A partire dal Neolitico furono utilizzate differenti tecniche di intrecciatura. La maggior parte dei cesti veniva creata con il sistema a spirale, che era il più diffuso. Tale sistema consisteva in un fascio di fibre che venivano intrecciato partendo da una base, che poteva essere una croce, un rosone o un semplice fascio. Attorno alla base, si intrecciava un bordo a spirale.
I cesti e i canestri più antichi, reperiti sulle sponde del lago Qarum (nella zona di el-Fayyum) e a Badari, vennero realizzati con questo sistema e utilizzati nelle case per custodire alimenti, vestiti e strumenti musicali.
Le ceste venivano fabbricate con fusti di palme da dattero o con giunchi. I cordoni per unirli venivano realizzati con strisce di foglie della palma di dum, di lino o sparto.
A partire del Nuovo Regno comparvero nei lavori di intrecciatura diversi tipi di decorazione. Grazie all'impiego di fibre di differenti colori intrecciate tra loro, a scacchi. La decorazione, con il trascorrere del tempo, divenne sempre più ricca, arrivando a rappresentare motivi ornamentali con disegni geometrici e ispirati alla fauna.
La tecnica dell'avvolgimento o dell'attorcigliatura è un altri tipo di intrecciatura, molto simile alla tessitura. Quando il materiale era morbido venivano fabbricate borse per custodirvi semi. Se la trama era grezza, venivano costruiti recipienti per uso domestico, casse e cassapanche, o feretri. Con la tecnica chiamata a stuoia, venivano intrecciate tra loro strisce di canna o papiro su una trama di corda, creando un modello a scacchi o a ''reti di pescatore''. In tal modo, si ottenevano stuoie resistenti, in grado di reggere la mercanzia, o rivestimenti per i mobili. Esse venivano usate anche per l'intelaiatura delle sedie, sgabelli o letti. La stuoia appare vincolata ai costumi funerari. Nell'epoca di Nagada era consuetudine seppellire i morti avvolti in stuoie.
Tipi di intreccio
Gli egizi lavoravano la stuoia ricorrendo al sistema della tessitura e usando un telaio. La stuoia si adattava a un gran numero di applicazioni, sia per facilitare il trasporto delle mercanzie sia per rivestire mobili, e aveva anche un uso abbastanza diffuso in ambito funerario; nel corredo funebre dell'architetto Kha, di Deir el- Medina, si nota un letto la cui rete è costruita con corde vegetali intrecciate. Nelle necropoli sono state ritrovate numerose stuoie utilizzate come sudari. La stuoia era realizzata con giunchi e paglia intrecciata.
Il disegno a sinistra mostra un oggetto fabbricato con una base di fibre vegetali arrotolate a spirale. Esse appaiono saldamente legate con strisce di foglie di palma. Le fibre vegetali del sistema a spirale solitamente erano di paglia; spesso si avvolgeva il rotolo con l'aiuto di una corda.
Il sistema dell'intreccio non era particolarmente complicato ma richiedeva agilità e precisione.
Un altro metodo consisteva nel legare tre lunghe strisce di giunco o di canna a un'estremità e poi intrecciarle. A tale scopo, veniva fatta una piega nella canna ogni qualvolta la si girava, per poterla spianare quando serviva.
Un altro sistema di intreccio consisteva nel distendere le trecce una accanto all'altra e poi cucirle con una corda sottile infilata in un ago, facendo attenzione a che le trecce fossero perfettamente allineate. Quando venivano fabbricate le stuoie, venivano aggiunte più trecce.
La lavorazione della corda
Nell'antico Egitto, uno degli strumenti fondamentali, utilizzato per la misurazione, era la corda. Essa veniva usata, per esempio, per stabilire se la base di una piramide fosse perfettamente quadrata. Per fabbricarla venivano impiegato almeno 190 tracce di lino. Spesso si ricorreva a strisce di cuoio. Per poter intrecciare il cuoio venne ideato un manufatto speciale: un tubo vuoto sul quale girava un oggetto di forma circolare, grazie al quale le strisce si intrecciavano.
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