In Egitto l'arte rifletteva gli avvenimenti quotidiani, le sculture dei faraoni confermavano ciò che si leggi in molte opere dell'epoca: i sovrani erano dotati di un potere soprannaturale, che manteneva l'ordine dell'universo e conferiva loro una natura divina. Le opere arrivate fino ai nostri giorni permettono di leggere nelle loro fattezze e nelle loro pose le vicissitudini del potere reale. Le forme in cui i sovrani sono raffigurati esprimono il loro grado di autorità. Nei momenti di massimo splendore della monarchia, il faraone era un re-dio; al contrario, nelle epoche in crisi, egli era raffigurato in atteggiamento quasi servile. Le regole per ritrarre il faraone furono fissate all'inizio dell'Antico Regno. Una serie di elementi iconografici definiva la regalità, per esempio la posa ieratica, le mani appoggiate sulle cosce, la barba posticcia, i diversi tipi di corone, la cosa di leone o di toro, gli scettri o la grandezza della figura. Nel Medio Regno, il ritratto scultorio del re accentuò i lineamenti che caratterizzavano il volto, nel Nuovo Regno, sotto il governo di Amenhotep III, si pose la costruzione dei colossi; il faraone ''eretico'' Akhenaton favorì la stilizzazione e l'iperrealismo; infine, nel Periodo Tolemaico, le figure si ellenizzarono. Fu utilizzato un vasto repertorio di forme e canoni per rappresentare il sovrano: dalle immagini destinate a preservare l'anima del defunto, a quelle che simboleggiavano il potere del faraone, come le sfingi, passando per quelle in cui il faraone era accompagnato da dei. In tutte il re suscita una sensazione di maestosità. La cura con cui gli artisti raffiguravano il faraone esprime il ruolo chiave che il re aveva nella civiltà egizia. La grandezza del corpo, le fattezze del volto e l'atteggiamento del sovrano erano caratteristiche che lo distinguevano dal resto delle figure umane.
Le sculture dei faraoni venivano realizzate nelle botteghe reali. Numerosi artigiani disegnavano le fattezze del re sui blocchi di pietra di vari tipi e grandezze. La decorazione di alcune tombe di nobili e gli scavi delle botteghe della città di Akhenaton sono serviti a conoscere le fasi di elaborazione di una statua. In primo luogo, il faraone posava per lo scultore di fiducia. Da questo modello veniva ricavato un gesso che serviva per realizzare i ritratti successivi. Poi un gruppo di operai si occupava di eseguire le figure.
Verissimo inoltre c'è da considerare che a volte usavano pietre durissime di difficile lavorazione, come la diorite verdastra di cui è fatta la statua nella foto (che se non sbaglio è Khafre, con il falco Horus alle spalle) e pur con gli strumenti dell'epoca, scalpelli di rame e mazzuoli di legno, hanno prodotto perfezioni simili.
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