“Ed ecco, io ero seduta nel mio palazzo e pensavo a colui
che mi aveva creata. E il mio cuore mi
indusse a fare per lui due obelischi in oro fino, i cui pyramidion si
confondono col cielo …”
Hatshepsut, Obelisco di Karnak
La storia dell’antico Egitto è piena di istanti importanti,
ma senza dubbio, il momento che ha determinato maggiormente il corso di tale
cultura è il Nuovo Regno. Con questo termine si usa indicare il lasso di tempo
intercorso tra la cacciata degli Hyksos (1543 a.C. circa) e il Terzo Periodo
Intermedio (1078 a.C.). Durante questo eccezionale periodo regnarono in Egitto
le dinastie: XVIII, XIX e XX, in cui si avvicendarono sul trono di Horus
faraoni dalla personalità straordinaria. Uno di questi era Hatshepsut. Nell’antico
Egitto non era di certo una novità il regno di un faraone donna, prima di lei
si annoverano i re: Nitocri, Sobekneferu e Neferuptah, tuttavia secondo la
legge egizia, erano gli uomini a dover regnare. Con la morte di Thutmosi I si
verificò la mancanza di un erede maschio, infatti Thutmosi II, suo successore,
era figlio di una concubina, quindi non legittimato a regnare, e fu per questi
motivi che sposò Hatshepsut, garantendosi così il trono di suo padre. In questo
caso assunse l’appellativo di Grande sposa reale, così come fecero tutte le
regine d’Egitto. Il regno dei due fratellastri durò poco o più di cinque anni,
alla sua morte Thutmosi II lasciò due figlie avute dal matrimonio con
Hatshepsut e un figlio nato dal rapporto con la seconda moglie, Isis. Il
piccolo non fu destinato a regnare da suo padre, che probabilmente pensava di
vivere abbastanza da poter avere un figlio maschio dalla sposa principale,
infatti, fu affidato all’inizio ai sacerdoti di Amon. Una leggenda racconta che
durante una processione nel tempio del dio tebano, Amon avrebbe sussurrato al
giovane principe d essere destinato a regnare, avvenimento che fu immortalato
in seguito e descritto in questo modo:
“ sembrava che il dio cercasse qualcuno, poi si fermò
davanti al giovane principe, che si chinò pieno di rispetto.. ma il dio lo
sollevò e lo portò con sé dove solo i re possono entrare.. “
Il nome di questo fanciullo era Thutmosi, passato alla
storia come il Napoleone d’Egitto, un faraone leggendario dalla fama di
guerriero imbattuto. Tuttavia all’epoca della morte del padre, Thutmosi era
solo un bambino e la reggenza fu affidata alla zia e matrigna Hatshepsut, che
riuscì così a diventare faraone e a mantenere il potere per molto tempo, almeno
fino al 1457 a.C.
Durante il suo regno il clero tebano promulgò una legge
teocratica, per la quale la successione doveva essere garantita e appoggiata
dai sacerdoti di Amon. Per questi e altri motivi, Hatshepsut fece scolpire a
Deir el-Bahri, un tempio funerario che si trova ancora oggi sulla riva ovest
del Nilo a Luxor, la storia della sua nascita; mettendosi in linea diretta di
discendenza con Amon stesso. Questo stratagemma gli consentì di mantenere il
potere ai danni di Thutmosi anche quando quest’ultimo arrivò all’età giusta per
regnare. In numerosi documenti è possibile vedere Hatshepsut in testa alle
processioni e alle spalle il nipote. Per rafforzare il proprio potere, iniziò a
indossare vesti maschili e la barba posticcia, simbolo di regalità e
dominio. Hatshepsut così rafforza il
proprio dominio sull’Egitto grazie alla religione, attraverso una teogamia
reale, secondo la quale essendo lei nata direttamente dal dio aveva di
conseguenza lei sola il diritto di rappresentarlo in terra. Fatto sta, che
questo diede inizio allo strapotere del clero tebano, che porterà poi
all’indebolimento dell’influenza faraonica, che costringerà Akhenaton, il
faraone eretico, al distacco da Tebe e da Amon. La vita di questo faraone non
fu di certo immune ai pettegolezzi, infatti, molti sostennero che il secondo
sacerdote di Tebe, tale Senmut fosse anche il suo amante e vero padre della
principessa Neferura, con la quale è stato ritratto in diverse occasioni.
Nondimeno, Senmut fu anche un architetto geniale, artefice del tempio funerario
di Deir el-Bahri, che diede il via a una vera e propria catena di ricostruzioni
sulle rovine lasciate dal dominio degli Hyksos, che sarà poi sottolineata dalla
stessa Hatshepsut:
“Ho ricostruito ciò che fu distrutto e ho portato a buon
termine quello che non era finito. Gli asiatici con altri barbari hanno abitato
nel nord del paese, dove hanno distrutto ciò che era stato costruito una volta,
in disprezzo del dio Ra …”
Mentre si occupava di politica interna e di opere edilizie,
lasciò completamente da parte l’espansione geografica, mantenendo rapporti tranquilli
con i paesi vicini. Le relazioni con tali popoli furono anche agevolate dal
commercio e da alcune spedizioni coloniali. Durante il nono anno di regno di
Hatshepsut, si dice che fu lo stesso Amon a volere un’esplorazione nel paese di
Punt, che aveva come scopo quello di
approvvigionare il santuario della regina-faraone. Negli anni il suo potere crebbe a dismisura,
fino ad affermare:
“Tutti i paesi stranieri mi sono soggetti. I miei confini
arrivano a sud fino a Punt, a est fino alle paludi dell’Asia. Gli abitanti del
Sinai sono sotto il mio dominio. A occidente il mio regno arriva fino a Manu.
Io domino sulla Libia. A nord il confine è segnato dalle isole del mare …
Dominio sui beduini dominatori del deserto … “
Non sappiamo esattamente com’è morta Hatshepsut, molti hanno
ipotizzato che Thutmosi stanco del ruolo secondario nelle vicende dell’Egitto,
abbia poi deciso di ucciderla. Tuttavia, non c’è nulla che ci faccia pensare ad
una tale ipotesi, quindi, presumibilmente, possiamo parlare di morte naturale.
Nondimeno sappiamo però che Thutmosi cercò invece di distruggerne la memoria,
infatti una volta diventato faraone, mise in opera una massiccia campagna di
damnatio memoriae ai danni della matrigna, arrivando a distruggere e usurpare i
suoi monumenti. Nonostante i vari sforzi egli non riuscì nel suo intento, tanto
che oggi Hatshepsut rimane la più famosa regina-faraone dell’intera storia
egizia.
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