giovedì 23 dicembre 2010

La figura dello Scriba

In Egitto il buon funzionamento dello stato dipendeva essenzialmente dall'attività degli scribi. Amministratori, contabili, letterati o scrivani pubblici, questi maestri di scrittura erano onnipresenti. Esperto della sua arte e della società, lo scriba degli Archivi Reali dirigeva l'amministrazione culturale.
Lo scriba Khuuiu, vissuto sotto la V dinastia, era ''l'incaricato degli affari del re'', ''scriba dei documenti reali'' e ''direttore degli scribi'' allo stesso tempo.
Sotto la VI dinastia, Djau, la cui tomba è situata as Abido, era ''scriba dei ruoli divini'', ''direttore degli scribi reali'' e ''sacerdote lettore''.
Questi alti personaggi erano indispensabili per il buon funzionamento dello stato, retto essenzialmente da regole scritte.
Nel paese dei faraoni, niente veniva fatto senza un documento giustificativo e tutti gli atti erano diligentemente copiati e ricopiati e potevano servire come prova in caso di liti. Nessun settore di attività economica o politica sfuggiva al controllo degli scribi. Meccanismo essenziale dell'amministrazione, essi tenevano i conti, legiferavano, componevano, rimavano, traducevano e, a volte, modificavano la scrittura.
Durante l'Antico Regno, lo scriba degli Archivi Reali, di cui si trova tracci a partire dal regno di Neferirkara, re della V dinastia, era responsabile del dipartimento dei dei documenti reali, chiamato anche ''doppio laboratorio''. A questa istituzione facevano riferimento altri archivi e biblioteche. I compiti dello scriba degli Archivi Reali erano molto vasti. Mettava a punto, controllava e registrava le azioni di tutte le varie istituzioni. La vastità delle sue responsabilità sottolineava, fin dalle epoche più remote, l'importanza che lo stato dava ai documenti scritti.
La scrittura, ''più durevole della pietra delle piramidi'', era la testimonianza indispensabile di tutto ciò che costituiva la vita di un paese il cui governo era fondato su una conoscenza precisa delle persone, dei beni e delle situazioni. Dalla V dinastia, epoca piuttosto ricca di riforme amministrative, la lunga carriera di magistrato-amministratore conduceva alla carica di direttore degli Archivi Reali. A partire dalla VI dinastia, la funzione di direttore degli Archivi Reali era spesso suddivisa tra un visir e un non visir. L'ufficio del visir divenne il centro dell'Archivio di Stato, e i reparti d'inventario specializzato divennero progressivamente più numerosi. Il visir controllava sistematicamente l'insieme dei documenti, ne prendeva visione personalmente e apponeva il proprio sigillo prima di farli riporre in grandi giare accuratamente inventariate.
Il faraone era il primo fra gli scribi, di natura divina, il sovrano si rapportava a Thot, dio della scrittura e della cultura, nell'epoca tarda l'immagine del babbuino, l'animale che insieme all'ibis è consacrato al dio, serviva per designare lo ''scriba''. Snefru, Thutmosi III, Amenhotep IV(Akhenaton), Horemheb o Sethi I, numerosi furono i faraoni che hanno scritto degli insegnamenti destinati ai loro successori, il grande papiro Harris, il più lungo che si conosca (42m), sarebbe stato redatto da Ramses III per suo figlio Ramses IV.
All'origine, gli scribi venivano reclutati fra le conoscenze privilegiate della famiglia reale. Verso la fine dell'Antico Regno, lo sviluppo dell'amministazione portò alla nascita di una vera e propria casta degli scribi. Appartenenti per lo più alla classe media, essi costituivano il principale supporto dell'autorità faraonica. Numerosi erano i padri di famiglia che pensavano che ''il più bel mestiere per i propri figli fosse quello dello scriba'', ma cera anche chi diceva ''se sei pigro, se non hai forza e un pò grassoccio, dedicati alla carriera di scriba''.
La formazione veniva acquisita attraverso un iter scolastico. Istruiti nelle ''case della vita'', dipendenti dal tempio, gli apprendisti scribi studiavano a partire dall'età di cinque anni per circa una dozzina d'anni le scritture geroglica e ieratica, la grammatica e i testi classici, ma anche il disegno, il diritto, le lingue straniere, la storia, la geografia e la contabilità. Da semplici copiatori di testi classici e letterati colti, gli scrbi formavano una corporazione di privilegiati, esenti da lavori pesanti, onorati e pagati in natura. L'arte della scrittura era a quei tempi la chiave per ottenere tutti i vantaggi sociali, e non era raro per scrivi d'origine modesta accedere alle più alte cariche dello stato. L'alta considerazione in cui questa professione era tenuta, aveva ripercussioni nelle arti figurative.

