domenica 21 luglio 2013

Storia di Amon: Un dio nascosto

L'origine del dio Amon, il cui nome significa ''il nascosto'', è come spesso accade per le divinità egizie, che probabilmente venivano adorate in forme e nomi diversi sin dalla più remota preistoria, ancora sconosciuta. È probabile che questo dio fosse in origine una divinità locale di Tebe e che ''risiedesse'' da gran tempo come nume tutelare nelle terre di Karnak. La sua teologia, che vede in lui un dio dell'aria e della fecondità, si costituì probabilmente grazie ad alcuni prestiti mutati da dottrine e tradizioni liturgiche di importanti centri religiosi egizi, come Heliopoli, Hermopolis e Menfi, o anche da culti meno noti, come quello del dio Min di Coptos. 
Re degli dei per eccellenza durante la grande fioritura del Nuovo Regno, Amon viene generalmente raffigurato come un essere umano che porta sul capo un'alta corona con due piume, oppure come un uomo a testa di ariete, animale a lui sacro. Il dio era circondato da un'accogliente famiglia: egli aveva infatti una moglie, Mut, e un figlio, Khonsu. La personalità di questa grande divinità era comunque notevolmente complessa. Amon venne considerato dai sacerdoti tebani come il primo creatore dell'universo. I faraoni gli attribuirono molte ricchezze, favorendone costantemente il clero, soprattutto in occasione delle frequenti crisi di rappresentatività e legittimazione dell'una o dell'altra casa reale, in quanto era da Amon che dipendevano le sorti delle battaglie e il riconoscimento ufficiale del faraone vittorioso. Ma Amon era anche colui che, con attitudini di misericordia e giustizia, proteggeva le vedove e gli orfani, nonché colui che ascolta ed esaudisce le preghiere degli ammalati, degli umili, degli oppressi. Vi ricorda qualcosa? o qualcuno? a me si.
Amon fu insomma uno degli dei più potenti dell'antico Egitto e in ultima analisi è facile vedere come sia stata la politica ad assicurargli un tale successo. In qualità di dio dei re tebani che scacciarono gli Hyksos e delle loro casate, egli divenne il dio supremo dello stato liberato. Durante il Nuovo Regno, lo splendore dei suoi templi, con le loro ricchezza e il ruolo dominante che esercitarono i suoi sacerdoti nelle vicende politiche, mostra chiaramente come il suo prestigio avesse superato quello di qualunque altra divinità egizia, avvicinando per alcuni aspetti il suo culto e la sua liturgia a quella e dimensione monoteista che stava indipendentemente e faticosamente maturando nella regione siro-palestinese e in quelli che sarebbero diventati i possedimenti degli Israeliti. Tuttavia, a partire della CCI dinastia, Tebe e il suo dio inizieranno a perdere buona parte del loro antico prestigio e sarà il Delta del paese a guadagnare di nuovo più potere negli affari politici ed economici dell'Egitto. Il grande Amon continuò a ricevere gli onori di un importante culto, ma le divinità delle altre province egizie, liberate dal giogo economico di Tebe, ritroveranno il favore perduto e a poco a poco il dio dei defunti, Osiride, forse ancora più caro agli abitanti del Nilo, in quanto protagonista della più grande aspirazione popolare, quella all'immortalità, prese in tutto il paese, il posto che era stato occupato da Amon.
Eppure l'identificazione tra il dio-ariete di Tebe e la causa nazionale della terra del Nilo rimase a lungo impressa nella coscienza dei suoi abitanti. Quando Alessandro Magno scese n Egitto a liberare l'antico paese dei faraoni dal dominio persiano, si recò nella lontana oasi di Siwa, nelle terre a occidente del Delta: qui i sacerdoti riconobbero il ''nuovo faraone'' come un essere divino, figlio di Amon. Le corna ritorte da ariete che, nei ritratti del conquistatore, affiorano sulle tempie, tra i riccioli della capigliatura, ricordano per sempre questa antica e arcana affiliazione, mistica e molto politica al tempo stesso.

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