Girolamo Segato nacque a Vedana, nel Veneto, nel 1792. Nel 1818 s'imbarcò alla volta dell'Egitto, dove rimase per circa 5 anni. All'inizio si dedicò alla topografia disegnando piante del Cairo su incarico di uno dei figli di Mohammed Alì, pascià d'Egitto. Nel 1820, prese parte a una spedizione militare nel Sudan orientale, organizzata dal pascià, e giunse fino alla Seconda Cateratta.
Da lì partì da solo verso la zona sud occidentale e si addentrò nel deserto della Nubia, dove visitò alcuni villaggi. Al suo ritorno passò per lo Wadi Halfa e durante il suo viaggio, Segato fece dei disegni delle zone archeologiche. In una lettera al fratello descrisse i luoghi che aveva visitato.
Nel 1821, per ordine del generale Von Minutoli, esplorò la necropoli di Saqqara e scoprì l'ingresso principale della piramide del faraone Djoser. Sempre per incarico di Von Minutoli, esplorò l'oasi di Siwa, nel Deserto Occidentale, dove ancora una volta si dedicò al disegno di alcuni monumenti della zona. Nel 1822, Girolamo sviluppò il suo interesse per l'archeologia egizia, organizzando una collezione. Egli disegnò dettagliatamente anche due cubiti regi trovati dal barone Nizzoli e dal consolo francese Drovetti. Più tardi, si dedicò allo studio della botanica e dei metodi di mummificazione. Tornò in Italia nel 1823. Quando partì, lasciò al Cairo gran parte degli appunti e dei disegni che aveva fatto. La nave che trasportava, in novanta casse, la collezione di antichità messa insieme per con di von Minutoli e destinata al Museo di Berlino, fece naufragio. Di esse, se ne salvarono solo venti. Una volta ritornato in Italia, Segato si stabilì a Firenze, dove, nel 1827, scrisse un'opera di cui fu pubblicato solo il primo volume, intitolato: Saggi pittori, geografici, statistici, catastali sull'Egitto.
Nel 1833 iniziò a redigere l'Atlante monumentale del Basso ed Alto Egitto, un'opera illustrata da Domenico Valeriani e pubblicata tra il 1835 e il 1837. Segato morì nel 1836.
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