In Egitto il buon funzionamento dello stato dipendeva essenzialmente dall'attività degli scribi. Amministratori, contabili, letterati o scrivani pubblici, questi maestri di scrittura erano onnipresenti. Esperto della sua arte e della società, lo scriba degli Archivi Reali dirigeva l'amministrazione culturale.
Lo scriba Khuuiu, vissuto sotto la V dinastia, era ''l'incaricato degli affari del re'', ''scriba dei documenti reali'' e ''direttore degli scribi'' allo stesso tempo.
Sotto la VI dinastia, Djau, la cui tomba è situata as Abido, era ''scriba dei ruoli divini'', ''direttore degli scribi reali'' e ''sacerdote lettore''.
Questi alti personaggi erano indispensabili per il buon funzionamento dello stato, retto essenzialmente da regole scritte.
Nel paese dei faraoni, niente veniva fatto senza un documento giustificativo e tutti gli atti erano diligentemente copiati e ricopiati e potevano servire come prova in caso di liti. Nessun settore di attività economica o politica sfuggiva al controllo degli scribi. Meccanismo essenziale dell'amministrazione, essi tenevano i conti, legiferavano, componevano, rimavano, traducevano e, a volte, modificavano la scrittura.
Durante l'Antico Regno, lo scriba degli Archivi Reali, di cui si trova tracci a partire dal regno di Neferirkara, re della V dinastia, era responsabile del dipartimento dei dei documenti reali, chiamato anche ''doppio laboratorio''. A questa istituzione facevano riferimento altri archivi e biblioteche. I compiti dello scriba degli Archivi Reali erano molto vasti. Mettava a punto, controllava e registrava le azioni di tutte le varie istituzioni. La vastità delle sue responsabilità sottolineava, fin dalle epoche più remote, l'importanza che lo stato dava ai documenti scritti.
La scrittura, ''più durevole della pietra delle piramidi'', era la testimonianza indispensabile di tutto ciò che costituiva la vita di un paese il cui governo era fondato su una conoscenza precisa delle persone, dei beni e delle situazioni. Dalla V dinastia, epoca piuttosto ricca di riforme amministrative, la lunga carriera di magistrato-amministratore conduceva alla carica di direttore degli Archivi Reali. A partire dalla VI dinastia, la funzione di direttore degli Archivi Reali era spesso suddivisa tra un visir e un non visir. L'ufficio del visir divenne il centro dell'Archivio di Stato, e i reparti d'inventario specializzato divennero progressivamente più numerosi. Il visir controllava sistematicamente l'insieme dei documenti, ne prendeva visione personalmente e apponeva il proprio sigillo prima di farli riporre in grandi giare accuratamente inventariate.
Il faraone era il primo fra gli scribi, di natura divina, il sovrano si rapportava a Thot, dio della scrittura e della cultura, nell'epoca tarda l'immagine del babbuino, l'animale che insieme all'ibis è consacrato al dio, serviva per designare lo ''scriba''. Snefru, Thutmosi III, Amenhotep IV(Akhenaton), Horemheb o Sethi I, numerosi furono i faraoni che hanno scritto degli insegnamenti destinati ai loro successori, il grande papiro Harris, il più lungo che si conosca (42m), sarebbe stato redatto da Ramses III per suo figlio Ramses IV.
All'origine, gli scribi venivano reclutati fra le conoscenze privilegiate della famiglia reale. Verso la fine dell'Antico Regno, lo sviluppo dell'amministazione portò alla nascita di una vera e propria casta degli scribi. Appartenenti per lo più alla classe media, essi costituivano il principale supporto dell'autorità faraonica. Numerosi erano i padri di famiglia che pensavano che ''il più bel mestiere per i propri figli fosse quello dello scriba'', ma cera anche chi diceva ''se sei pigro, se non hai forza e un pò grassoccio, dedicati alla carriera di scriba''.
La formazione veniva acquisita attraverso un iter scolastico. Istruiti nelle ''case della vita'', dipendenti dal tempio, gli apprendisti scribi studiavano a partire dall'età di cinque anni per circa una dozzina d'anni le scritture geroglica e ieratica, la grammatica e i testi classici, ma anche il disegno, il diritto, le lingue straniere, la storia, la geografia e la contabilità. Da semplici copiatori di testi classici e letterati colti, gli scrbi formavano una corporazione di privilegiati, esenti da lavori pesanti, onorati e pagati in natura. L'arte della scrittura era a quei tempi la chiave per ottenere tutti i vantaggi sociali, e non era raro per scrivi d'origine modesta accedere alle più alte cariche dello stato. L'alta considerazione in cui questa professione era tenuta, aveva ripercussioni nelle arti figurative.
I princi reali e gli alti funzionari, come per esempio il governatore di provincia Kai, la cui statua è espsosta al Museo del Louvre, si facevano volentieri rappresentare intenti alla scrittura. Nel III millennio, gli scribi, personaggi saggi e degni, molto stimati dai loro contemporanei, erano onorati di rappresentazioni artistiche degne dei nobili.
La statua del governatore Kai, alta 53cm, viene chiamata ''lo Scriba accovacciato'', risale al XXV secolo a.c., costituisce l'orgoglio della collezione egizia del Louvre, scoperto a Saqqara nel 1850 da Auguste Mariette, che stava cercando il tempio Serapide, è una delle più belle rappresentazioni di uno scriba giunta fino a noi.
La presentazione dello scriba da parte degli artisti egizi era convenzionale. Seduto a gambe incrociate, il segretario di corte teneva disteso sul gonnellino il rotolo di papiro che in genere srotolava con la mano sinistra mentre con la destra si apprestava alla redazione del testo. Accanto aveva i tradizionali strumenti di lavoro: uno stiletto, un astuccio con gli incavi per contenere l'inchiostro in pasta, una cordicella e un piccolo contenitore per l'acqua in cui intingere e ripulirei pennelli.