-1EXHDFikjU4/VUyxijx3lzI/AAAAAAAAEYQ/PnQ8r9I-1-M/s1600/Immagine4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="197" src="https://4.bp.blogspot.com/-1EXHDFikjU4/VUyxijx3lzI/AAAAAAAAEYQ/PnQ8r9I-1-M/s400/Immagine4.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i>(cliccare per ingrandire)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-10517996080960895632018-10-20T13:00:00.000+02:002018-11-18T11:31:03.354+01:00Laboratori e sotterranei delle collezioni egizie<div style="text-align: justify;">
Ogni giorno, centinaia di specialisti si dedicano all'analisi e al restauro di operare d’arte e reperti archeologici. Per certi aspetti, il loro lavoro assomiglia a quello di veri e propri investigatori: vediamo come si svolge entrando in uno dei più importanti centri di ricerca del mondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-7A_eHhetsmo/VU-t7dNz87I/AAAAAAAAEbY/SO1liWNUmOI/s1600/IMG_0753.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="500" src="https://4.bp.blogspot.com/-7A_eHhetsmo/VU-t7dNz87I/AAAAAAAAEbY/SO1liWNUmOI/s640/IMG_0753.JPG" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Uno dei più importanti laboratori di ricerca in campo artistico si trova a Parigi, presso il museo del Louvre. Si tratta di una struttura multidisciplinare, collegata al centro di ricerche e restauro dei musei di Francia. La metà del suo personale è costituita da scienziati, ingegneri e tecnici, mentre il resto comprende conservatori, documentaristi, storici e impiegati amministrativi. Il laboratorio si trova sotto il giardino del Carrousel, dodici metri più in basso rispetto al livello stradale, si articola su tre livelli, per una superficie totale di cinquemila metri quadrati. Una parte degli ambienti è destinata agli esami fotografici e radiografici, mentre nella parte restante si utilizzano tecniche di analisi che puntano a identificare i materiali costitutivi di opere d’arte e reperti archeologici. Arrivare a conoscere la struttura e la composizione chimica di questi oggetti, infatti, è il primo passo da compiere in ogni ricerca storica, così come di ogni intervento di conservazione e restauro. Il laboratorio comprende anche un ampio centro di documentazione, aperto ai ricercatori e a chiunque ne faccia richiesta. La stessa struttura organizza attività didattiche e supervisiona l’inquadramento di dottorandi e tirocinanti in materie scientifiche e storiche. Il laboratorio del centro di ricerche e restauro dei musei di Francia ha collaborato attivamente a realizzare le riproduzioni a grandezza naturale delle due tombe egizie esposte al museo “<i>de Tessé</i>” di Le Mans. Inoltre, si è occupato del restauro e della risistemazione della collezione egizia. Prima degli interventi di restauro, si è reso necessario approfondire la conoscenza dei materiali, identificarli e datarli. Allo scopo, è stata attuata una lunga serie di esami sui pigmenti colorati, sulle sostante leganti, sulle resine, sulla pietra calcarea delle steli, ecc. Così, per esempio, analizzando una bellissima immagine della celebre triade funeraria Ptah-Sokar-Osiride si è potuto stabilire che l’artista aveva utilizzato due tipi di legno: quello di sicomoro per l’acconciatura, quello di tamerice per il corpo e per la base della statuetta. Tuttavia il museo del Louvre non è l’unica istituzione al mondo che comprende un ampio laboratorio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Il museo del Cairo di oggi</b></div>
<div style="text-align: justify;">
