lunedì 25 aprile 2011

L'Egitto nel Rinascimento

Il Rinascimento, che ebbe il suo massimo sviluppo in Italia durante il XV e il XVI secolo, portò al recupero degli ideali estetici e culturali dell'antichità greco-romana. Tuttavia, importanti mecenati e grandi artisti di quest' epoca non trascurarono di prestare particolare attenzione al mondo egizio. Nel 1589 un veneziano fu il primo europeo a risalire il Nilo, giunse a Tebe e in Nubia, ''non per utilità, ma per il gusto di ammirare tante magnifiche opere come statue, colossi e obelischi''. Il papa spagnolo Alessandro VI (1492-1503), una figura centrale del Rinascimento, appoggiò l'idea di unificare gli elementi pagani con quelli cristiani per dimostrare che la storia del Cristianesimo era cominciata prima di Cristo. Fu lui a commissionare a Bernardino di Betto (1454-1513), detto il ''Pinturicchio'', la decorazione della sua residenza romana, con scene tratte dal mito di Iside e Osiride; dove il papa si identifica con il dio dell'oltretomba. La giustificazione per questo ciclo egizio (di fatto pagano) stava nella convinzione di Alessandro VI che il suo lignaggio, quello dei Borgia, o Borja, che ostentava un toro nello stemma, risalisse addirittura allo stesso toro Hapi. Nel XV secolo, gli umanisti italiani prestarono particolare attenzione ai geroglifici, anche se non sempre con rigore scientifico. Uno degli esempi più celebri è costituito dalla favola di Francesco Colonna Hypnerotomachia Poliphili (1499), una storia riccamente illustrata in cui fu inserita una notevole quantità di geroglifici inventati però dall'autore. Anche se in modo fantasioso, l'Egitto fornì dunque al Rinascimento un nuovo strumento per trasformare concetti e parole in immagini, una pratica che avrebbe dato luogo nel XV secolo ad una nuova disciplina: l'emblematica. Benché la sua origine fosse influenzata dall'araldica, fu grazie al richiamo e all'influenza dei geroglifici che il gusto per gli emblemi si consolidò nel corso del XVI secolo. La loro interpretazione e il loro uso costituivano un autentico segno di distinzione nell'ambito di una élite sociale che badava alcuni suoi tratti distintivi proprio su un'accentuata raffinatezza intellettuale.

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