I princi reali e gli alti funzionari, come per esempio il governatore di provincia Kai, la cui statua è espsosta al Museo del Louvre, si facevano volentieri rappresentare intenti alla scrittura. Nel III millennio, gli scribi, personaggi saggi e degni, molto stimati dai loro contemporanei, erano onorati di rappresentazioni artistiche degne dei nobili.
La statua del governatore Kai, alta 53cm, viene chiamata ''lo Scriba accovacciato'', risale al XXV secolo a.c., costituisce l'orgoglio della collezione egizia del Louvre, scoperto a Saqqara nel 1850 da Auguste Mariette, che stava cercando il tempio Serapide, è una delle più belle rappresentazioni di uno scriba giunta fino a noi.
La presentazione dello scriba da parte degli artisti egizi era convenzionale. Seduto a gambe incrociate, il segretario di corte teneva disteso sul gonnellino il rotolo di papiro che in genere srotolava con la mano sinistra mentre con la destra si apprestava alla redazione del testo. Accanto aveva i tradizionali strumenti di lavoro: uno stiletto, un astuccio con gli incavi per contenere l'inchiostro in pasta, una cordicella e un piccolo contenitore per l'acqua in cui intingere e ripulirei pennelli.

domenica 19 dicembre 2010

Le onorificenze militari


Le onorificenze che il faraone conferiva consistevano in collane e armi decorate. Il sovrano le concedeva nel corso di una cerimonia che iniziava dalla casa stessa del premiato. Quest'ultimo, funzionario o soldato, si recava a palazzo, dove lo attendeva il faraone. Anche se la maggior parte delle onorificenze premiava il valore in battaglia, altre erano per la fedeltà al sovrano. Un documento dell'ufficiale Ahmose, figlio di Abana, rinvenuto nella sua tomba di el-Kab, informa di alcuni doni offerti dal faraone ai soldati '' parlo a tutti gli uomini, affinché conosciate tutti i favori che ho ricevuto. Mi fu concesso oro sette volte in presenza di tutto il paese e schiavi allo stesso modo, e mi furono dati in proprietà moltissimi campi''.

Per la maggior parte, i premiati erano funzionari vicini alla corte, i rilievi della necropoli di Akhenaton, l'attuale Tell el-Amarna, raffigurano la consegna di onorificenze, come quella dove Ay viene raffigurato con un cono di profumo sulla testa, mentre riceve una grande collana e sul collo sfoggia sei collane con piccoli dischi d'oro. Le collane concesse dal faraone erano l'oro del valore o la collana dell'onore; ''la fama di chi è valoroso proviene da ciò che ha fatto'', recitava un testo dell'antico Egitto.
Una delle onorificenze più famose e conosciute nell'antico Egitto era la collana dalle mosche d'oro. Già dai primi tempi la mosca aveva per gli egizi valore di prevenzione e protezione. Nelle epoche predinastiche compaiono amuleti di pietra a forma di mosche, così come pitture su ceramiche con questo insetto. A partire dal Nuovo Regno esiste già l'onorificenza dell'Ordine della Mosca dorata o Mosca del valore. Come la mosca punge gli animali, il soldato ''pungeva'' i suoi nemici. Alcuni soldati, come un generale agli ordini di Thutmosi I, ricevettero sei mosche d'oro per il coraggio dimostrato davanti ai nemici. Ma queste onorificenze non furono riservate soltanto ai soldati, poiché sono state rinvenute collane con mosche d'oro nelle tombe di diverse spose di Thutmosi III. L'esempio migliore è quello della regina Ahotep, madre del faraone Ahmose, della XVIII dinastia, fondatore del Nuovo Regno; a lei fu concessa per il ruolo politico nella guerra che condusse alla cacciata degli hyksos.