La prima pietra dell’attuale museo egizio del Cairo fu posato da Abbas Hilmi II il 1 Aprile 1897, da allora il museo ha fatto numerosi passi avanti; il sotterraneo è adibito a magazzino, mentre l’esposizione occupa il pian terreno e il primo piano. Il secondo piano, meno spazioso, non è aperto al pubblico. Attorno ad un atrio centrale si susseguono più di cento sale, che presentano al pubblico magnifiche collezioni d’oggetti d’arte dell’antico Egitto. L’attuale disposizione dei reperti del museo egizio del Cairo sono qualche problema: il più evidente è senz'altro quello della mancanza di spazio, che penalizza la presentazione delle ricchissime collezioni di oggetti. Molti di questi non sono neanche visibili, relegati come sono negli angoli più nascosti delle vetrine. Per i conservatori del museo, dunque, la difficoltà non è tanto quella di arricchire le collezioni (anche se, in effetti, i fondi destinati a questa attività sono piuttosto limitati), quanto riuscire a trovare un posto per i nuovi reperti che continuano a venire alla luce dagli scavi. La valorizzazione dei tesori del museo avrebbe bisogno di lavori di ristrutturazione delle sale molto costosi. Servirebbero diversi milioni di dollari per l’installazione dell’aria condizionata nelle sale espositive, per il riordino degli oggetti ammassati, per l’installazione di un impianto di illuminazione appropriato e per l’acquisizione di un sistema di allarme che protegga da furti e incendi. A tutto ciò si aggiungo il problema del traffico automobilistico, che provoca pericolose vibrazioni, e quello dell’inquinamento causato da una vicina stazione di autobus. Per fronteggiare a questi problemi il Governo Egiziano ha indetto il 7 maggio 2002 un concorso internazionale per la creazione di un grande Museo Egizio (<b><a href="http://www.gem.gov.eg/" target="_blank"><span style="color: #0b5394;">GEM</span></a></b>), che sarà edificato su un area di cinquanta ettari, con una capacità di accoglienza di quindicimila visitatori al giorno. Collocato vicino alle piramidi di Giza, si propone di far conoscere e ammirare al meglio i monumenti e i tesori della storia dell’antico Egitto. Questa nuova struttura doveva essere aperta al pubblico quest’anno, ma visti i grandi ritardi nella costruzione e molto probabile che ci vorranno ancora diversi anni. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Altri musei in terra d’Egitto</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Per alleggerire il già ingombro museo del Cairo, la politica del dipartimento delle Antichità Egiziane è quella di dare più importanza ad altri musei che potrebbero accogliere gli oggetti attualmente conservati nei magazzini della capitale. Già dal 1975 a Luxor è stato allestito un museo molto moderno, e ad Assuan ritroviamo ora un museo consacrato alle Antichità Nubiane. Altre città, tra cui Zagazig e Ismailia possiedono collezioni degne di interesse, senza contare quella, non meno prestigiosa, del grande <b><u><a href="http://www.egittoantico.net/2015/04/il-museo-greco-romano-di-alessandria.html" target="_blank"><span style="color: #0b5394;">museo greco-romano di Alessandria d’Egitto</span></a></u></b>. </div>
<div>
<br /></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-20784038254423838612018-09-16T13:00:00.000+02:002018-11-18T11:30:50.736+01:00Le collusioni nelle tombe della Valle dei Re<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-bBjPlqlJho0/VUI032r6GOI/AAAAAAAAEPM/8uq7I1Zu-Yw/s1600/image.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-bBjPlqlJho0/VUI032r6GOI/AAAAAAAAEPM/8uq7I1Zu-Yw/s1600/image.jpg" width="251" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La Valle dei Re è stata utilizzata per oltre cinquecento
anni e di conseguenza più tombe sono state scavate in un sottosuolo sempre più
affollato. Gli ingressi delle tombe così venivano nascosti ulteriormente dagli
