sabato 19 ottobre 2013

I nomi e i titoli dei faraoni

I cinque titoli reali canonici che configurano il nome del sovrano nell'antico Egitto sono documentati per quasi tutti i monarchi dal Medio Regno alla fine del Periodo Ellenistico Tolemaico Essi rappresentano una chiara affermazione della natura divina del faraone.
Il titolo più antico è il nome di Horus, attestato durante il Periodo Protodinastico, prima dell'unificazione dell'Egitto. All'inizio esso fu inscritto in un rettangolo (serekh), immagine del palazzo reale, sormontato da un falco. Successivamente al titolo di Horo seguì un nome che variava con ciascun re. Esso caratterizzava il monarca come la manifestazione terrena di Horo, il dio del cielo in forma di falco. Durate il Nuovo Regno, i sovrani aggiunsero il nome di Toro potente, alludendo a un altro aspetto animale del faraone. Il secondo titolo reale, quello di Nebti, che significa ''le due Signore'', fece la sua comparsa al tempo della I dinastia. Esso si riferisce alle dee protettrici dell'Alto e Basso Egitto, cioè Nekhbet, la dea avvoltoio, e Uadjet, la dea cobra, indicando che il faraone controllava le due parti del paese. 
Il terzo nome reale è quello di Horus d'oro, che allude a una certa identificazione del falco Horo con il sole, facendo così riferimento alla natura divina del sovrano. La sua posizione canonica come terzo titolo è provata a partire dalla IV dinastia, e precisamente dal regno di Snefru. Il quarto titolo, Nesu-bity, è documentato dal Periodo Tinita. Esso significa ''colui che appartiene alla canna e all'ape'', elementi che simboleggiano la parte nord e quella sud del paese. Si traduce con ''re dell'Alto e del Basso Egitto'', esprimendo il diritto di sovranità sulle due metà del territorio. A questo titolo segue il cosiddetto praenomen, posto dentro un cartiglio. Questo è il nome preso dal re quando saliva al trono. Il titolo di Figlio di Ra è attestato già dal regno di Chefren. Esso è seguito dal nomen, cioè il nome di nascita del sovrano, anch'esso inscritto in un cartiglio. Questo serviva ad esprimere il legame del faraone con il dio sole. Si tratta di una nuova natura dogmatica del monarca, in relazione alla crescente e straordinaria influenza della religione solare della città di Eliopoli.

Esempio di titolatura reale: Hatshepsut


Set Peribsen e Khasekhemuy



Peribsen cambiò il proprio nome di Horo, il dio che simboleggiava il nord del paese, con quello di Seth, suo avversario, che rappresentava il sud, e ristabilì la capitale a Thinis. L'altro potere divino personificato dal re è quello dunque del dio del caos. Un altro faraone tinita, Khasekhemuy, il cui nome significa ''appaiono i due potenti'', incluse Horo e Seth nel serekh, facendo riferimento alla riunificazione tra Basso e Alto Egitto.








Epiteti faraonici

Con epiteti, si intendono i titoli correlati ai nomi dei re dell'Antico Egitto, che potremmo ritrovare in un qualsiasi testo geroglifico. Di seguito, riporto i principali.


Così come i faraoni, anche le regine avevano epiteti che venivano associati ai loro nomi.



2 commenti:

  1. Avrei una domanda...
    se i primi geroglifici, a partire da sinistra, indicano i cosiddetti "grandi nomi" (ad esempio "Nebty"= le due signore), i geroglifici posti invece nella seconda parte sulla destra di ogni rigo cosa stanno ad indicare?

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  2. Preciso la mia domanda:
    "Le due signore - La regalità dura come Ra in cielo" è uno dei grandi nomi e "le due signore" è il titolo che lo introduce?
    Grazie per l'eventuale risposta.

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 Con questo post voglio inaugurare il nuovo blog. Ormai è passato circa un anno dal mio ultimo post ed è arrivato il momento per me di torna...