La magia rivestiva un ruolo di primo piano nella vita degli egizi e poteva manifestarsi in molti modi. Particolare importanza avevano gli amuleti, oggetti dai poteri magici che, posti come pendenti di una collana intorno al collo del defunto o tra le bende della mummia, fornivano protezione nell'aldilà.
Già prima dell’impero faraonico, la sepoltura prevedeva il corredo funerario. Oltre agli oggetti di ceramica utilizzati dal defunto in vita, ne venivano aggiunti altri di carattere magico: gli amuleti. Questi piccoli oggetti, durante il Periodo Predinastico erano realizzati con piccole parti del corpo umano o di animali; poi, a partire dal Medio Regno, vennero utilizzati altri materiali. Gli amuleti più antichi, avendo la funzione di restituire al defunto tutti i sensi nell’aldilà, ricordavano nella forma parti del corpo: bocca, orecchie, occhi, piedi, mani. Altri riproducevano emblemi degli dei, come il nodo di Iside, o il pilastro Djed, associato a Osiride. Quelli che rappresentavano parti del corpo animale, recavano anche incisi segno geroglifici. Il valore magico di un amuleto dipendeva dalla forma e dal colore del materiale utilizzato: il verde nell’amuleto del papiro simboleggiava la freschezza della vegetazione, mentre l’azzurro della ceramica invetriata era un chiaro riferimento al mare o al cielo. Il colore più utilizzato dai faraoni era l’oro, che simboleggiava la carne degli dei.