scavi di nuove sepolture, perdendo così la conoscenza precisa delle tombe
scavate in precedenza, visto che nessun piano generale della Valle sembra
essere stato redatto. Era quindi inevitabile che gli operai addetti a nuove
tombe potessero, inavvertitamente, irrompere in quelle precedenti. In
effetti, è sorprendente pensare che sia accaduto solo tre volte: nella KV 47
(Siptah - XIX din.), KV 11 (Ramses III- XX din.) e quando gli operai di Ramses
VI, della KV 9, sbucarono nella KV 12 (proprietario sconosciuto).</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>KV 47 e KV 32</b> (Tomba di Tia'a)<br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La KV 47, cioè la tomba di Siptah, è una tipica sepoltura
della dinastia XIX dinastia: una successione di corridoi conduce alla camera a
colonne e da lì a un grande camera funeraria a volta. Quando gli operai
entrarono nella KV32, gli scavatori studiarono la situazione, decisero così di
rattoppare il buco (foto) e scavare ulteriormente lungo l'asse principale del
KV 47. Quindi, ciò che era stato pensato come camera di sepoltura fu adoperato
come corridoio, mentre la camera sepolcrale finale è stata ritagliata diversi
metri dentro la collina, lontano dalla KV 32. A quanto pare, gli operai, a
corto di tempo, hanno poi abbandonato il progetto.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-NZTyDcG5R00/VUI09ADWTfI/AAAAAAAAEPU/Zk9AWsWMYss/s1600/Immagine.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-NZTyDcG5R00/VUI09ADWTfI/AAAAAAAAEPU/Zk9AWsWMYss/s1600/Immagine.jpg" width="227" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><br /></b>
<b>KV 11 e KV 10 </b>(Tomba di Amenemesse)<br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Gli scavatori che hanno iniziato il lavoro nella KV 11 non
sapevano di certo che all'estremità meridionale della Valle si trovasse la
tomba di Amenemesse. In realtà questa tomba appartenente all'inizio a
Sethnakht, fu poi ingrandita dal suo successore Ramses III, poiché quando gli
scavatori entrarono nella KV 10 all'epoca di Sethnakht, decisero di abbandonare
lo scavo e "usurpare" la tomba di Tauseret. Quando poi Ramses III
salì a trono, si decise così di cambiare l'orientamento assiale della tomba per
evitare ulteriori problemi, creando una delle tombe più grandi della Valle.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>KV 9 e KV 12</b></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un terzo caso verificato è quello che coinvolge la tomba di
Ramses V e Ramses VI. Gli operai anche questa volta entrarono casualmente nella
KV 12, per risolvere il problema, hanno cambiato il piano di scavo abbassando
il soffitto e creando un piano inclinato.</div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-23386878738585022112018-08-15T13:00:00.000+02:002018-11-18T11:30:40.353+01:00L'Egitto di Erodoto<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Storico, geografo, osservatore
dei costumi e viaggiatore infaticabile, Erodoto fu il primo a descrivere la
civiltà egizia. I suoi resoconti sono giunti fino a noi, ma vanno interpretati
con una certa cautela: anche se involontariamente, infatti, l'autore non poté
fare a meno di incappare in qualche inesattezza e approssimazione.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-yzXUWmt1qn0/VnNTGteUlBI/AAAAAAAAE0g/MpK9KY1fZKo/s1600/12386495_10207900490180862_1024162759_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://2.bp.blogspot.com/-yzXUWmt1qn0/VnNTGteUlBI/AAAAAAAAE0g/MpK9KY1fZKo/s400/12386495_10207900490180862_1024162759_n.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Secondo Cicerone, Erodoto fu
