Nel corso dei secoli, gli egizi hanno dimostrato di possedere una straordinaria abilità nel preparare le essenze più raffinate. Oli e profumi erano richiesti come cosmetici ma erano utilizzati anche dai sacerdoti nei loro riti. I profumi per i riti religiosi erano prodotti in laboratori sacri attigui ai templi e sotto la protezione di Chesmu, dio della profumeria. Nel tempio di Horus, a Edfu, si può ammirare la sala dei profumi, le cui pareti sono ricoperte di ricette per la loro preparazione.
Ancora oggi, quando gli archeologi aprono una tomba egizia, non è raro che si sprigioni un intenso odore, anche a distanza di millenni. I raffinati profumieri egizi erano in grado di creare mille prodotti di bellezza e infiniti profumi, nelle forme più svariate. Questi artigiani non conoscevano la tecnica della distillazione, pertanto i loro profumi non erano a base d'alcol come quelli di oggi. Sapevano però conservare perfettamente gli odori utilizzando una base grassa. La Libia, l'Arabia, l'Africa orientale e la stessa terra d'Egitto fornivano radici, fiori, foglie, legni odorosi e gomme a profusione. I profumieri facevano riscaldare un olio (di mandragola, di ricino, di mandorla, di pinoli, ecc.) con delle piante aromatiche o radici, cortecce e resina, finché l'aroma non veniva assorbito. Agli egizi piaceva anche decorare la bocca masticando delle palline fatte di profumo a miele. inoltre, gli affreschi di alcune tombe mostrano dei personaggi che portano sulla testa un piccolo e singolare oggetto: si tratta di un blocco di pomata, fatta con materie grasse profumate e solidificate. Con il calore, questo cono si scioglieva e diffondeva un piacevole olio profumato su capelli, pelle e abiti.
Virtù insospettabili
In un paese caldo e asciutto come l'Egitto, il sole inaridisce in modo particolare la pelle, ma oli e profumi permettevano di mantenerla idratata; inoltre, poiché queste sostanze erano utilizzate anche per i culti religiosi, gli uomini attribuivano loro un carattere magico. Per esempio, si credeva che potessero tenere lontani gli spiriti maligni e le epidemie. Alcuni unguenti promettevano di eliminare le rughe e ci è stata tramandata addirittura la ricetta di un olio in grado di far ringiovanire! Gli egizi apprezzano in particolar modo alcune fragranze come il "profumo d'iris", che si otteneva facendo macerare nell'olio il rizoma di questo fiore; era di colore rosso e manteneva il suo profumo per vent'anni. Il cosiddetto "Egizio" era composto invece di cannella e mirra macerate per più di otto anni in un vino profumato.
Profumi per l'aldilà
Nell'antico Egitto si credeva che le divinità manifestassero la propria presenza emanando un profumo. Le loro statue erano abbondantemente ricoperte di unguenti, così inebrianti da indurre, sembrerebbe, veri e propri stati d'estasi. Tra gli altri, si utilizzavano l'olio di cade, l'olio di olibano e l'olio di benzoino. I profumi compaiono anche tra le suppellettili delle sepolture: per la resurrezione. Era questo il caso, per esempio, dei "sette unguenti sacri". Naturalmente, i profumi cui era associato un afflato vitale erano utilizzati nella mummificazione: al momento della resurrezione, gli unguenti avrebbero dovuto generare il calore necessario a risvegliare la mummia. Le spoglie, quindi, venivano abbondantemente cosparse di oli; addirittura, il corpo di Tutankhamon ne era talmente intriso che finì col creare una sorta di colla tra la pelle e le bende.
Recipienti raffinati
I profumi erano conservati in lussuosi recipienti: vasi, ampolle, scatole di granito o di alabastro, ecc. Si usavano anche dei flaconcini in vetro colorato, simili a delle fiale dal collo allungato: servivano a versar le sostanze più liquide, che non potevano essere maneggiate come si faceva con gli unguenti. In questo campo, gli artigiani lasciarono spazio alla fantasia per trovare le forme più originali: da una gazzella sdraiata a un'imbarcazione che galleggia su di uno specchio d'acqua, e altre ancora.
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