La battaglia di Qadesh fu lo scontro cruciale fra i due principali antagonisti del tempo, l'Egitto di Ramses II e l'impero hittita di Muwatalli.
Il nome che è stato associato al poema, quello dello scriba Pentaur, è solo di colui che ci ha lasciato una delle copie su papiro, eseguita a Menfi durante il regno del successore di Ramses II, Merenptah, e conservata al British Museum di Londra.
La redazione del racconto dovette appoggiarsi al diario di guerra che è quanto si legge in forma sintetica nel cosiddetto ''bollettino'', inciso sulle pareti dei templi. Nel testo è la preghiera, vero testo lirico, con la quale Ramses II si rivolge al dio Amon, e ne invoca l'aiuto, trovandosi solo circondato dai nemici.
Dal racconto di Qadesh si evince l'importanza dei ''servizi segreti'', la battaglia si chiuse alla pari piano tattico, ma riusci vittoriosa per Ramses sul piano strategico, perché l'impero hittita si basava sulla guerra e l'espansionismo, una volta fermato entrò in decadenza. Lo stesso destino toccherà all'impero assiro. Venne collaudata la struttura dell'esercito per divisioni, ancora, appare stupefacente la puntualità dell'incontro a Qadesh, a 450 km dalle basi, dell'esercito di Ramses II col corpo speciale, i Naharin che soccorsero la ''Amon'' nel momento di massimo pericolo ittita.
Nell'anno di regno XXI di Ramses II, egizi e ittiti conclusero paritari il primo trattato di pace internazionale che ci sia noto, dove nella versione egizia si legge ''tu sei in pace con me ed io sono in pace e in fratellanza con te, per sempre''. Tuttavia le due versioni del trattato hanno qualche discordanza, le clausole prevedono eterna pace da salvaguardare con un patto di reciproca non aggressione e alleanza difensiva contro nemici esterni e contro rivolte interne. Sono molto articolate le disposizioni che riguardano l'estradizione di fuggitivi, distinti secondo gerarchie sociali, nessuno dei quali pero dovrà essere accolto dall'altro paese. Sebbene le clausole siano espresse rigorosamente in maniera reciproca, si constatano alcune divergenze che possono pesare nell'interpretazione. Solo nella versione hittita, che è stata riprodotta in Egitto, il re Hattusili III fa riferimento alla scomparsa di Muwatalli e alla sua successione al trono, tacendo di avere detronizzato Mursili III, ma assicurando la sua volontà di pace. Nella stessa versione a Ramses è richiesto di fornire il suo sostegno affinché sia garantita la legittima successione al trono di Hatti.
Tuttavia le fonti Hittite tacciono molti particolari importanti che ci possono indurre a pensare che il trattato di pace fu molto conveniente per la stabilità del regno di Hatti, tutto questo per dire che a Pentaur non va riconosciuto tanto il merito di aver contribuito alla redazione dei testi sulla battaglia di Qadesh, ma quello di aver trascritto su papiro il racconto della battaglia, che non è sicuramente un resoconto storico.
Non parlerei di "falso" storico ma piuttosto di letteratura elogiativa che, in tale contesto, era più che naturale.
RispondiEliminaConsideriamo che il papiro è stato scritto durante il regno di Ramses, quindi contemporaneo ai fatti e si trattava pur sempre di un Faraone e non uno qualunque, ma il grande Ramses!!
Salvatore
Rispondendo a Salvatore, direi che è evidente l'uso accorto e puntuale, della propaganda di regime, da parte degli egizi. Avevano ben capito che la propaganda, come uso e manipolazione della verità rende un gran servigio al potere e alla sua stabilità. Ramsess II ne era certo ben consapevole. L'opinione pubblica allora poteva solo "informarsi" guardando le pareti istoriate dei templi che , invariabilmente celebravano la vittoria egizia, sui nove archi. Pentaur scrive a memoria per i posteri, una versione edulcorata delle vicende di Qadesh. Qadesh rimane comunque una battaglia importantissima, per il trattato "moderno" che ne consegue e per le ricadute positive per i due imperi, in tema di stabilità interna, commerci e prosperità, per la popolazione tutta. Invece a Ginevra dico, che si i "servizi segreti" hanno avuto un ruolo nei preliminari della battaglia, ma sicuramente gli Hittiti in un primo tempo riescono a darla a bere agli egizi, facendo catturare degli infiltrati che danno notizie false sulla posizione di Muwattalli (e Hattushili). In realtà il grosso dell'esercito era accampato a pochi kilometri da Qadesh! La sorpresa in un primo tempo riesce agli Hittiti, ma poi, l'asso nella manica della divisione Naharin, composta da veterani di guerra, riesce in pieno agli egizi, che come dici tu infatti rovesciano le iniziali sorti dello scontro a favore degli egizi. La tempistica di questo "appuntamento al buoi" ha dello stupefacente davvero. Consideriamo però che nel calcolare il tempo, non erano dei pivelli! Quindi arrivarono puntualissimi, nel luogo giusto al tempo stabilito. Interessantissima infine la tua nota sul tracollo dell'impero Hittita che basava la sua forza sull'espansionismo! Non avevo mai considerato questo aspetto illuminante per capire, lo sgretolarsi di una compagine di popolazioni eterogenee, come fu l'impero Hittita. Probabilmente l'espansione era "il collante" di tutto. (Certo un ruolo lo hanno giocato anche "i popoli del mare", ma questo è un altro argomento). Saluti ad entrambi, Claudio.
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