"il padre della Storia". Nella sua immensa opera, raccolta appunto
sotto il titolo di Storie, questo autore greco riunì tutto quello che gli
riuscì di vedere, ascoltare e annotare durante i suoi numerosi viaggi compiuti
in tutto il mondo antico. Di lui si sa ben poco: nata ad Alicarnasso tra il 485
e il 480 a.C. da una famiglia benestante, verso il 460 partecipò a un complotto
contro il tiranno della città, Ligdami. Quando il piano fallì, Erodoto fu
costretto all'esilio nell'isola di Samo. Nel 445 era nuovamente ad Atene dove,
insieme a spiriti illuminati come Sofocle, Euripide e Fidia, faceva parte della
ristretta cerchia dei collaboratori di Pericle. Infine, verso il 443, partecipò
alla creazione della colonia di Turi, dove visse una ventina d'anni e morì tra
il 419 e il 413. Duecento anni dopo la sua morte, alcuni storici della cerchia
di Apollodoro ripresero in mano le sue Storie e le suddivisero in nove libri, a
ciascuno dei quali fu dato il nome di una musa.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>L'ode a Euterpe</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il secondo libro delle Storie,
interamente dedicato all'Egitto, porta il nome di Euterpe, la musa della lirica
poetica e della musica. Sappiamo che Erodoto viaggiò lungo la terra del Nilo
intorno al 450 a.C.: risalì il grande fiume fino a Elefantina, visitò le città
del Delta e poi Menfi, Ermopoli, Chemnis e Tebe. Ispirato da Euterpe, lo
storico volle trattare tutti gli aspetti della vita del paese, dalla fauna alla
flora, dalle abitudini quotidiane alle tradizioni religiose, fino alle
conoscenze tecniche e scientifiche del V secolo a.C. Si soffermò, inoltre, sul
calendario egizio, sugli animali sacri, sui metodi di imbalsamazione, sulla
leggenda di Osiride e sulle inondazioni del Nilo, descrivendo anche la piramide
di Cheope e le campagne militari di Sesostri.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
A dispetto della verità di
argomenti, l'affidabilità di questo "reportage" sull'antico Egitto è
stata messa spesso in discussione. Le fonti di Erodoto erano costituite in
buona parte da resoconti orali, cioè da conversazioni intercorse con egizi di
diverse classi sociali e che esercitavano mestieri di ogni tipo. L'autore
intervistò anche dei commercianti greci stabilitisi in Egitto e degli egizi di
origine ellenica. Ebbe così la possibilità di discutere con le persone addette
all'accoglienza degli stranieri, con le guide, con i sacerdoti e con i
guardiani di asini, dai quali, probabilmente, venne a conoscenza di
chiacchiere, pettegolezzi e dicerie riguardanti le personalità più in vista
dell'epoca. A volte, poi, Erodoto fornì diverse versioni dello stesso
avvenimento: l'intento era permettere al lettore di crearsi la propria
opinione, ma la cosa poteva anche generare ulteriore confusione in coloro meno
avvezzi allo studio metodico. In definitiva, tra descrizioni contrastanti,
imprecisioni e qualche inesattezza, sarebbe stato davvero difficile distinguere
il vero dal falso se non ci fosse venuta in soccorso l'archeologia.<br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Gli errori di Erodoto</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Di fatto, nella descrizione
dell'Egitto, definito da Erodoto "un dono del Nilo", si alternano
dettagli molto precisi ma anche notevoli approssimazioni. L'autore, per
esempio, calcolò correttamente le distanze tra Eliopoli, Tebe ed Elefantina, ma
fornì informazioni non sempre vere sulla piramide di Cheope: in primo luogo,
riportò misure errate; inoltre, scrisse che la camera funeraria del faraone era
situata al centro del monumento, come effettivamente è, ma aggiunse che la
