giovedì 10 novembre 2016

I pigmenti utilizzati nelle tombe egizie

Mentre nelle parti più profonde della tomba continuava lo scavo, le parti più esterne erano praticamente terminate. Questa razionale organizzazione del lavoro permetteva di procedere con una incredibile rapidità e, sebbene lo sbancamento fosse effettuato con strumenti assai rudimentali, era possibile preparare una tomba reale in pochi mesi; nel caso delle tombe più grandi e complesse, il tempo impiegato variava da sei a dieci anni. Nel lavoro erano impiegati anche i figli maschi degli operai, ai quali venivano affidate mansioni semplici e poco faticose: questi ragazzi lavoravano nella speranza di poter divenire a loro volta "servitori nella Sede della Verità", come venivano chiamati all'epoca gli operai di Deir el-Medina. A tutti costoro si affiancavano anche i servi, che erano semplici manovali forniti alla comunità operaia dal faraone e incaricati dei lavori più umili e faticosi, ma necessari al funzionamento delle squadre degli operai specializzati come, per esempio, il trasporto dell'acqua, la preparazione dell'intonaco, la confezione delle torce per l'illuminazione. Le torce erano costituite da recipienti di terracotta colmi di olio di sesamo e sale o di grasso animale e sale, nei quali galleggiava uno stoppino in tela ritorta. Pare che l'utilizzo del sale servisse a impedire che dalla combustione si sprigionasse il fumo che avrebbe danneggiato le pitture. 


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