''L'incestuosa Tolomeide (...). L'empia sorella si sposa col
fratello, già sposa del condottiero latino e,
passando da un marito all'altro,
possiede l'Egitto e si guadagna Roma''.
Lucano, Pharsalia, X, 68 e 357-359.
I versi di Lucano rappresentano il ritratto giunto fino a
noi dell’ultima sovrana d’Egitto, che lussuriosa e disinibita incatenava il
cuore di tutti gli uomini per arrivare al “trono” di Roma. Cleopatra è da
sempre rappresentata come una capricciosa regina, e anche Dante la colloca tra
i peccatori, ma era questa la sua vera natura?
Cleopatra VII era di stirpe macedone, discendeva del
generale Tolomeo, amico fidato di Alessandro Magno, e che divenne poi il primo
faraone della dinastia tolemaica, o lagida . Si dice di lei che era bella come
nessun’altra e che fosse abile nell’arte della seduzione. In realtà oggi si
pensa che non fosse tanto la sua bellezza ad attrarre gli uomini più potenti
del mondo romano, quanto la sua voce melodiosa, che mista a una cultura senza
pari, la rendevano molto più affascinante che graziosa. Infatti la sovrana
tolemaica era capace di declamare i grandi autori greci a memoria, conosceva
circa sette lingue e tra queste c’erano anche l’egizio, il latino e
naturalmente il greco.
Tra i suoi uomini ci sono nomi come Cesare e Marco Antonio,
personalità di grande spessore, che non solo condizionarono il tempo in cui
hanno vissuto, ma anche la nostra modernità. Cleopatra sposò prima Tolomeo XIII
per regnare sul trono d’Egitto dopo la morte di suo padre, quando poi cercò di
deporla dal trono, Cleopatra scappò per radunare un esercito. Questa situazione
creò naturalmente una guerra civile, che venne placata solo dall'intervento di
Cesare, il quale li convocò entrambi ad Alessandria, ma poiché su Cleopatra
esisteva una taglia, la regina preoccupata per la sua sorte, chiese al fedele
Apollodoro di trasportarla fin da Cesare chiusa al sicuro in un tappeto. Si
narra che questo stratagemma colpì così tanto il conquistatore romano che i due
diventarono amanti la notte stessa. Arrivata ormai ad Alessandria e con il
sostegno di Cesare garantito dalla loro relazione, Cleopatra abbandonò ogni
paura sposando un altro fratello, Tolomeo XIV.
Cesare era arrivato in Egitto inseguendo Pompeo, il quale
aveva dichiarato il conquistatore nemico della patria, in seguito alla campagna
in Gallia. Cesare fu costretto perciò a tornare in Italia, i suoi nemici
difatti tentavano di rovinarlo politicamente, però egli non si perse d’animo e
ordinò una marcia forzata, attraversò il Rubicone e piombò a Roma, quando ormai
i suoi avversari erano già fuggiti. Naturalmente la caccia a Pompeo gli aveva
creato altri rivali, e il disfacimento interno dell'Egitto lo costrinsero a
rimanere nella terra del Nilo per alcuni anni, nei quali intrecciò una lunga
storia con Cleopatra, per poi ripartire alla volta di Roma. Dalla loro
relazione nacque un figlio, Tolomeo Cesare, che venne ribattezzato con il
vezzeggiativo di Cesarione. Questo bambino aveva una forte importanza per il
popolo egizio, poiché garantiva l’aiuto romano attraverso il legame di sangue
con il padre. Purtroppo, nel 44 a.C., Giulio Cesare venne assassinato e
Cleopatra, che si trovava a Roma da due anni, fu costretta ancora una volta
alla fuga. La morte di Cesare non solo significava la fine di un sentimento, ma
anche la fine di un sogno. Difatti ambedue avevano fatto loro la visione di
Alessandro Magno: un impero unito da Occidente a Oriente, dalle colonne
d’Ercole all’India.