stessa era circondata dall'acqua, cosa che non corrisponde alla realtà. Anche
la descrizione dell'ippopotamo era piuttosto confusa: secondo Erodoto, questo
animale aveva una criniera simile a quella del cavallo. Più precise invece
erano le notizie sui periodo storici a lui più vicini, riguardanti per esempio
la XXVI dinastia o il faraone Shabaka.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Una delle maggiori fonti di
confusione per gli studiosi che hanno lavorato sui testi di Erodoto deriva da
una vera e propria mania dello storico: adattare in greco i nomi egizi, a
cominciare da quelli dei sovrani, abitudine che utilizzò anche con le divinità,
così, la dea Bastet divenne Artemide e Thot diventò Ermes.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT4MkTcIgjFqCXAlAFae2ZT8zAY7iGkY1Isnhk-xT5k7ru8KsWCWst6s7dAc1_nLdAREt2Yto_Yd4IbuKouKeUnPHwKhp6OvlRnHofEkJH30726MwoQJ5GCsmlSwqwa1ZMnke6KEPk6A8m/s1600/Immagineo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="372" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT4MkTcIgjFqCXAlAFae2ZT8zAY7iGkY1Isnhk-xT5k7ru8KsWCWst6s7dAc1_nLdAREt2Yto_Yd4IbuKouKeUnPHwKhp6OvlRnHofEkJH30726MwoQJ5GCsmlSwqwa1ZMnke6KEPk6A8m/s640/Immagineo.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Una singolare cronologia</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Proprio nel trattare la vita di
alcuni faraoni e la cronologia dei loro regni, però, Erodoto si dimostrò quanto
mai impreciso: più gli avvenimenti narrati erano lontani nel tempo, più i dati
diventavano incerti. La sua cronologia dei monarchi delle prime dinastie ha
dato non pochi grattacapi a noi egittologi, che ci siamo trovati di fronte a un
vero rebus. La sequenza temporale, in particolare, è piuttosto disordinata, e
un esempio su tutti può dimostrarlo: nella versione di Erodoto, Cheope, faraone
della IV dinastia, è collocato dopo Ramses III, re della XX dinastia. A creare
ulteriore confusione, come si è detto, contribuì la smania di Erodoto di
tradurre in greco i nomi egizi: non è dato sapere, per esempio, se un certo
faraone chiamato Rampsinite fosse in realtà Ramses III o il suo predecessore. E
il nome Min si riferisca al re Menes della cronologia di Manetone? Non mancò,
poi, l'aggiunta di informazioni dubbie o difficilmente verificabili, come
quella relativa a una spedizione di Sesostri nella lontana Colchide (la terra
di Medea e del Vello d'oro), sul mar Nero: un avvenimento mai riscontrato dagli
archeologi. Altrettanto dubbia è l'enumerazione dei faraoni etiopi: secondo
Erodoto furono diciotto, ma ufficialmente se ne conoscono solo cinque.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>La parola alla difesa</b></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Erodoto cercò di racchiudere in
un solo libro tremila anni di storia dell'antico Egitto. A sua disposizione,
però, aveva solo testimonianze verbali, che egli completò con le sue
osservazioni personali. Fino a quel momento, infatti, non esistevano altre
opere dedicate alla civiltà egizia. Erodoto, inoltre, visitò molte città, ma
non si fermò mai troppo a lungo nello stesso posto; soprattutto, non conosceva
la lingua locale né era in grado di interpretare i geroglifici. In simili
condizioni, il suo immenso lavoro rimane comunque prezioso. Nonostante le
imprecisioni, lo storico greco ebbe infatti il merito di fornire un'inedita
descrizione del paese, animata per di più da curiosità ed entusiasmo degni di
un moderno reporter. Se si considerano i mezzi che aveva a disposizione, non
avremmo potuto chiedergli di più. La sua opera, perciò, rimane una miniera di
informazioni, cui va riconosciuta se non altro la volontà di dimostrarsi utile alla
