Agli inizi del VI° secolo a.C., i Nubiani trasferirono la
capitale da Napata a Meroe e iniziarono un processo di “africanizzazione”.
Dapprima usarono la scrittura egizia, ma in seguito crearono il meroitico. I
primi scritti in meroitico furono scoperti agli inizi del XIX secolo in un
tempio di el-Dakka. Nel 1909 l’egittologo Francis L.Griffith cercç di
decifrarli. Egli riuscì a trascrivere i simboli grazie a un’iscrizione bilingue
nella quale i nomi dei sovrani di Meroe erano scritti sia in geroglifico egizio
sia in meroitico. Non è stato ancora possibile decifrare questa lingua, poiché
i testi bilingui sono pochissimi e quelli esistenti assai brevi. Il meroitico
apparteneva a un gruppo di idiomi africani scomparsi e non può essere comparato
con nessuna lingua attuale. La scrittura constava di 23 simboli; i testi si
dividevano in frammenti (stiches), divisi da due o tre punti, e la maggior
parte di essi era di tipo funerario. Le iscrizioni dei templi venivano
realizzate con geroglifici meroitici, per gli altri documenti di ricorreva al
corsivo. I geroglifici erano in colonne, il corsivo in file e il verso da
destra a sinistra. Durante l’epoca cristiana nella scrittura nubiana furono
uniti l’alfabeto greco e i segni meroitici.
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