Nell'antico Egitto non furono innalzati dei templi
esclusivamente dedicati a Seshat, ma il culto di questa divinità si svolgeva nei
maggiori santuari: oltre a contribuire idealmente alla loro costruzione, la dea
della scrittura si adoperava senza posa per registrare gli eventi storici
dell'intero paese.
Per diverse ragioni, la dea Seshat era considerata una
figura molto vicina al faraone: nonostante le venissero dedicate poche
festività ufficiali, era proprio negli ambienti regali che veniva invocata più
di frequente. Infatti, secondo le credenze degli antichi egizi, molto diffuse
anche a corte, Seshat interveniva concretamente e in prima persona nello
svolgimento di parecchie funzioni legate alla sovranità: incoronazioni,
giubilei e altre ancora.
Pochi templi, poche feste
Seshat non poteva contare su molti luoghi di culto a lei
consacrati in via esclusiva. Sembrerebbe che il suo clero fosse originario
della regione del Delta del Nilo e, più precisamente di Sais. È dimostrato
comunque che la dea della scrittura era venerata a Menfi e, ovviamente, a
Ermopoli, la città del dio Thot. Si tratta dunque di una di quelle divinità il
cui culto veniva ospitato all'interno dei templi dedicati ad altre divinità a
lei connesse, un fatto piuttosto frequente nell'antico Egitto. Lo stesso dio
Amon accolse Seshat nel proprio tempio di Tebe, ed è appunto in quel santuario
che il culto della dea raggiunse il massimo fervore. Le festività a lei
dedicate rimanevano, comunque, eventi del tutto eccezionali.
Seshat, testimone delle gesta dei re
La dea era anche colei che assicurava al faraone fama e
discendenza. Lo testimoniano le decorazioni del tempio funerario nella piramide
di Pepi II, a Saqqara, le cui pareti sono decorate da straordinari
bassorilievi. La scena rappresentata era un classico dell'arte funeraria
egizia: la vittoria del faraone sui propri nemici. Pepi II è raffigurato
nell'atto di trucidare alcuni avversari, mentre altri, in ginocchio, lo
supplicano di accordare loro la grazia. Ai lati, è visibile il bottino di
guerra. Al centro, ecco Seshat, seduta e intenta ad annotare gli avvenimenti a
cui assiste. Alla dea, infatti, era attribuito la funzione di tenere il computo
degli anni di vita del sovrano. Redigeva in questo modo le cosiddette
"liste reali", fondamentali per ricostruire la cronologia dei regni
egiziani.
Seshat e l'architettura
Seshat aveva un ruolo concreto nella costruzione dei templi
voluti dal faraone: non a caso le si attribuivano conoscenze matematiche. Al
faraone spettava l'iniziativa di disporre la realizzazione di un nuovo
santuario, ma gli era indispensabile il supporto di Seshat per osservare tutte
le prescrizioni rituali e le pratiche legate alla fondazione dell'edificio: per
esempio, solo Seshat era in grado di stabile quale dovesse essere il corretto
orientamento della costruzione. Quest'operazione dell'edificio veniva calcolata
in base alla posizione delle stelle: il punto di riferimento era l'Orsa
maggiore, la "coscia di Seth" che, secondo la mitologia, non doveva
mai essere persa di vista! Per non sbagliare, il re disponeva di uno strumento
di calcolo che aveva imparato a usare grazie agli insegnamenti di Seshat. La
fase successiva consisteva nel segnare un tracciato sul terreno: la dea in
persona, sotto le sembianze di una donna, aiutava il re a tendere una
cordicella tra due picchetti; in questo
modo veniva stabilita la linea da seguire per scavare le fondamenta. Seshat
controllava l'esattezza dei calcoli, assicurando la riuscita dell'atto creativo
compiuto dal faraone, o almeno, così credevano gli egizi.
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