martedì 20 maggio 2014

La storia di Hatshpsut attraverso le sue opere


“Ed ecco, io ero seduta nel mio palazzo e pensavo a colui che mi aveva creata.  E il mio cuore mi indusse a fare per lui due obelischi in oro fino, i cui pyramidion si confondono col cielo …”
Hatshepsut, Obelisco di Karnak

La storia dell’antico Egitto è piena di istanti importanti, ma senza dubbio, il momento che ha determinato maggiormente il corso di tale cultura è il Nuovo Regno. Con questo termine si usa indicare il lasso di tempo intercorso tra la cacciata degli Hyksos (1543 a.C. circa) e il Terzo Periodo Intermedio (1078 a.C.). Durante questo eccezionale periodo regnarono in Egitto le dinastie: XVIII, XIX e XX, in cui si avvicendarono sul trono di Horus faraoni dalla personalità straordinaria. Uno di questi era Hatshepsut. Nell’antico Egitto non era di certo una novità il regno di un faraone donna, prima di lei si annoverano i re: Nitocri, Sobekneferu e Neferuptah, tuttavia secondo la legge egizia, erano gli uomini a dover regnare. Con la morte di Thutmosi I si verificò la mancanza di un erede maschio, infatti Thutmosi II, suo successore, era figlio di una concubina, quindi non legittimato a regnare, e fu per questi motivi che sposò Hatshepsut, garantendosi così il trono di suo padre. In questo caso assunse l’appellativo di Grande sposa reale, così come fecero tutte le regine d’Egitto. Il regno dei due fratellastri durò poco o più di cinque anni, alla sua morte Thutmosi II lasciò due figlie avute dal matrimonio con Hatshepsut e un figlio nato dal rapporto con la seconda moglie, Isis. Il piccolo non fu destinato a regnare da suo padre, che probabilmente pensava di vivere abbastanza da poter avere un figlio maschio dalla sposa principale, infatti, fu affidato all’inizio ai sacerdoti di Amon. Una leggenda racconta che durante una processione nel tempio del dio tebano, Amon avrebbe sussurrato al giovane principe d essere destinato a regnare, avvenimento che fu immortalato in seguito e descritto in questo modo:

“ sembrava che il dio cercasse qualcuno, poi si fermò davanti al giovane principe, che si chinò pieno di rispetto.. ma il dio lo sollevò e lo portò con sé dove solo i re possono entrare.. “

Il nome di questo fanciullo era Thutmosi, passato alla storia come il Napoleone d’Egitto, un faraone leggendario dalla fama di guerriero imbattuto. Tuttavia all’epoca della morte del padre, Thutmosi era solo un bambino e la reggenza fu affidata alla zia e matrigna Hatshepsut, che riuscì così a diventare faraone e a mantenere il potere per molto tempo, almeno fino al 1457 a.C.
Durante il suo regno il clero tebano promulgò una legge teocratica, per la quale la successione doveva essere garantita e appoggiata dai sacerdoti di Amon. Per questi e altri motivi, Hatshepsut fece scolpire a Deir el-Bahri, un tempio funerario che si trova ancora oggi sulla riva ovest del Nilo a Luxor, la storia della sua nascita; mettendosi in linea diretta di discendenza con Amon stesso. Questo stratagemma gli consentì di mantenere il potere ai danni di Thutmosi anche quando quest’ultimo arrivò all’età giusta per regnare. In numerosi documenti è possibile vedere Hatshepsut in testa alle processioni e alle spalle il nipote. Per rafforzare il proprio potere, iniziò a indossare vesti maschili e la barba posticcia, simbolo di regalità e dominio.  Hatshepsut così rafforza il proprio dominio sull’Egitto grazie alla religione, attraverso una teogamia reale, secondo la quale essendo lei nata direttamente dal dio aveva di conseguenza lei sola il diritto di rappresentarlo in terra. Fatto sta, che questo diede inizio allo strapotere del clero tebano, che porterà poi all’indebolimento dell’influenza faraonica, che costringerà Akhenaton, il faraone eretico, al distacco da Tebe e da Amon. La vita di questo faraone non fu di certo immune ai pettegolezzi, infatti, molti sostennero che il secondo sacerdote di Tebe, tale Senmut fosse anche il suo amante e vero padre della principessa Neferura, con la quale è stato ritratto in diverse occasioni. Nondimeno, Senmut fu anche un architetto geniale, artefice del tempio funerario di Deir el-Bahri, che diede il via a una vera e propria catena di ricostruzioni sulle rovine lasciate dal dominio degli Hyksos, che sarà poi sottolineata dalla stessa Hatshepsut:

“Ho ricostruito ciò che fu distrutto e ho portato a buon termine quello che non era finito. Gli asiatici con altri barbari hanno abitato nel nord del paese, dove hanno distrutto ciò che era stato costruito una volta, in disprezzo del dio Ra …”

Mentre si occupava di politica interna e di opere edilizie, lasciò completamente da parte l’espansione geografica, mantenendo rapporti tranquilli con i paesi vicini. Le relazioni con tali popoli furono anche agevolate dal commercio e da alcune spedizioni coloniali. Durante il nono anno di regno di Hatshepsut, si dice che fu lo stesso Amon a volere un’esplorazione nel paese di Punt, che aveva come scopo quello di approvvigionare il santuario della regina-faraone.  Negli anni il suo potere crebbe a dismisura, fino ad affermare:

“Tutti i paesi stranieri mi sono soggetti. I miei confini arrivano a sud fino a Punt, a est fino alle paludi dell’Asia. Gli abitanti del Sinai sono sotto il mio dominio. A occidente il mio regno arriva fino a Manu. Io domino sulla Libia. A nord il confine è segnato dalle isole del mare … Dominio sui beduini dominatori del deserto … “


Non sappiamo esattamente com’è morta Hatshepsut, molti hanno ipotizzato che Thutmosi stanco del ruolo secondario nelle vicende dell’Egitto, abbia poi deciso di ucciderla. Tuttavia, non c’è nulla che ci faccia pensare ad una tale ipotesi, quindi, presumibilmente, possiamo parlare di morte naturale. Nondimeno sappiamo però che Thutmosi cercò invece di distruggerne la memoria, infatti una volta diventato faraone, mise in opera una massiccia campagna di damnatio memoriae ai danni della matrigna, arrivando a distruggere e usurpare i suoi monumenti. Nonostante i vari sforzi egli non riuscì nel suo intento, tanto che oggi Hatshepsut rimane la più famosa regina-faraone dell’intera storia egizia.

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