martedì 12 gennaio 2016

Il culto di Seshat

Nell'antico Egitto non furono innalzati dei templi esclusivamente dedicati a Seshat, ma il culto di questa divinità si svolgeva nei maggiori santuari: oltre a contribuire idealmente alla loro costruzione, la dea della scrittura si adoperava senza posa per registrare gli eventi storici dell'intero paese.


Per diverse ragioni, la dea Seshat era considerata una figura molto vicina al faraone: nonostante le venissero dedicate poche festività ufficiali, era proprio negli ambienti regali che veniva invocata più di frequente. Infatti, secondo le credenze degli antichi egizi, molto diffuse anche a corte, Seshat interveniva concretamente e in prima persona nello svolgimento di parecchie funzioni legate alla sovranità: incoronazioni, giubilei e altre ancora.

Pochi templi, poche feste
Seshat non poteva contare su molti luoghi di culto a lei consacrati in via esclusiva. Sembrerebbe che il suo clero fosse originario della regione del Delta del Nilo e, più precisamente di Sais. È dimostrato comunque che la dea della scrittura era venerata a Menfi e, ovviamente, a Ermopoli, la città del dio Thot. Si tratta dunque di una di quelle divinità il cui culto veniva ospitato all'interno dei templi dedicati ad altre divinità a lei connesse, un fatto piuttosto frequente nell'antico Egitto. Lo stesso dio Amon accolse Seshat nel proprio tempio di Tebe, ed è appunto in quel santuario che il culto della dea raggiunse il massimo fervore. Le festività a lei dedicate rimanevano, comunque, eventi del tutto eccezionali.

Seshat, testimone delle gesta dei re
La dea era anche colei che assicurava al faraone fama e discendenza. Lo testimoniano le decorazioni del tempio funerario nella piramide di Pepi II, a Saqqara, le cui pareti sono decorate da straordinari bassorilievi. La scena rappresentata era un classico dell'arte funeraria egizia: la vittoria del faraone sui propri nemici. Pepi II è raffigurato nell'atto di trucidare alcuni avversari, mentre altri, in ginocchio, lo supplicano di accordare loro la grazia. Ai lati, è visibile il bottino di guerra. Al centro, ecco Seshat, seduta e intenta ad annotare gli avvenimenti a cui assiste. Alla dea, infatti, era attribuito la funzione di tenere il computo degli anni di vita del sovrano. Redigeva in questo modo le cosiddette "liste reali", fondamentali per ricostruire la cronologia dei regni egiziani.


Seshat e l'architettura
Seshat aveva un ruolo concreto nella costruzione dei templi voluti dal faraone: non a caso le si attribuivano conoscenze matematiche. Al faraone spettava l'iniziativa di disporre la realizzazione di un nuovo santuario, ma gli era indispensabile il supporto di Seshat per osservare tutte le prescrizioni rituali e le pratiche legate alla fondazione dell'edificio: per esempio, solo Seshat era in grado di stabile quale dovesse essere il corretto orientamento della costruzione. Quest'operazione dell'edificio veniva calcolata in base alla posizione delle stelle: il punto di riferimento era l'Orsa maggiore, la "coscia di Seth" che, secondo la mitologia, non doveva mai essere persa di vista! Per non sbagliare, il re disponeva di uno strumento di calcolo che aveva imparato a usare grazie agli insegnamenti di Seshat. La fase successiva consisteva nel segnare un tracciato sul terreno: la dea in persona, sotto le sembianze di una donna, aiutava il re a tendere una cordicella tra due picchetti;  in questo modo veniva stabilita la linea da seguire per scavare le fondamenta. Seshat controllava l'esattezza dei calcoli, assicurando la riuscita dell'atto creativo compiuto dal faraone, o almeno, così credevano gli egizi.

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