L'avvento dell'Antico Regno comportò il consolidamento e il perfezionamento del primo stato territoriale centralizzato della storia. Permise anche lo sviluppo della civiltà egizia, che raggiunse in questo periodo, per la prima volta, uno dei momenti di massimo splendore. L'unificazione e l'accentramento politico, realizzati dall'ultimo re tinita Khasekhemuy, costituirono le basi dell'Antico Regno. A partire dai regni dei suoi figli, Sanakht-Nebkha e Zoser, i cambiamenti si susseguirono a un ritmo vertiginoso, ragion per cui tali sovrani vengono considerati gli iniziatori della III dinastia e , quindi, dell'Antico Regno. Con Sanakht-Nebkha la capitale fu stabilita definitivamente a Menfi; nella necropoli di Saqqara fu costruito il primo grande monumento interamente in blocchi di pietra lavorata, la cosiddetta ''mastaba iniziale''. Su di essa venne edificata, per il fratello e successore Zorser, una piramide a gradoni, prima di quattro e poi di sei. La costruzione della prima piramide, opera di Imhotep, rappresentò non solo un importantissimo salto di qualità nell'architettura in pietra scolpita e un cambiamento significativo nel rituale funerario reale, ma anche l'adesione della monarchia ai postulati teologici del clero di Eliopoli. Da questo momento, le relazioni tra la monarchia e il clero eliopolitano determinarono la storia dell'Antico Regno. Durante la IV dinastia, sotto Cheope, Chefren e Micerino, le piramidi raggiunsero la massima grandezza e perfezione, e il potere reale impose i propri dettami al clero. Ma, con la V dinastia, i sacerdoti controllarono la monarchia e le piramidi dei re divennero più piccole.
Il regno di Snefru segnò l'avvento della IV dinastia, senza dubbio l'epoca di tutta la storia egizia in cui il potere del faraone raggiunse il suo massimo splendore. La grandezza delle piramidi costruite in questo periodo è un fedele riflesso dell'autorità dello Stato e dei sovrani che le fecero edificare. I monarchi furono identificati con lo stesso dio Ra e il loro culto con quello alla divinità. Cheope, figlio e successore di Snefru, fece costruire a Giza la ''grande piramide''-il più grande e perfetto di questi monumenti- per i suoi discendenti, Chefren e Micerino, vennero eretti altri due edifici nello stesso luogo, più piccoli ma egualmente perfetti. Ma con la crisi politico-religiosa verificatasi dopo il regno di Micerino, il clero di Eliopoli impose ai sovrani della V dinastia il proprio volere, separando il culto divino da quello reale. Di conseguenza, le piramidi di questi monarchi sono molto più piccole, riflettendo il momento in cui lo Stato andava esaurendo rapidamente le sue risorse economiche. La crisi finale arrivò con la VI dinastia.
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