Gli egizi conoscevano il denaro quando ancora non lo
utilizzavano: il loro commercio di basava sul baratto. I soldi vennero
introdotti in Egitto con l’instaurazione della dinastia dei macedoni. Gli egizi
coniarono monete per la prima volta durante il regno di Hakor (391-377 a.C.),
anche se per motivi eccezionali (guarda paragrafo sotto). Le prime coniazioni propriamente
dette iniziarono tra il 330 e il 325. Le emissioni circolarono attraverso l’impero
macedone e furono un elemento di prestigio per Alessandro e per la sua città.
Nella zecca di Alessandria lavoravano incisori stranieri, che dominavano l’arte
di coniare monete. Tolomeo I (305-283 a.C.) ne fece una delle più importanti
del mondo ellenistico. Era necessario molto denaro per costituire un esercito
di mercenari greci e riorganizzare economicamente il paese. Esso poteva essere
anche un potente mezzo di propaganda ideologica. Nel 305, quando Tolomeo
divenne re dell’Egitto, modificò i coni e fece mettere la propria immagine
sulle monete d’oro e sui tetradrammi di 14 grammi, quelli maggiormente in
circolazione. Per la prima volta fu raffigurato sulle monete il ritratto di un
monarca vivo.
Con la conquista della Cirenaica, di Cipro e della Fenicia,
la creazione di un sistema monetario trasformò questi domini dei Lagidi in un’area
di circolazione esclusiva che facilitò il controllo dell’economia. Dopo la
battaglia di Ipso, nel 301 a.C., fu adottato il sistema di peso fenicio e si
coniarono monete in tutti i metalli: oro, argento e bronzo. L’economia dei
Lagidi raggiunse il massimo splendore con Tolomeo II (283-246 a.C.) e Tolomeo
III (246-221 a.C.). Tuttavia, l’oro circolò poco; le coniazioni più note in
questo metallo risalgono alla fine del regno di Tolomeo II o ai tempi del suo
successore. Si tratta di una serie di octodrammi, sul cui recto sono raffigurati
Tolomeo II e Arisnoe II e sul verso Tolomeo I e Berenice. Le emissioni più importanti furono quelle di
bronzo. Fu introdotto il tipo ‘’rame’’ durante il regno di Tolomeo IV
Filopatore (221-203 a.C.). Il bronzo di grande peso fu introdotto verso il 270
da Siracusa, città che segnava le mode di Alessandria. Verso la metà del III
secolo circolarono tetradrammi d’argento per il commercio estero e dramme di
bronzo per quello interno. La popolazione utilizzò il bronzo senza coniarlo per
il commercio di tutti i giorni. La conquista di Siracusa da parte dei romani
pose fine all’era dell’argento, e le zecche fissarono misure di valore in
bronzo. A partire da Tolome V Epifane (203-181 a.C.), la monetazione perse
vigore. Continuarono i tipi precedenti e rimasero solo didrammi molto rari. Le
emissioni d’oro scomparvero dopo Tolomeo VIII Evergete (170-116 a.C.).
La fine della dinastia dei Lagidi, specialmente durante il
regno di Tolomeo XII (80 a.C.) e Cleopatra VII (51-30 a.C.), fu caratterizzata
da una crisi economica e politica. Le monete d’argento non scomparvero, ma
furono utilizzate soltanto per un certo tipo di pagamenti – i prestiti a lungo
termine – per prevenire l’inflazione. Per la maggior parte della popolazione
questo prezioso metallo conservò il proprio valore ma non sotto forma di
moneta. Durante l’impero romano, Augusto confiscò tutto l’oro e l’argento delle
tesorerie reali e lasciò circolare soltanto le monete di rame per i bisogni
interni. Tiberio continuò le coniazioni in bronzo nella zecca di Alessandria.
Nel 20 d.C. fu coniata una moneta fatta per l’82% di rame e per il resto di
argento. In seguito venne realizzata una lega d’argento uguale a quella
contenuta nel denaro romano. Poiché allora non si conosceva alcun metodo per
separare l’argento dagli altri metalli, questa moneta fu poco diffusa e il suo
valore commerciale scarso. Si chiamava statere o tetradramma ed equivaleva
ufficialmente a un denaro romano o a una dramma attica. Ad Alessandria furono
coniati cinque tipi di monete di bronzo durante i primi due secoli della
dominazione romana.
Il Baratto
L’Egitto era essenzialmente un paese agricolo. La maggior
parte degli scambi avveniva in natura, attraverso i prodotti della terra, con
cui si pagavano anche i tributi. A partire dalla XVIII dinastia vi fu uno
strumenti di scambio basato sui metalli: il deben, che equivaleva a 91 grammi.
Era d’oro, argento e rame ed era suddiviso in 10 kite. L’archeologia ha
rinvenuto numerosi "pesi" di aspetto teriomorfo o con testa di bovino, a
dimostrazione che il sistema economico si basava sull'agricoltura. L’uso del
metallo come mezzo di scambio nel Nuovo Regno non incise sull'economia del
paese.
Hakor e le prime coniazioni
Le prime emissioni di moneta sono di epoca tarda e si devono
a una situazione eccezionale. Per lottare contro l’esercito persiano, il
faraone Hakor (dai greci chiamato Achoris/ 391-379 a.C.) ingaggiò mercenari
greci, che non accettavano il pagamento in natura, per cui fu necessario
coniare monete di tipo ateniese e anche richiedere coni in questa città. Fino
alla fuga di Nectanebo II in Macedonia, nel 341 a.C., i tipi acquistarono un
carattere più locale, anche se la circolazione di queste emissioni fu limitata.
L’innovazione assunse una forma definitiva sotto i Tolomei.
Le Zecche
La zecca di Alessandria entrò in attività verso il 326 a.C.
Conosciamo le emissioni di tetradrammi di Alessandro. La zecca di Alessandria
emise serie in oro, argento e bronzo; i suoi maggiori indici di produzione si
ebbero sotto i primi quattro monarchi Lagidi, ma non vi fu il marchio della
zecca fino alla fine del II secolo a.C. Il sistema delle zecche fu opera di
Tolomeo I. Quelle di Corinto ed Efeso furono le uniche a funzionare fuori dell’aera
monetaria esclusiva al tempo di Tolomeo I e Tolomeo III. Le città fenicie, con
una lunga tradizione avevano coniato monete per Alessandro; non fu difficile
adattarle alle esigenze dei Tolomei. Al tempo di Tolomeo II furono importanti
le zecche di Tiro, Sidone, Ptolemais, Khoppa, Gaza, Beirut e Ascalon. A Cipro
si distinsero quelle di Kition, Pafos e Salamina. Anche a Cirene vi fu una
zecca importante.
La banconota egiziana
Oggi i biglietti dello Stato egiziano presentano immagini
che ricordano l’eredità dell’antica Civiltà dei faraoni. Sono frequenti le
raffigurazioni di rilievi con imprese militati, tempi, piante araldiche, barche
sacre o effigi del sovrano. Nell'immagine si vede un biglietto da 50 piastra,
su cui è presentato Ramses II, con il tipico elmo da guerra e lo scettro
pastorale.