Il fascino dell’Egitto ha colpito anche i musicisti pop rock
e gli artisti che hanno disegnato le copertine dei loro dischi, che in qualche
caso sono davvero molto belle. In questo articolo presento una carrellata di
artisti e illustratori che si sono ispirati al paese del Nilo.
Il mondo musicale del pop rock si è ispirato spesso all’arte
dell’antico Egitto, adattandola in differenti modi. Da un lato, l’indubbio
fascino emanato dalle piramidi e dai geroglifici ha ispirato sia i gruppi di
rock progressivo (Pink Floyd, The Alan Parsons Project, Asia) sia alcune
formazioni di heavy metal (Judas Priest). Tuttavia, sono stati soprattutto i
gruppi funk-soul a ispirarsi più di altri a questo filone estetico (cito tra
tutti gli Earth, Wind & Fire), grazie a un uso del tutto cosciente della
simbologia dell’antico paese dei faraoni per i loro fini: predicare il ritorno
alle radici africane, imperante nella musica nera statunitense a partire dagli
anni settanta. L’antico Egitto ha ispirato anche riletture terrificanti dei
suoi antichissimi miti e delle numerosissime leggende più o meno conosciute,
che narrano elle orribili maledizioni e vendette delle mummie, come è possibile
ascoltare, tra l’altro, nell'album Powerslave, del gruppo metal britannico
degli Iron Maiden.
L’influenza della Piramide
La piramide è in genere uno dei riferimenti iconografici più
usati. Tuttavia, mentre alcuni ne davano un’interpretazione minimalista e quasi
geometrica (Pink Floyd), altri la ponevano al centro dell’attenzione; il caso
più rappresentativo di quest’ultima tendenza è costituito da Pyramid (1978),
degli Alan Parsons Project, che rappresenta la piramide come “l’ultima
meraviglia che ancora ci resta del mondo antico”, tra l’altro, cosa
assolutamente vera se diamo retta una poesia di Antipatro di Sidone. Altri
artisti, invece, hanno preferito mantenere questa costruzione in secondo piano,
sebbene sempre con un ruolo rilevante, in mezzo a un’immaginaria pianura
africana in Mysteries of the world (1980), degli M.F.S.B., o a sovrastare un
luogo di sogno come in Alpha (1983), degli Asia.
Il Prisma del suono
I Pink Floyd incaricarono lo studio Hipgnosis di realizzare
una copertina per il loro disco The dark side of the moon del 1973. Il
risultato ha prodotto un prisma che interrompe un fascio di luce che sta
simboleggiare la diversità e la purezza della musica. Al disco era accluso un
adesivo, che prestava un’iconografia più vicina all'Egitto con un rebus per
comporre il nome del gruppo.
Anche altri generi musicali hanno reso omaggio all'antico Egitto, come dimenticare Michael Jackson? o le Bangles? Però di questo, ne parlerò in un altro articolo.
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