conoscenza dell'affascinante terra delle piramidi. </div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-68030915543402403042018-07-16T13:00:00.000+02:002018-11-18T11:30:31.088+01:00I rilievi della mastaba di Mereruka<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La sontuosa mastaba familiare del
visir Mereruka è una delle più grandi e più belle che si siano conservate nella
necropoli di Saqqara. Il suo ricco repertorio tematico risulta una preziosa
fonte di informazioni per la conoscenza della società e dell'economia egizia
durante la lunga VI dinastia.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-3CnqrS4BprU/V2latXspf8I/AAAAAAAAFAU/2if3mjUA8r0abq3AuFo8ZaaKz0V9qwuJwCLcB/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="340" src="https://1.bp.blogspot.com/-3CnqrS4BprU/V2latXspf8I/AAAAAAAAFAU/2if3mjUA8r0abq3AuFo8ZaaKz0V9qwuJwCLcB/s640/1.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpsZQwCB6uEGIYq1cozZx1GwvPUk40p6DrPaL1cXvhtNexAGKnZZRCQ3Z-N_QJfWkFS2N6MDTXYSy0v2EUIybU7R_wpeeu-ktatw0AtG79tQVd13X1gnBios2ggSCgweiy2KuIBLeeZlDA/s1600/13487425_10209365789452428_801869142_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpsZQwCB6uEGIYq1cozZx1GwvPUk40p6DrPaL1cXvhtNexAGKnZZRCQ3Z-N_QJfWkFS2N6MDTXYSy0v2EUIybU7R_wpeeu-ktatw0AtG79tQVd13X1gnBios2ggSCgweiy2KuIBLeeZlDA/s320/13487425_10209365789452428_801869142_n.jpg" width="188" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Mereruka fu visir e genero del
faraone Teti, appartenente alla VI dinastia. La sua tomba, a forma di mastaba,
fu costruita nella zona nord-orientale della piramide di Teti. Essa fu portata
alla luce nel 1892, da una missione francese diretta da Jacques de Morgan. Si
tratta di una delle più grandi tombe private di tutto l'Antico Regno. Occupa
una superficie di circa 1000 m<sup>2 </sup>e misura 40 m di lunghezza per 24 di
larghezza. La sepoltura, di tipo familiare, contiene il corpo di Mereruka,
quello di sua moglie, la principessa Uatetkhethor e dei loro due figli. Questa
grande mastaba ha 32 sale, 17 delle quali (e 4 depositi) dedicati a Mereruka, e
il resto a sua moglie e a suo figlio Meri-Teti. Alla tomba si accede tramite un
piccolo ingresso situato nel lato sud del complesso. Notevole, all'interno, la
"sala dei pilastri" dove, in una nicchia, c'è una statua del defunto.
In questa stanza, incisi sulla pietra e in condizioni pressoché perfette, si conservano
i titoli di Mererua. Tutte le sale sono decorate con rilievi, tranne quelle
utilizzate come granai e depositi.</div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Molti degli stupendi bassorilievi
che decorano la mastaba di Mereruka hanno per oggetto scene di vita quotidiana.
Il repertorio è vario. Nella III sala dell'area di Mereruka, si dà spazio al
lavoro dei metalli. Nella "sala dei sei pilastri" ci sono immagini
agricole e del visir che, con la moglie, sorveglia l'andamento dei lavori nella
proprietà. In questa sala c'è anche un bassorilievo che mostra alcune donne che
piangono la morte del padrone. Altre scene raccontano episodi di caccia e di
pesca con le reti. In una delle più belle è raffigurata, con sorprendente
realismo, la lenta agonia di un ippopotamo ferito da colpi di lancia. In linea
di massima, i bassorilievi conservano il gusto per la varietà tematica proprio
della dinastia precedente, ma vi appaiono situazioni nuove, come nella scena in
cui si vede la sposa di Mereruka sul letto, intenta a suonare l'arpa per il
marito; per non parlare delle immagini dell'alimentazione forzata delle iene o
del tentativo di addomesticamento delle gazzelle. I portatori delle offerte,
che recano ceste, capre, gazzelle o vitelli, sono raffigurati in varie maniere.
