Come era l'antico tempio di Karnak quando fu costruito?quali erano i suoi colori?cercherò con le immagini in mio possesso di ricostruirlo e di tracciare un ritratto complessivo di questa straordinaria opera egizia.
A destra potete vedere un immagine sovrapposta del moderno sito con quello originale, si percepiscono così le prime differenze.
''Io so che Karnak è l'orizzonte sulla terra, l'augusto sorgere del sole al tempo delle origini, l'occhio sacro del Signore Onnipotente, la sede del suo cuore, che si riveste della sua bellezza e ospita tutti i suoi fedeli''
Così la regina Hatshepsut scriveva su uno dei suoi obelischi.
Le origini del tempio di Karnak (dall'arabo karnaka, fortezza) risalgono al Medio Regno; a questo periodo appartiene il santuario originario, del quale rimangono oggi scarsissime tracce. In epoche successive, per altri 2000 anni, le costruzioni si succedettero incessantemente: tutti i faraoni apportarono un loro contributo al tempio, che venne così ampliandosi progressivamente, dall'interno verso l'esterno, fino a raggiungere le dimensioni attuali, che ricoprono una superficie complessiva di circa 1400x500m. In questo spazio sono inseriti tre grandi comprensori sacri:a nord quello dedicato al dio locale Montu, al centro il più grande, quello del dio Amon, a sud quello delle dea Mut, compagna di Amon.Il grande tempio di Amon, o tempio di Karnak, occupa un'area di 600x500m ed era chiamato Ipet-set, ''il luogo eletto''. L'ingresso al tempio avviene attraverso il 1°pilone, iniziato nella XXX dinastia e lasciato incompiuto a circa 2/3(32m) dell'altezza totale in epoca tolemaica, proceduto da un viale di sfingi a testa di ariete. Il primo ambiente è un grande cortile quadrato, al centro del quale si trova un chiosco con dieci colonne costruito dal faraone Taharqa della XXV dinastia; una sola di queste colonne è sopravvissuta. Sulla destra un piccolo tempio di Ramses III, a sinistra un santuario formato da tre cappelle contigue dedicato da Sethi I alla triade tebana, composta da Amon, Mut e Khonsu.
Il secondo pilone dà accesso alla grande Sala Ipostila, una delle più stupefacenti costruzioni di tutta l'antichità:la sala, che copre una superficie di 4983m e misura 102m di larghezza per 53 di profondità, contiene 134 colonne in 16 file, di cui quelle che costeggiano la navata centrale sono alte 23m e hanno dei capitelli di dimensioni tali che potrebbero ospitare 50 uomini in piedi; la sezione centrale è più alta di quelle laterali, in modo da creare tre navate, i cui soffitti, di altezza disuguale, che diffondevano una luce attenuata. Sethi I iniziò i lavori della sala, che venne completata da suo figlio Ramses II.
Inoltrandoci nel tempio, incontriamo altre straordinarie costruzioni: gli obelischi di Thutmosi I e di Hatshepsut, esemplari singoli di quelle ch originariamente erano due copie; quello di Hatshepsut in particolare, oltre ad essere il più alto presente in Egitto, più di 30m per un peso complessivo di circa 320 tonnellate, presenta sulle sue facce scene di contenuto rituale e dei bellissimi geroglifici.Segue la cosiddetta Sala degli Annali di Thutmosi III, nella quale si trovavano due splendidi pilastri di granito rosa decorati con le piante araldiche d'Egitto, il loto del sud e il papiro del nord, che conservano ancora i loro colori originali; sui muri che circondano la vasta area, che include il santuario di cui parleremo più avanti, sono riportate le cronache delle 17 campagne militari che Thutmosi condusse, principalmente nell'area medio-orientale, e che portarono i confini dell'Egitto alla loro massima estensione, Gli Annali costituiscono la più lunga (225 righe di testo) ed importante iscrizione storica di tutto l'Antico Egitto e contengono, oltre alle descrizioni degli eventi militari, anche l'elenco dettagliato dei tributi che le singole regioni sottomesse inviavano all'Egitto: si tratta di enormi quantità di prodotti, manufatti e materiali preziosi. All'interno dei muri della Sala degli Annali si trovano il santuario che conteneva le barche sacre. Fu edificato da Filippo Arrideo, fratellastro di Alessandro Magno, in sostituzione di edifici precedenti, tra cui una cappella di Hatshepsut e una di Thutmosi III. Questo santuario è realizzato in granito, di forma rettangolare, ed è ornato di rilievi sia all'interno che all'esterno, con i colori ancora ben visibili; è splendido, tra i rilievi esterni, quello che riproduce la processione nella quale la barca sacra di Amon è portata a spalle dai sacerdoti. Oltre il santuario si trova un vasto spazio aperto, al centro del quale rimangono le scarsissime tracce, risalenti al Medio Regno, di quello che era il nucleo originario del tempio:dei blocchi d'alabastro, e niente più.
Ancora più avanti, il monumento con il quale si è soliti terminare la visita al tempio di Karnak: lo splendido edificio, costruito da Thutmosi III, che gli egizi chiamavano Akhemenu, ossia ''radioso per i monumenti''; la denominazione abituale, oggi, è quella di Salone delle Feste, in quanto in questo sito venivano officiati i riti di rinnovamento del potere regale del faraone. Il tempio misura 44m di larghezza per 16 di profondità, e inizia con un porticato a pilastri che circonda tutto l'edificio, a cui fa seguito un'ampia sala a colonne; queste presentano una particolarità nel capitello, che è a forma di calice capovolto, volendo con ciò riprodurre la sommità dei picchetti che sorreggevano la tenda del padiglione nel quale originariamente venivano celebrati i riti del giubileo reale. All'interno della grande sala i colori sono ancora magnifici, anche nel grande soffitto dipinto di blu che fa da sfondo alle stelle dorate a cinque punte.
In una sala attigua, che viene abitualmente conosciuta con il nome di Orto Botanico, Thutmosi III fece riprodurre le immagini della flora e fauna esotica conosciuta nei paesi del Mediterraneo orientale, in particolare la Siria ( Retenu in geroglifico).
Sulla stra del ritorno, a sud del grande tempio di Amon, si incontra il Lago Sacro, il più grande d'Egitto, che misura 200x117m; era utilizzato per la abluzioni dei sacerdoti e forse anche per delle brevi navigazioni in occasione di feste liturgiche, ed aveva anche un significato mitico e simbolico, in quanto simboleggiava le acque Nun, l'oceano primordiale dal quale aveva avuto origine la vita. Accanto ad un edificio del re nubiano Taharqa della XXV dinastia, oggi molto deteriorato, si trova un blocco di granito rosa sul quale troneggia la statua di un gigantesco scarabeo, dedicato da Amenhotep III al dio Khepri, la forma del sole nascente, e che, proveniente forse dal tempio funerario del sovrano, sulla riva occidentale, venne trasportato qui dal faraone Taharqa.
Questo era una visita virtuale del tempio, per conoscere le sue bellezze e capirne il valore, sotto ho postato un video che mostra la ricostruzione di parte del tempio di Karnak.
Ho scoperto questo blog da pchi giorni e non posso che complimentarmi con l'autrice.
RispondiEliminaHo una domanda per questo post: le ricotruzioni sono opera sua ?
In tal caso devo dire che sono assolutamente splendide.
Cordiali saluti,
Massimiliano.
grazie mille, no le ricostruzioni non sono opera mia. XD
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