giovedì 19 febbraio 2015

Il tempio di Kom Ombo

Durante le grandi epoche faraoniche in questa zona fioriva una borgata. Le più antiche testimonianze di occupazione risalgono alla XVIII dinastia. All'epoca di Thutmosi III vi venne senza dubbio innalzato un santuario del quale sono state ritrovate alcune rovine. Tuttavia, fu solo con lo sviluppo dell'agricoltura e la conquista di nuove terre arabili sotto i Tolomei, che l'insediamento - sotto il nome greco (o ellenizzato) di Ombos - acquisì importanza. Vi venne senza dubbio eretto un tempio verso la metà del II secolo a.C. da Tolomeo VI Filometore, la cui decorazione venne portata a termine solo un secolo più tardi, sotto Tolomeo XII Aulete. Il tempio era già dedicato a due triadi di divinità: la prima di esse era costituita da Sobek, Hathor e Khonsu, dove Sobek, il dio coccodrillo, e Hathor sembrano essere state divinità primordiali della regione; la seconda triade, Horoeris (Horus il vecchio), Tesenet-nofret (sorella divina di Horus) e Panebtaui (il signore dei due paesi) venne insediata a Kom Ombo solo in Epoca Tarda. Il tempio presenta la particolarità di essere dotato di due nàos* e di una serie di doppie entrate ad essi corrispondenti; tali nàos sono dedicati ciascuno a una triade. Oltre a questo doppio santuario, il tempio presenta ancora altri tratti originali; un doppio corridoio che racchiude il complesso, uno interno e l'altro esterno, aggiunti durante il periodo romano, due pozzi in muratura di cui uno, dotato di una scala interna a chiocciola, è situato in corrispondenza di una galleria d'accesso sotterranea. Il complesso architettonico, in discrete condizioni di conservazione, domina tuttora il corso del Nilo da una bassa collina. Il mammisi*, situato a sud-ovest, è ora in rovina, ma a sud-est una cappella dedicata ad Hathor è praticamente intatta: serviva a dar riparo ai coccodrilli mummificati. 


*Nàos s. m. [adattam. del gr. ναός, der. di ναίω «abitare»]. – Nell’architettura classica, l’«abitazione» di un dio, cioè il tempio o la parte più interna del tempio greco dove era posta la statua del dio. 

*Mammisi - In copto "luogo del parto", è il nome che vien dato ai piccoli edifici annessi ad alcuni templi egiziani; là si immagina si ritiri la dea titolare del santuario quando deve dare alla luce il dio figlio. L'esempio più antico risale a Nectanebo (XXX dinastia) e sorge a Dendera, dove un altro m. è di epoca romana. Gli altri sono tolemaici, e fra questi i meglio conservati sono quelli di Edfu e di File. Spesso sono edifici peripteri; sui dadi delle colonne si hanno figure di Bes, il dio protettore delle partorienti. Scene della nascita e dell'infanzia divina sono i temi della decorazione parietale.

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