Situate nell’Alta
Nubia, le piramidi di Napata e Meroe segnarono una vera e propria rinascita
delle forme classiche dell’architettura funeraria dell’Antico Regno, quasi
duemila anni dopo le costruzioni tradizionali.
I faraoni nubiani della XXV
dinastia (716-656 a.C.) conquistarono l’Egitto e stabilirono la loro capitale a
Napata, città o regione che si trovava vicino alla IV cataratta del Nilo ed era
un importante centro di culto al dio Amon i tempi della dominazione egizia.
Divenuti signori dell’Alto e del Basso Egitto, i re della Nubia (Kush in
egizio), adottarono i costumi, la lingua, i culti e l’arte di questo paese, pur
mantenendo alcuni caratteri autoctoni. I sovrani napatiensi furono seppelliti
nei cimiteri vicini alla capitale, come el-Kurru o Nuri, e scelsero una forma
di sepoltura che non si usava in Egitto da molti secoli: la piramide, simbolo
del potere faraonico.
Nelle necropoli di el-Kurru si trovano le tombe dei primi re di Napata e anche quella di Peye, il primo sovrano che adottò i riti funerari egizi e l’inumazione all’interno della piramide, abbandonando in tal modo la mastaba, che era la forma di sepolcro tradizionale dei re nubiani. Queste tombe, scavate nella roccia, erano dipinte e avevano un grande valore artistico. Altri faraoni scelsero di essere sepolti a Nuri, sulla sponda opposta. La piramide più grande della necropoli ha una struttura interna complessa; appartenne forse a Taharqa, il maggior costruttore tra i re nubiani.
Dopo la distruzione di Napata a opera dell’esercito egizio
nell’anno 591 a.C., i re nubiani furono costretti a trasferire la loro capitale
più a sud, a Meroe, a nord della VI cataratta. Come tipologia, le piramidi del
cimitero di Meroe sono simili a quelle di el-Kurru e Nuri. Alcune presentano
una struttura a gradoni e altre sono rinforzate con un rivestimento di pietre
lisce. Le più tarde i riducono a un ammasso di terra e pietre, rivestito con
lastre di pietra e mattoni. Sappiamo che il sovrano stabiliva il luogo della
sua sepoltura e ordinava la preparazione degli ipogei nella roccia. Al momento
della sua morte, il successore era responsabile dell’edificazione della
piramide, della costruzione di una cappella a est e di una muraglia intorno all’entrata
della tomba. Molte cose restano ancora da scoprire su questa affascinante
civiltà nubiana, tuttavia, ancora oggi è possibile ammirare i resti ciclopici
della loro opera.
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