La necessità di preservare il
corpo per la vita nell'aldilà sembra essere una costante nella storia egizia, con
il passare del tempo, gli egizi, si resero conto che il corpo del defunto si
conservava molto meglio se privato degli organi interni. I vasi in cui venivano
custoditi tali organi vengono oggi chiamati canopi. I vasi in questione, sono
menzionati nei Testi delle Piramidi come “amici del re”, poiché aiutavano il
faraone nella sua ascesa al cielo. Nel XVIII secolo, il vaso dalla testa umana
venne rappresentato con un personaggio mitologico greco, Canopo, timoniere di
Menelao, che fu sepolto a Canopo, nel Delta, e adorato sotto tale forma.
La prima traccia dei vasi canopi
fu rinvenuta nel corredo della regina Hetepheres, madre di Cheope, in cui vi
era una cassa divisa in quattro parti contenente resti di organo. Nel Primo
Periodo Intermedio comparvero vasi con testa umana e, al loro interno, organi
mummificati. Questa pratica si diffuse nel Medio Regno; a partire dalla XIX
dinastia, ogni coperchio aveva la forma di uno dei figli di Horo. Ma dalla XXI
dinastia gli organi furono mummificati e lasciati all'interno con una piccola
figura di cera del figlio di Horo a cui l’organo erano collegato. Anche così si
continuarono a fabbricare i vasi canopi, benché in un unico pezzo e senza nulla
dentro. Essi mantennero il loro valore simbolico di protezione fino all'epoca romana.