Nel 1995, l'archeologa greca Liana Suvaltzi annunciò di aver individuato, nell'oasi di Siwa (non lontano dalla frontiera con la Libia), nientemeno che la tomba di Alessandro Magno. Passarono alcune settimane e, dopo che una schiera di studiosi accorsi da tutto il mondo si erano recati nell'oasi per verificare il sensazionale annuncio, tutto si risolse in nulla di fatto. All'epoca io avevo circa nove anni e guardando le foto del sito mi accorsi che il sito non era altro che parte del tempio di Zeus Ammone e non la tomba del grande condottiero, in realtà anche uno studente del primo anno di archeologia non avrebbe fatto un errore così eclatante. Ricordo che Jean-Yves Empereur, direttore del Centro Studi Alessandrini e archeologo impegnato nelle esplorazioni subacquee del porto della città, aveva commentato: '' I sepolcri degli eroi turbano la mente e gli archeologi al punto da renderli folli e a indurli a spendere la loro vita e i loro beni per trovarli''. Forse l'archeologa greca sperava di trovarsi di fronte alle spoglie del re, come accadde ad Augusto il quale, narra Svetonio, nel 30 a.C., si fece condurre dinanzi al corpo imbalsamato e ben conservato del macedone. In quell'occasione gli si domandò se volesse anche vedere il corpo di Tolomeo I (il capostipite della futura dinastia dei Lagidi e colui che aveva disposto il trasporto della salma di Alessandro da Babilonia in Egitto). Augusto rispose che era sua intenzione vedere un re, e non dei semplici cadaveri. Rimane il fatto che, per quanto potente il suo richiamo, la tomba di Alessandro non è stata ancora trovata; contrariamente a quanto è accaduto a quella di suo padre Filippo rinvenuta nel 1977 a Vergina (Grecia), dall'archeologo Manolis Andronikos.
Da sempre le ipotesi circa il luogo in cui cercare il sepolcro di Alessandro vertono intorno a tre nomi: Alessandria, la vecchia capitale dell'Egitto tolemaico, Menfi, la città che stregò Alessandro, e l'oasi di Siwa, il posto in cui il re fu proclamato figlio del dio Zeus. Quest'ultima gioca appunto un ruolo affatto secondario nelle vicende che videro il giovane condottiero macedone in terra egizia. Alessandro, infatti, si recò a Siwa proprio nel 331, poco dopo aver fondato la città di Alessandria. L'oasi era distante appena otto giorni di marcia dalla città e in essa si trovavano un santuario e un oracolo importante, quello del dio Amon, di cui Alessandro, in quanto faraone dell'Egitto, era ritenuto il figlio. Il luogo, dunque, possedeva tutti i criteri della sacralità necessari perché il giovane macedone potesse sceglierlo come luogo destinato a raccogliere le sue spoglie. E anche le fonti sembrano avvalorare l'ipotesi che l'oasi sacra ad Amon fosse stata prescelta per ospitare il corpo del re. Ma rileggiamo la dettagliata descrizione dedicata da Diodoro Siculo alla questione della preparazione della salma e al suo trasferimento. Dopo essersi soffermato a lungo sui dettagli dello splendido sarcofago aureo entro cui era posta la salma, riempita ''all'interno di aromi, che potevano offrire al corpo allo stesso tempo il profumo e la conservazione'', lo storico del I secolo a.C. prosegue con l'elencazione dei singoli elementi che compongono il carro ''magnifico più di quanto non sembrasse a sentirne parlare''. Il trasferimento della salma avviene sotto la guida di Arrideo, figlio illegittimo di Filippo II. Scrive Diodoro Siculo che ''affidarono poi a Arrideo la missione del trasferimento del corpo, e della costruzione del cocchio coperto, che avrebbe trasportato il corpo del re morto al santuario di Ammone'' (Libro XVIII, 3).
Il corteo viene raggiunto da Tolomeo I, il quale prende in consegna il corpo e lo porta ad Alessandria. Scrive Diodoro Siculo che Tolomeo ''decise di non portarlo per il momento al tempio di Ammone, ma di tumularlo nella città che era stata da lui fondata'', dove sarà seppellito in ''un santuario degno, per la sua grandezza e per la costruzione, della sua gloria''. Questo santuario è il Sema, il monumento al cui interno si sarebbe verificata, trecento anni dopo la morte di Alessandro, la visita di Augusto al corpo del re, come descritto da Diodoro Siculo. Il quale si limita però a riferire che Augusto pone una corona d'oro sul capo di Alessandro Magno, il corpo era stato tolto dalla tomba per essergli mostrato. Ma non accenna al luogo esatto in cui questa di trova. Tuttavia, l'ipotesi più plausibile relativa al luogo di sepoltura rimane quella di Alessandria, visto che nessun autore ci informa poi che il suo corpo abbia davvero raggiunto Siwa, come era stato stabilito in precedenza. Infatti è ad Alessandria, che al centro della planimetria disegnata dall'architetto personale di Alessandro, Dinocrate, venne eretto il Sema, il monumento al corpo del re defunto. Ed è logico pensare che Tolomeo I abbia voluto collocare la salma del grande re proprio qui, al centro della città che Alessandro stesso aveva fondato, rendendo difatti Siwa solo una possibile tappa del corteo funebre del re macedone, poi saltata per ordine dello stesso Tolomeo.
Tuttavia, queste restano solo teorie basate su fonti antiche, finché la sua tomba non verrà ritrovata, ogni ipotesi è puramente concettuale.
Molto interessante Genny, bellisismo articolo. Un abbraccio
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