Gli anni che seguirono la morte di Cesare furono
contraddistinti dalla guerra di Marco Antonio e Ottaviano contro i cesaricidi ,
che vennero inseguiti e uccisi fino all’ultimo. Alcuni autori antichi, tra cui
Plutarco, raccontano dei vari sogni che Bruto fece a proposito di un fantasma
che lo terrorizzava. In un'occasione in particolare, Bruto, facendosi coraggio
chiese allo spettro chi fosse e cosa volesse da lui, e lo spirito rispose:
"Ci rivedremo a Filippi"
Durante la notte che precedette la battaglia di Filippi,
Bruto tornò a sognare questo cupo fantasma. Ormai sconfitto dall'esercito di
Marco Antonio e di Ottaviano, decise di togliersi la vita, e mentre era in
procinto di uccidersi, rispose a chi lo esortava a fuggire:
"Fuga sì, ma questa volta con le mani, non con i piedi”
Lo spettro, forse quello di Cesare, aveva dunque ragione: In
seguito alla battaglia Bruto non fu l'unico che si tolse la vita, Casca, che
era stato il primo a trafiggere Cesare, si uccise e così anche Gaio Cassio, che
si pugnalò con la stessa daga che aveva adoperato contro il
"dittatore".
Questa ennesima guerra civile durò molti anni e portò di
nuovo Roma sull'orlo dell’instabilità politica, a tal punto Marco Antonio e
Ottaviano strinsero un accordo che prevedeva anche la presenza di un terzo
uomo: Marco Emilio Lepido, un generale che era rimasto a guardia di Roma durante
le battaglie contro le forze repubblicane . Tale contratto è ricordato come il
Secondo Triumvirato e prevedeva
l’assegnazione dell’Oriente ad Antonio, l’Africa a Lepido e i restanti
territori, inclusa Roma, a Ottaviano. Per suggellare tale patto Ottaviano
propose ad Antonio di sposare sua sorella Ottavia, e ovviamente il generale
accettò. Il problema era che tempo addietro Marco Antonio, durante una
spedizione contro la Giudea, chiese a Cleopatra di incontrarlo a Tarso e da
quel momento in poi erano divenuti amanti. Quindi il nuovo matrimonio di
Antonio fece infuriare la fascinosa regina. Passata la tempesta Cleopatra diede
tre figli al condottiero romano: Elios, Selene e Tolomeo. Purtroppo la presenza
di Antonio in Egitto e il matrimonio che ne susseguì crearono non pochi
dissensi a Roma. Infatti Ottaviano era da sempre alla ricerca di un motivo per
dichiarare guerra ad Antonio, ottenendo così l’intero controllo del territorio
romano. Quando furono consegnate le ultime volontà del condottiero, che contemplavano
non solo il desiderio che i figli avuti da Cleopatra ereditassero i suoi
diritti, ma anche il proposito di essere sepolto in Egitto, Ottaviano ebbe
finalmente in pugno l’arma che tanto cercava. Rese pubblico il contenuto del
testamento di Antonio e dichiarò guerra all’Egitto e a Cleopatra, ma non ad
Antonio stesso, che era ancora molto amato a Roma, e visto che quella era la
prova che la sua mente era stata annebbiata dalla meretrice egizia, bisognava
appunto salvarlo dalle sue grinfie. Difatti è questo il motivo per cui ancora
oggi Cleopatra è considerata una donna lussuriosa, ingorda e malvagia, perché
Ottaviano, con l’aiuto del suo leale compare Mecenate, mise in scena una vera e
propria campagna di denigrazione ai danni della regina, e nonostante siano
passati duemila anni, è ancora oggi potente come all’epoca. La guerra tra
Ottaviano e i due amanti si concluse con la battaglia di Azio, dove le forze
egizie furono spazzate via da quelle del nuovo dittatore. In seguito alla
battaglia Ottaviano invase l’Egitto e arrivò fino ad Alessandria. Non avendo
scampo Antonio si tolse la vita, e così fece anche Cleopatra.
La Morte
Tutti noi abbiamo sentito parlare di come si uccise l’ultima
sovrana d’Egitto, poiché la sua morte segnò anche la fine del regno faraonico.
La leggenda vuole che Cleopatra si sia suicidata con il morso di un aspide, che
nascosto dentro ad un cesto di fichi, decretò l’ultimo respiro della regina
macedone. Tuttavia sono molte le cose che fanno pensare che l’animale usato per
darle la morte fosse stato in realtà un cobra. Infatti questo serpente è da sempre legato alla
regalità egizia e agli dei stessi.
Articolo tratto dal libro Oltre il Gineceo di Antonietta G. Napoli