Sappiamo che Ptahhotep fu visir di Djedkara Isesi, penultimo re della V dinastia. Divenne celebre per aver scritto un libro di insegnamenti, una raccolta di precetti che venne poi largamente usata nelle scuole del paese.
La solida morale contenuta nelle Massime di Ptahhotep insegna il rispetto per l'ordine costituito e la gerarchia, e doveva senz'altro convenirsi alla formazione dei futuri funzionari reali.
Il testo delle Massime ci è noto attraverso il papiro Prisse (Biblioteca Nazionale di Parigi).
In queste sentenze, scritte circa quattromilacinquecento anni fa, troviamo insegnamenti di valore universale:
''Segui il tuo cuore per il tempo della tua esistenza, non commettere eccessi rispetto a ciò che è prescritto, non abbreviare il tempo di seguire il cuore. Sprecare il proprio momento d'azione è l'abominio del Ka.
Non sviare la tua azione quotidiana in modo eccessivo per l'amministrazione della tua casa.Avvengono le cose, segui il tuore; le cose non gioveranno al negligente.''
oppure
" Non ti inorgoglire per quello che sai e non fondare la tua sicurezza sulla tua istruzione. Accetta i consigli dell'ignorante come del sapiente. Nessuno giunge all'apice della propria arte, nessun artista attinge alla perfezione.
Un saggio proposito è più raro di una pietra preziosa, ma si può imparare anche da servi costretti alla mola. Se sei saggio, costruisci una casa e fonda un focolare. Ama tua moglie come si conviene, nutrila e vestila. Obbedisci al tuo cuore quanto vuoi, non fare altro nel tempo consacrato al piacere, perché niente è più odioso per l'anima che privarla del suo tempo. Quanto accade è ciò che Dio ha voluto, non gli uomini".
Ma la frase che preferisco di Ptahhotep è ''La parola perfetta è più nascosta della pietra verde ma tuttavia la si trova anche nelle serve che macinano il grano alla mola''.
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