"Ho un temperamento caldo, quella tenacia di propositi che gli osservatori meno amichevoli chiamano ostinazione, e che oggi... i miei nemici si compiacciono di chiamare... un mauvais caractère. Ebbene, non posso farci niente!"
Howard Carter
Howard Carter nacque a Londra il 9 maggio del 1874 da Martha Joyce Sands e da Samuel Carter, un artista particolarmente dotato che incoraggiò il figlio a seguire le proprie orme. Howard Carter dimostrò di avere un talento particolare per il disegno e a 17 anni divenne assistente dell’egittologo Percy Newberry, partecipando a una sua spedizione nella necropoli di Beni Hasan risalente al Medio Regno dell’Egitto (il periodo tra il 1987 e il 1780 avanti Cristo). Tra i vari incarichi affidati a Carter, c’era quello di ricopiare e catalogare le decorazioni e i geroglifici all’interno delle tombe, lavoro che svolse con grande attenzione innovando anche alcuni sistemi per ricopiare i motivi decorativi.

Howard Carter intensificò le proprie ricerche e il 4 novembre del 1922 trovò, insieme con i suoi collaboratori, i gradini che portavano alla tomba di Tutankhamon. Ventidue giorni dopo, Carter aprì una piccola breccia in presenza di Lord Carnarvon nella via di accesso alla tomba, scoprendo che non era stata depredata e che il corredo funebre del faraone era sostanzialmente intatto. La tomba era conservata perfettamente e divenne una delle più importanti scoperte archeologiche realizzate nella valle dei Re. In quei momenti, Carter non sapeva ancora con certezza di essere nella tomba di Tutankhamon e non immaginava ancora del tutto quanto fosse ben conservata e ricca di reperti. In quell'occasione ci fu un celebre scambio di battute con il suo finanziatore, che gli chiese se vedesse qualcosa di particolare ricevendo da Carter come risposta: “Sì, cose meravigliose”.
Effettuata la scoperta, iniziò un intenso lavoro di catalogazione dei manufatti trovati all’interno dell’anticamera della tomba. A fine febbraio del 1923, la ricerca si spostò in un’altra stanza dove avvenne l’importante ritrovamento del sarcofago di Tutankhamon. La notizia fu ripresa dai giornali di tutto il mondo e contribuì a rafforzare l’interesse verso l’antico Egitto da parte dell’opinione pubblica occidentale. Dopo nove anni di ricerche, Carter decise di ritirarsi e iniziò una nuova carriera come consulente e agente per alcuni musei.
Morì a Londra il 2 marzo del 1939 all’età di 64 anni a causa di un linfoma. La sua morte a così tanti anni di distanza dalla scoperta della tomba nella valle dei Re è la prova, laddove fosse necessaria, dell’inesistenza della cosiddetta “Maledizione di Tutankhamon”, che avrebbe colpito tutti coloro che parteciparono alla spedizione archeologica. Solamente Lord Carnarvon morì pochi mesi dopo la scoperta della tomba, ma a causa di una ferita mal curata dovuta a una puntura d’insetto. La maledizione fu una sorta di trovata promozionale dell’epoca, dovuta anche al fatto che circolavano poche informazioni ufficiali per la stampa sull'andamento degli scavi nella valle dei Re; e quelle poche notizie disponibili erano prerogativa del Times. In media, i principali artefici della scoperta archeologica morirono a oltre 24 anni di distanza dall’apertura della tomba di Tutankhamon.
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