mercoledì 15 dicembre 2010

Introduzione alla storia del Primo Periodo Intermedio


''In verità, il paese gira come la ruota del vasaio..In verità, il deserto è esteso sulla terra coltivata''
Queste terribili parole, tratte dalle Lamentazioni di Ipu-ur, sono un autentico riflesso della tremenda confusione che si ebbe in Editto durante il Primo Periodo Intermedio in cui la monarchia egizia subì la sua prima grave crisi. Le cause della fine dell'Antico Regno furono svariate e tra esse vi furono gli eccessivi tributi per il mantenimento del culto funerario, l'esenzione dei sacerdoti e dei nobili e il crescente potere di questi ultimi. Il Delta fu invaso dagli Asiatici e si scatenò una rivoluzione cui seguì un periodo di anarchia. Secondo Manetone, durante la VII dinastia si succedettero 70 re in 70 giorni. Con il numero 70 intende dire innumerevoli. L'VIII dinastia fu composta da discendenti di quella menfita; conosciamo i nomi di alcuni faraoni. Iti e Imutes inviarono spedizioni allo Wadi Hammamat per ottenere pietre con cui costruire le loro piramidi. All'VIII dinastia seguirono la IX e la X; la capitale fu trasferita a Eracleopoli Magna. Il cambio di dinastia avvenne quando Acotes, nomarca di Eracleopoli, rovesciò Neferikare. Il paese era in crisi: non venivano più compiute spedizioni alle miniere di turchese del Sinai e in Nubia e non si commerciava nemmeno con Biblo. I nomarchi di Eracleopoli lottavano con gli Asiatici per scacciali dal Delta. Ankhtifi, nomarca di Ieracompoli, riuscì, durante il regno di Neferkare VIII, a controllare Edfu. Nel frattempo, a Tebe, una famiglia di nomarchi chiamati Inyotef mostròp la sua intenzione di dominare il paese. Essi si proclamarono faraoni dell'Alto e del Basso Egitto e, racchiudendo il loro nome in un serekh, fondarono l'XI dinastia. Nel 2133 a.C., il nomarca di Tebe, Mentuhotep I, si dichiarò indipendente, iniziò così una guerra civile. Il confine tra queste due fazioni era a Thinis; i nomarchi di Asyut appoggiavano Eracleopoli. Il conflitto terminò con la presa di questa città nel 2010 a.C. e la riunificazione dell'Egitto sotto Montuhotep II (a destra), che fu il vero fondatore del Medio Regno.

martedì 7 dicembre 2010

I simboli della regalità

Nelle raffigurazioni il faraone si riconosce con facilità, grazie a una serie di oggetti che porta o che indossa, i quali lo identificano come colui che governa. Sono simboli della regalità.
Dall'epoca predinastica i governatori delle due confederazioni-quella del Basso e quella dell'Alto Egitto-portavano simboli che li identificavano come faraoni. Quando il paese si unificò (3100 a.C.), il nuovo sovrano recuperò e assimilò molti di essi, che rappresentavano il governo, la protezione e il carattere divino del re. Ma, nel corso della storia dell'Egitto faraonico, il monarca ne aggiunse o ne modificò alcuni, conservandone altri. I più rappresentati furono forse le corone: quella bianca(Hedjet) è la più antica che si conosca, mentre quella rossa(Deshert) e quella doppia(Pa Skhemet) si vedono già nella tavolozza di Narmer. Altre, come quella azzurra, la Khepresh, fatta di tela sulla quale venivano incisi dischi dorati, è stata identificata come un elmo da guerra; comparvero più tardi, mentre quella atef veniva utilizzata solo in alcune occasioni. Il serpente protettore del faraone, l'ureo, è uno dei simboli del re risalenti a prima dell'unificazione, poichè rappresenta la dea del Basso Egitto, Uadjet. Veniva raffigurata accanto a Nekhbet, simbolo dell'Alto Egitto, su un diadema o a partire dal Medio Regno, sulla corona sotto forma di avvoltoio.


Oltre alle corone, il sovrano portava sulla testa il nemes, una specie di fazzoletto a righe che copriva la fronte, pendeva sulle spalle e dietro arrivava fino alla schiena, dove terminava in una sorta di coda. Sopra di esse venivano indossate le corone, ma il nemes veniva propriamente identificato come una di queste. Nelle mani teneva scettri raffiguranti il potere o l'autorità, che risalivano a epoche predinastiche-come l'Uas, identificato con un animale totemico e di significato funerario. Lo scettro era allungato e terminava a un capo in una specie di testa di cane, considerato a volte come il simbolo di Seth, e dall'altro lato era brifido. Lo scettro Heqat, raffigurante il governo, dritto e terminante in una testa curva e arrotondata, è anch'esso molto antico. Alcuni simboli furono associati a una divinità prima che al faraone, come il flagello, emblema di Osiride, di Min e di qualche animale sacro. Un altro scettro era il Sekhem, con il quale il faraone era raffigurato nell'atto di attaccare i nemici e che venne utilizzato anche da alcuni personaggi importanti.

Il mio nuovo libro: Immortali - Le mummie di uomini e donne dell'antico Egitto.

 Con questo post voglio inaugurare il nuovo blog. Ormai è passato circa un anno dal mio ultimo post ed è arrivato il momento per me di torna...