All'enigmatico Ramses VIII spetta
certamente un record negativo: il suo regno durò solo qualche mese. Eppure, a
distanza di tremila anni dalla sua morte, gli studiosi continuano a
interrogarsi su questa misteriosa figura: chi era veramente? E da chi
discendeva?
Tutte le dinastie reali, in tutte
le epoche e in tutte le civiltà, hanno il loro “anello debole”. Bastano pochi
anni di regno di un sovrano mediocre, troppo insicuro o, semplicemente, poco
attento agli affari di Stato e improvvisamente, il caos prende il sopravvento,
e tutto ciò che è stato acquisito o costruito dai predecessori vacilla o crolla
miseramente. L’Egitto non fa eccezione a questa regola, e la dinastia dei
Ramses ce ne offe un esempio. La stirpe ramesside cominciò ad accusare segni di
indebolimento già verso la fine del regno di Ramses III, ma la situazione
divenne più grave con Ramses V. Figlio di Ramses IV, questi rimase sul trono
solamente per quattro anni, e morì in giovane età. Le analisi effettuate sulla
mummia hanno rivelato che il re doveva essere affetto da una malattia, e dunque
era poco adatto a governare. Il suo successore fu Ramses VI, uno dei figli di
Ramses III: il suo regno fu un po’ più lungo, ma non durò più di sette anni e
lasciò un’impronta molto labile nella storia del paese. Sette anni durò anche
il regno di Ramses VII, figlio del faraone defunto; di questo sovrano si sa
molto poco, la sua grande sposa si chiamava Isis, e un suo figlio morì in
tenere età.
Sette anni non sono molti, ma in
teoria possono bastare a una grande personalità per lasciare il segno del suo
passaggio. Non fu il caso dei due Ramses appena citati, e neanche del loro
successore, il cui regno, come già detto, durò pochissimo: neanche un anno o,
secondo alcuni, non più di tre mesi. Ma chi era Ramses VIII e da dove veniva?
Gli storici hanno appurato che Ramses VII non aveva lasciato eredi, si ritiene,
perciò, che il nuovo re fosse un nipote di Ramses III e figlio di un certo Setherkopeshef.
Ma se questi, a sua volta, era figlio di Ramses III, come mai non salì mai sul
trono d’Egitto? Su questo argomento gli egittologi discutono da tempo, senza
riuscire a trovare un accordo. Infatti, è noto che la successione di Ramses
III, il sovrano più importante della XX dinastia, fu tutt’altro che agevole, ma
gli eventi che la caratterizzarono sono a tutt’oggi avvolti dal mistero. Si è
riusciti a stabilire soltanto che il futuro Ramses IV era senz’altro un
principe ereditario, e che il grande faraone aveva anche un altro figlio, il
quale avrebbe poi regnato con il nome di Ramses VI. Bisogna anche ricordare
che, poco prima della morte di Ramses III, la nota cospirazione dell’harem
aveva scosso profondamente gli ambienti di corte. Attraverso quella congiura,
alcuni grandi dignitari avevano cercato di sbarazzarsi del sovrano e del suo
erede legittimo. Tuttavia, quest’ultimo seppe reagire in modo rapido: non solo
chi aveva organizzato la congiura, ma anche i loro complici furono arrestati,
giudicati e puniti; tra cui un principe e sua madre. Nella fermezza dimostrata
dal futuro Ramses IV molti hanno voluto vedere un modo per riconfermare la
legittimità della successione. D’altra parte, ci si potrebbe chiedere: se il
principe era l’erede naturale al trono, che bisogno aveva di sottolineare con
tale forza i propri diritti? Fu solo un modo per “riprendere in mano” la corte
o, piuttosto, un espediente per liberarsi di pericolosi concorrenti? E se è
così, tra i nemici in grado di ostacolare la sua ascesa al potere vi era forse
quel Setherkopeshef citato poc'anzi? Naturalmente, si tratta solo di ipotesi,
che nulla hanno di scientifico o di archeologico.
(clicca sull'immagine per ingrandirla)
La nostra indagine ci porta ora a
Medinet Habu, dove sorge l’edificio sacro più imponente tra quelli voluti da Ramses
III: è il suo tempio dei milioni di anni, uno degli edifici meglio conservati
dell’antica Tebe. Costruito sul modello del Ramesseum, il celebre tempio
funerario di Ramses II. Le sue mura sono ricoperte di magnifici dipinti che
illustrano scene di battaglia e di caccia. Vi sono, poi, delle immagini più
enigmatiche e delle liste reali che hanno aperto interrogativi non del tutto
risolti: secondo gli esperti, si tratta di un elenco di principi reali. In
tutto, compaiono trentadue iscrizioni suddivise in due liste, ciascuna delle
quali è scolpita su una diversa parete: la prima comprende tredici iscrizioni,
la seconda diciannove. Le trentadue diciture sono state raggruppate in tre
categorie: i nomi di coloro che sono diventati faraoni, i nomi dei principi
morti prima di poter salire sul trono e, infine, dodici iscrizioni “anonime”.
Colpisce, innanzitutto, il fatto che il nome di Ramses VI compaia più volte su
entrambe le liste: sembra quasi che questo re abbia voluto sottolineare la
legittimità della propria ascesa al trono, in qualità di figlio del faraone
Ramses III. Una vera e propria ossessione. Anche il nome di Setherkopeshef compare due
volte per ciascuna lista: in due casi è da solo, negli altri è seguito dal nome
di Ramses VIII. Si può dedurre, quindi, che due principi portavano questo nome,
e che uno dei due era proprio l’effimero Ramses VIII. Questo, però, non risolve
il problema da cui siamo partiti: chi era davvero questo re, e da chi
discendeva?
Il poco che sappiamo, dunque, è
legato a questa ipotesi: il principe Setherkopeshef (futuro Ramses VIII) era
figlio di un altro Setherkopeshef, a sua volta figlio maggiore di Ramses III.
Ramses VIII, perciò, sarebbe stato un nipote del grande Ramses III. Se ciò
fosse vero, resterebbe da chiarire come mai il più anziano dei Setherkopeshef
non sia mai salito al trono: si può solo pensare a una morte prematura, oppure
a un suo allottamento dalla corte. Quanto al giovane Setherkopeshef, si deve
ipotizzare che alla morte del nonno fosse ancora troppo giovane, per regnare da
solo, e che pertanto fu uno zio a essere Incoronato con il nome di Ramses IV.
Questi, a sua volta, lasciò il trono a un suo figlio, Ramses V, che tuttavia
morì senza eredi. A quel punto, la corona toccò al secondogenito di Ramses III,
che regnò con il nome di Ramses VI, e poi al figlio di quest’ultimo, Ramses
VII. Come abbiamo già visto, anche questo re morì senza discendenti: era
logico, quindi, che il nuovo faraone dovesse essere il figlio del terzogenito
di Ramses III, in modo da assicurare la continuità della dinastia. Un intreccio
apparentemente complicato, dunque. In realtà, se si considera la breve durata
dei singoli regni, si può stimare che tra la morte di Ramses III e l’incoronazione
di Ramses VIII non passarono più di vent’anni. Resta il fatto che la vita e le
gesta di questo misterioso re costituiscono un grosso punto interrogativo nella
storia dell’antico Egitto; esattamente come la collocazione di una sua
eventuale sepoltura.
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