Non mancano infine scene di danza e di esercizi ginnici.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-3FqBsKTVpqE/V2lbEdUl8PI/AAAAAAAAFAk/F8-_pH_0NtAD78CuSplEoDA5E3stHAEhACLcB/s1600/Immagine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="382" src="https://3.bp.blogspot.com/-3FqBsKTVpqE/V2lbEdUl8PI/AAAAAAAAFAk/F8-_pH_0NtAD78CuSplEoDA5E3stHAEhACLcB/s640/Immagine.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-68552934204863153202018-06-18T13:00:00.000+02:002018-06-18T13:00:02.341+02:00I testi scolastici nell'antico Egitto<div style="text-align: justify;">
L'insegnamento, nelle suole di palazzo come nelle Case di Vita, prevedeva la copia di una serie di testi, tra i quali, oltre ai classici della letteratura egizia, figurava anche una sorta di manuale a uso degli studenti, organizzato come un compendio delle conoscenze e noto come <i>kemit</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-uewhySp7t7s/WyVUfLKvhCI/AAAAAAAAGVU/V1IA4Mapcl8NGkDBkbCVdwY53IqmwgwJACLcBGAs/s1600/k.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="637" data-original-width="1554" height="262" src="https://4.bp.blogspot.com/-uewhySp7t7s/WyVUfLKvhCI/AAAAAAAAGVU/V1IA4Mapcl8NGkDBkbCVdwY53IqmwgwJACLcBGAs/s640/k.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La maggior parte delle grandi opere della letteratura egizia ci è giunta grazie ai "compiti" degli antichi abitanti della valle del Nilo. L'apprendimento della lingua e dei suoi diversi tipi di scrittura era piuttosto complesso. L'insegnamento si basava sul "copiato" di frasi o testi interi in ieratico e geroglifico. Inoltre, benché fosse piuttosto frequente la copia di testi del Medio Regno (2040 - 1786 a.C.), scritti in egizio classico, una grossa importanza veniva data anche a una serie di testi scolastici, il principale dei quali era il celebre <i>kemit</i>, che conteneva un insieme di frasi e di nozioni utili allo scriba. Tra l'altro, venivano utilizzati sia modelli di lettere che liste di nomi reali. Il "copiato" consentiva all'alunno di imparare sintassi e stile. Gli antichi studenti egizi copiavano anche testi di matematica e di astronomia. A differenza degli attuali loro colleghi, gli egizi non sostenevano esami o, perlomeno, non se ne conosce fino al Periodo Tolemaico (332-30 a.C.).</div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-8446707497161397042018-05-29T13:00:00.000+02:002018-11-18T11:29:40.041+01:00Statua di Amenemhat III<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-qVcRcXkh6VM/V6haYm9z7CI/AAAAAAAAFBY/bqgzBjUmSvAxmuBZVrjCq9OhszCOdL-_wCLcB/s1600/112187007.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-qVcRcXkh6VM/V6haYm9z7CI/AAAAAAAAFBY/bqgzBjUmSvAxmuBZVrjCq9OhszCOdL-_wCLcB/s400/112187007.jpg" width="220" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
All'interno del tempio funerario di Amenemhat III a Hauara, citato da Strabone come il celebre "Labirinto", fu rinvenuta una statua frammentaria in calcare raffigurante il faraone seduto sul trono. La scultura doveva ornare l'ampio edificio destinato probabilmente a celebrare la festa-Sed, in occasione della quale si credeva che venisse rinnovato il potere del sovrano. L'immagine di Amenemhat III manca del vigore e della forza muscolare presenti in altre statue dello stesso monarca. La corporatura è meno vibrante e i lineamenti del volto, più idealizzati, danno vita a un ritratto che emana un senso assoluta imperturbabilità. Lo sguardo è fisso e severo, il torso è scarsamente modellato e il resto del corpo presenta forme rigide e schematiche. Il faraone siede con le mani appoggiate sul gonnellino striato sopra un trono che evoca quello di alcune statue analoghe di Sesostri I rinvenute a Lisht. I lati del sedile sono infatti decorati nello stesso modo, con il disegno del <i>sema-tauy</i> (emblema araldico dell'Unione delle Due Terre d'Egitto) affiancato da due immagini del dio Nilo stante davanti a una pianta di papiro e a una di loto, simboli del Nord e del Sud del Paese.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<strong>Dati</strong><br />
<em>Materiali</em>: Calcare giallo<br />
<em>Altezza</em>: 160 cm<br />
<em>Luogo del ritrovamento</em>: Hauara<br />
<em>Epoca</em>: XII dinastia (1842-1794 a.C.)<br />
