Misure
Altezza massima: 4,96 m
Larghezza minima: 1.28 m
Larghezza massima: 6.26 m
Lunghezza totale: 49.34 m
Superficie totale: 147,94 m²
Volume totale: 283,83 m³
Reperti
Resti umani
Sculture
Equipaggiamento da tomba
Scavi
Belzoni, Giovanni Battista (1817): Discovery
Belzoni, Giovanni Battista (1817): Excavation (conducted for Henry Salt)
Burton, James (1825): Mapping/planning
Lane, Edward William (1826-1827): Visit
Franco-Tuscan Expedition (1828-1829): Epigraphy
Lepsius, Carl Richard (1844-1845): Epigraphy
Piankoff, Alexandre (1957): Epigraphy
©Theban Mapping Project
"Questo fondatore della XIX dinastia, designato da Horemheb come suo successore, arrivò sul trono ormai in età molto avanzata e non poté dunque contare di regnare a lungo; in effetti vi riuscì solo per un anno e quattro mesi. La progettazione della sua tomba ne tenne conto fin dall'inizio e ridusse la pianta e la decorazione al minimo. A una scala, a un corridoio e a una seconda scala segue subito la relativamente piccola camera del sarcofago. Solo questa fu completamente dipinta, su un costante sfondo azzurro; si rinunciò all'esecuzione al rilievo e anche il sarcofago di granito del re ha solo una decorazione dipinta. Nel programma figurativo manca l'Amduat, sostituito, come nel caso di Horemheb, da una parte del Libro delle Porte. Su ognuno dei lati minori dell'ambiente e riportata un'ora notturna tratta da questo testo: a destra la terza, a sinistra la quarta, entrambe senza il registro superiore poiché le parti basse non offrivano spazio a sufficienza.
Nella terza ora la barca solare è tirata attraverso una struttura allungata che è definita la "Barca della Terra" e incarna il mondo degli inferi che il dio sole percorre nella sembianza notturna con la testa di ariete. Il suo viaggio è continuamente minacciato dal gigantesco serpente Apophis che è raffigurato sotto la barca. Nella quarta ora la barca del dio sole passa davanti ad una serie di sarcofagi con mummie dipinte di nero; sono ancora immerse nel sonno della morte, dunque prima che il richiamo del dio le svegli e le provveda di un nuovo corpo che non avrà più l'aspetto della mummia. Sotto c'è una rappresentazione simbolica del tempo: è raffigurato come il corpo dalle spire multiple di un serpente, dal quale le singole ore sono via via "partorite" e infine di nuovo "ingoiate". Le dodici ore della notte si incarnano in dodici dee che spiccano su strutture triangolare, dipinte a metà con linee che raffigurano l'acqua e a metà di nero (che indicano l'oscurità), e rimandano in tal modo al buio mondo degli inferi pieno dell'acqua primordiale.
A sinistra rimase ancora posto per una scena che mostra il re fra Horus-figlio di Iside e Anubi. Anche le due pareti maggiori della camera rettangolare sono dipinte con scene di dei. Su entrambi i lati dell'ingresso la dea Maat accoglie il re che sta entrando: impersona la giustizia, la verità e l'ordine che si vuole governino anche il regno dei morti. Dietro la dea, Ramses prega oppure sacrifica: a sinistra a cospetto di Ptah (che è davanti ad un grande amuleto Djed), a destra a cospetto di Nefertum (con l'amuleto Tit) che ha un fiore di loto in testa. Al centro della parete di fondo troneggiano, schiena contro schiena, Khepri (con lo scarabeo al posto della testa) e Osiride; Khepri è la rappresentazione mattutina, ringiovanita dal dio sole, mentre Osiride, nel Nuovo Regno appare come la sua forma notturna. Davanti ad Osiride, con una pelle di leopardo addosso, c'è una piccola figura del sacerdote Inmutef, che ha il ruolo del figlio ideale di Osiride; da destra, tenendosi per mano, Horus figlio di Iside, Atum e la dea Mehit conduco il re davanti al dio. A sinistra Ramses sacrifica sopra quattro contenitori di indumenti davanti a Khepri, e compare poi, subito accanto, fra un'anima dalla testa di falco di Nekhen (Ieracompoli) e un'anima dalla testa di sciacallo di Pe (Buto), antiche potenze divine delle due metà del paese che eseguono qui, assieme al re, un gesto di giubilo. Sotto questa scena si apre una piccola nicchia in cui si scorge Osiride in piede su un serpente, protetto da un ureo (il cobra egizio, simbolo centrale della regalità faraonica) e assistito da Anubi, il quale - rara eccezione - ha qui una testa di ariete (immagine a destra) che una testa di sciacallo; altre nicchie nella parete di destra e in quella di sinistra sono senza decorazione."
Traduzione della scena di Ramses I con Horus e Anubi (cliccare per ingrandire):
Nella terza ora la barca solare è tirata attraverso una struttura allungata che è definita la "Barca della Terra" e incarna il mondo degli inferi che il dio sole percorre nella sembianza notturna con la testa di ariete. Il suo viaggio è continuamente minacciato dal gigantesco serpente Apophis che è raffigurato sotto la barca. Nella quarta ora la barca del dio sole passa davanti ad una serie di sarcofagi con mummie dipinte di nero; sono ancora immerse nel sonno della morte, dunque prima che il richiamo del dio le svegli e le provveda di un nuovo corpo che non avrà più l'aspetto della mummia. Sotto c'è una rappresentazione simbolica del tempo: è raffigurato come il corpo dalle spire multiple di un serpente, dal quale le singole ore sono via via "partorite" e infine di nuovo "ingoiate". Le dodici ore della notte si incarnano in dodici dee che spiccano su strutture triangolare, dipinte a metà con linee che raffigurano l'acqua e a metà di nero (che indicano l'oscurità), e rimandano in tal modo al buio mondo degli inferi pieno dell'acqua primordiale.
Traduzione della scena di Ramses I con Horus e Anubi (cliccare per ingrandire):