La parola “obelisco” deriva dalla parola greca ὀβελίσκος (obeliskos), che significa “spiedo”. Indica un
lungo blocco di pietra, di sezione quadrangolare, che, innalzandosi, si
restringe e si trasforma in una piccola piramide: il pyramidion.
I pyramidion d’oro scintillante, in molti casi scomparsi,
traggono la loro origine dalla pietra sulla quale Ra, il Dio Sole, comparve
all'origine del mondo. Spesso eretti per festeggiare i giubilei dei faraoni,
gli obelischi sono esclusivamente consacrati a Ra o alle divinità solari ad
esso collegate (come Amon). L’idea della pietra innalzata verso l’alto è
sicuramente precedente alle prime dinastie, ma bisogna aspettare la V dinastia
(2.500 - 2.350 a.C.) e l’attrazione dei suoi Faraoni per le divinità solari per
vedere apparire dei monumenti che assomigliano all'obelisco (teken egizio) che
noi conosciamo.
L’obelisco più vecchio
Se questo obelisco esistesse ancora, si innalzerebbe al
centro delle rovine del tempio solare di Abu Gurab, fatto costruire dal faraone
Niuserra (2.453 - 2.420 a.C.) in onore di Ra: l’obelisco troneggiava al centro
dello spazio antistante il tempio. Posato su uno zoccolo di 16 metri di
altezza, il tozzo obelisco, murato e fabbricato con un solo blocco di pietra,
misurava 36 metri di altezza. I suoi fianchi erano rivestiti da lastre incise
di fine calcare. Fino al 1972 l’esistenza di obelischi monolitici non era
testimoniata che da un unica iscrizione. Attentamente posizionato all’entrata
di una tomba nella necropoli di Qubbat-al-Hawa (databile verso il 2.300 a.C.)
il testo dice: “la grandezza del mio Signore (Faraone) mi ha mandato a
costruire due navi al Paese di Ouaouat (la Bassa Nubia) per trasportare verso
Nord due obelischi a Eliopoli”. Nel Nuovo Regno gli obelischi venivano posizionati
uno sopra l’altro, una pratica che diventò più consueta durante il regno di
Tothmosis III (1479-1425 a.C.). Questo faraone adorava gli obelischi come noi
li conosciamo oggi: i testi raccontano che ne fece costruire uno di 57 metri di
altezza: un record per l’epoca!
Eliopoli, la città
degli obelischi
E’ nel 1972 che venne scoperta, nella città del Dio Ra, la
parte superiore di un obelisco con una dedica al Faraone Teti I, VI Dinastia
(2.350 - 2.340 a.C.). Era la prova che erano esistiti obelischi monolitici fin
dall’Antico Regno. Oggi Eliopoli conserva l’obelisco più antico rimasto in
Egitto: tagliato nel granito per un altezza di 20 metri, fiancheggiava il
tempio di Ra-Horakhty che Sesostri I (1.934 - 1.898 a.C.) fece costruire nella
città di Ra. Altri due obelischi costruiti da Tothmosis II (1.492 - 1.479 a.C.)
si innalzavano nella città: come altri, anche questi hanno poi lasciato la
terra dei Faraoni.
Gli obelischi nel mondo
Gli obelischi hanno “viaggiato” molto: attualmente non meno
di 25 obelischi provenienti dalla più lontana antichità sono disseminati nel
mondo. Lo testimonia il seguente elenco (non completo):
- Londra: Ago di Cleopatra; di Tothmosis II, proveniente da Eliopoli, poi da Alessandria, eretto nel 1.878 (21 metri).
- Parigi: Place de la Concorde.
- Roma: Piazza San Giovanni in Laterano; Piazza San Pietro; Piazza del popolo; Villa Cerimontana; Piazza dei cinquecento; Piazza della Rotonda; Villa Torlonia.
- Firenze: giardino di Boboli.
- Istanbul: obelisco di Thutmosi III, arrivato dall'Egitto nel 390 a.C., attualmente conservato all’Ippodromo.
- Eliopoli: obelisco di Sesostri I.
- Luxor: obelisco gemello di quello conservato a Parigi.
- Karnak: due obelischi, quella della regina Hatshepsut (1.479 - 1.457 a.C.) e quello di Tothmosis III.
- Assuan: obelisco incompiuto (42 metri, 1.000 tonnellate). Il monolite è pieno di fessure e per questo fu abbandonato in tempi antichi.
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