domenica 28 aprile 2013

Libri e autori del XIX° secolo


Nel XIX° secolo l'Occidente, grazie alle scoperte di avventurieri ed egittologi, visse un vero e proprio "boom" dell'antico Egitto. I libri che raccontarono tali vicende aprirono gli occhi alla società occidentale e scatenarono entusiasmo per il passato di questa millenaria civiltà. Al termine del XVIII° secolo, l'Egitto era quasi sconosciuto. Fu la spedizione napoleonica del 1798 a mutare questa situazione. Grazie a essa vennero pubblicati molti libri sulla terra dei faraoni e ciò suscitò curiosità ed entusiasmo. Vivant Denon, che accompagnò l'esercito nell'antico Egitto, pubblicò nel 1802, Le Voyage dans la Basse et la Haute Égypte pendant les campagnes du Général Bonaparte. Questo libro aveva molte illustrazioni e furono loro a mostrare agli occidentali le meraviglie del paese. Uno dei primi illustratori a recarsi in Egitto fu Luigi Mayer che, nel 1805, pubblicò View in Egypt. Tra i numerosi viaggiatori, avventurieri, artisti e specialisti che, in quegli anni, visitarono il paese non si può dimenticare Giovanni Battista Belzoni, che raccontò le sue esperienze in Narrative of the Operations and Recent Discoveries (1820). Anche le ricerche del barone von Minutoli e di Jean-Jeacques Rifaud presero corpo in vari libri. Il vero padre dell'egittologia fu però Jean-Francois Champollon, che decifrò la scrittura geroglifica. Nel 1822, pubblicò la sua celebre Lettre à M. Dacier relative à l'alphabet des hièroglyphes phonètiques.
Diversi autori contribuirono a gettare le basi dell'egittologia. In Italia, si distinse Ippolito Rosellini con I Monumenti dell'Egitto e della Nubia, opera in tre parti, pubblicata tra il 1832 e il 1844 e ricca di disegni poi riprodotti più volte in altre opere. In Inghilterra, il pioniere di John Gardner Wilkinson che compì un considerevole lavoro di scavi, in particolare nella regione di Tebe. Egli riassunse la sua complessa attività nei tre volumi dell'opera Manners and Customs of the Ancient Egyptians (1837) Allo stesso periodo appartengo anche i libri di viaggiatori, esploratori e disegnatori come il poliedrico italiano Girolamo Segato (Altante del Basso ed ALto Egitto, 1835-1837), il pittore tedesco Heinrich von Mayr (Malerische Ansichten aus dem Orient, 1838-1846), l'architetto francese Hector Horeau (Panorama d'Égypte et de Nubie, 1841) e l'architetto nonché formidabile disegnatore inglese Owen Jones (Views on the Nile: from Cairo to the Second Cataract, 1843).
Tra gli artisti che si dedicarono all’Egitto a metà del XIX° secolo, un posto di rilievo lo occupa David Roberts, uno scozzese mosso dall'idea di realizzare disegni e bozzetti per farne quadri da vendere ai privati. Il suo lavoro fu di tale bellezza che i suoi schizzi e appunti furono subito trasformati in litografie, poi inserite in libri come Egypt and Nubia (1846-1850). In Germania, l’onore di organizzare queste conoscenze toccò a Karl Richard Lepsius, autore di Denkmäler aus Aegypten und Aethiopien (in alto a sinistra una rappresentazione presa dall'opera), pubblicato tra il 1848 e il 1859 in 12 volumi. Si tratta di un’opera estremamente rigorosa e probabilmente, insieme alla Description de l’Égypte, il maggior contributo scientifico sull'argomento  Tra gli altri personaggi di questo perioso, importante è stato anche l’ingegnere e architetto francese Achille Constant Thèodore Émile Prisse d’Avennes, il quale tra il 1858 e il 1877 pubblicò un raffinato: Atlas de l'Histoire de l'Art Égyptien, d'après les monuments, depuis le temps les plus reculès jusqu’à la domination romaine (Atlante della storia dell'arte egizia, dai monumenti dei primi tempi alla dominazione romana).

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