I resti archeologici più abbondanti in Egitto sono in ceramica, materiale utilizzato per la fabbricazione di oggetti che servivano come supporti per la scrittura. Lo studio della ceramica può fornire dati concernenti la cronologia, l'uso, lo provenienza e il commercio. La maggior parte degli oggetti veniva realizzata con argilla del Nilo, poiché, dopo la cottura, restava di colore rossiccio. Gli oggetti furono modellati a mano fino all'Antico Regno, quando fu utilizzata una piattaforma girevole mossa con le mani. Durante il Nuovo Regno fu inventata la ruota da vasaio. I vasi di pietra erano destinati soprattutto all'uso funerario, per la vita quotidiana si usava la ceramica. Vasi, piatti, coppe, recipienti e anfore erano di argilla e di decoravano o meno a seconda della loro funzione. Le ceramiche si distinguono a secondo del tipo di argilla impiegato per la loro fabbricazione, esiste argilla di colore rosa pallido e grigiastro. La ceramica fatta con il limo del Nilo serviva per il vasellame di uso quotidiano. Con l'argilla calcarea, estratta soprattutto da Qena, nell'Alto Egitto, si produceva quella di lusso. All'argilla veniva aggiunti altri elementi (come paglia o sabbia) per sgrassare o per rendere la massa compatta. La forma della ceramica indica contatti con la Palestina. La ceramica così ottenuta veniva decorata di rosso e con disegni che scomparvero all'inizio del periodo dinastico.
Dal periodo predinastico gli egizi crearono un tipo di ceramica che imitava il turchese e il lapislazzuli, chiamata faience: una maiolica, che si fabbricava con argilla, calce, quarzo triturato e cenere. Si dava uno strato di vernice di colore blu o verde, che conferiva un aspetto di smalto. La decorazione nera si applicava con manganese. Questo procedimento fu utilizzato fino all'epoca della dominazione islamica.