<em>Sala</em>: n°21Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4853910841242110906.post-32561344093138565552018-04-14T13:00:00.000+02:002018-11-18T11:29:30.317+01:00Stele di Nebra<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-maIq-EtFPE4/VAGxF8qC6PI/AAAAAAAADZ0/CWa-rO6EfT0/s1600/IMG_0060.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-maIq-EtFPE4/VAGxF8qC6PI/AAAAAAAADZ0/CWa-rO6EfT0/s1600/IMG_0060.JPG" width="282" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="color: #141823; font-family: "helvetica" , "arial" , "lucida grande" , "tahoma" , "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.94px; white-space: pre-wrap;">Questa stele testimonia l'esistenza di un culto reso ad alcune divinità pressoché sconosciute altrove, ma molto amate dagli abitanti di Deir el-Medina. Il "disegnatore" Nebra e due dei suoi figli, Nakhtamon e Khai - disegnatori anch'essi - hanno dedicato questa stele alla rondine Menet Uret e alla gatta Tanuit. Il culto della rondine è attestato a Deir el-Medina da altre stele e anche da statuette di rondini. </span><span style="color: #141823; font-family: "helvetica" , "arial" , "lucida grande" , "tahoma" , "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.94px; white-space: pre-wrap;">Incontri</span><span style="color: #141823; font-family: "helvetica" , "arial" , "lucida grande" , "tahoma" , "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.94px; white-space: pre-wrap;">amo questo animale, simbolo della rinascita, nel </span><i style="color: #141823; font-family: helvetica, arial, "lucida grande", tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.94px; white-space: pre-wrap;">capitolo 86</i><span style="color: #141823; font-family: "helvetica" , "arial" , "lucida grande" , "tahoma" , "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.94px; white-space: pre-wrap;"> del </span><i style="color: #141823; font-family: helvetica, arial, "lucida grande", tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.94px; white-space: pre-wrap;">Libro dei Morti.</i></span></div>
</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="color: #141823; font-family: "helvetica" , "arial" , "lucida grande" , "tahoma" , "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.9400005340576px; white-space: pre-wrap;"></span><br /></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: "helvetica" , "arial" , "lucida grande" , "tahoma" , "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.94px; white-space: pre-wrap;">Nebra e la sua famiglia sono presenti in altri monumenti. Il "<i>disegnatore di Amon nella Sede della Verità</i>", Nebra è raffigurato nella tomba di Nebenmaat (<i>TT219</i>) con la moglie Pashed, una delle figlie di Karo, e i suoi figli Nakhtamon, Khai e Paherypedjet. Un altro figlio, Amenemopet, è menzionato su una stele conservata a Torino (<i>CGT 50036</i>). Artigiano specializzato tra gli operai della tomba, Nebra ereditò il mestiere di disegnatore dal padre Pay e lo trasmise ai suoi figli.</span></div>
</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: "helvetica" , "arial" , "lucida grande" , "tahoma" , "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.94px; white-space: pre-wrap;">
</span></div>
</div>
<div>
<span style="color: #141823; font-family: "helvetica" , "arial" , "lucida grande" , "tahoma" , "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.9400005340576px; white-space: pre-wrap;"><b><i style="background-color: white;"><br /></i></b></span></div>
<span style="color: #141823; font-family: "helvetica" , "arial" , "lucida grande" , "tahoma" , "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.9400005340576px; white-space: pre-wrap;"><b><i style="background-color: white;">Dati:</i></b></span><br />
<div>
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: "helvetica" , "arial" , "lucida grande" , "tahoma" , "verdana" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17.94px; white-space: pre-wrap;"><b>Periodo: </b>XIX dinastia
<b>Materiale:</b> Calcare inciso
<b>Misure:</b> Alt.cm 14,2; L 9,2
<b>Collezione:</b> Dovretti, 1824
<b>Luogo di esposizione: </b>Torino, Museo Egizio</span></div>
Dr.ssa Antonietta Ginevra Napolihttp://www.blogger.com/profile/08788339491132050808noreply@blogger.com0