Poco alla volta, anche il Medio
Egitto comincia ad attirare il turismo di massa. In questa zona si trova la
necropoli di Tuna El-Gebel: tra i tanti tesori in essa rinvenuti, spiccano la
tomba di Isadora e il monumento funebre di Petosiris, con i loro bassorilievi
ispirati a scene di vita quotidiana e religiosa.
L'antica necropoli di Tuna
El-Gebel, un nome che al grande pubblico suona quasi sconosciuto, è situata in
una regione che, al momento, non rientra nei classici circuiti turistici. Per
molto tempo, infatti, tutto il Medio Egitto, è stato abbastanza trascurato, a
vantaggio di altre mete archeologiche più rinomate. Un po' alla volta, però,
anche questa parte del paese sta attirando l'attenzione dei turisti,
cominciando a svelare i suoi tesori; con il vantaggio di trovarsi lontano dalle
zone tradizionalmente invase dai visitatori.
La sfortunata Isadora
Anticamente, Tuna era la
necropoli di Ermopoli Magna, la città del dio Thot. La parte più importante del
sito archeologico, quindi, consiste nel ricco complesso funerario. Qui si trova
la tomba di una fanciulla di nome Isadora, vissuta nel II secolo d.C. Col
passare del tempo la sua vicenda personale si è trasformata in una specie di
leggenda che ancor oggi gli egiziani tramandano di padre e figlio. Innamorata
di un giovane contro la volontà paterna, Isadora cercò di attraversare il Nilo
per raggiungerlo a bordo di una barca, ma morì lungo il tragitto. Poiché il
padre si rifiutò di pagare le esequie, fu il giovane amante a farsene carico:
dovendosi procurare i soldi necessari, però, dovette vendersi come schiavo.
Oggi, la tomba ospita la mummia di Isadora e un'iscrizione che paragona la
defunta a una dea.
La perla di Tuna
Il fiore all'occhiello del sito è
la stupefacente sepoltura di Petosiris, nome che significa "il dono di
Osiride". Il defunto era un sacerdote vissuto tra la fine della seconda
dominazione persiana e l'inizio dell'Epoca Tolemaica; sul suo conto si è potuto
stabilire che si trattava dell'amministratore del locale tempio di Thot. La sua
tomba riflette la volontà di esaltare le gesta di questo sacerdote, che si fece
raffigurare nell'atto di porgere alcune offerte agli dei: un compito, questo,
che in teoria spettava solamente al faraone. Dopo la sua morte la figura di
Petosiris divenne oggetto di un vero e proprio culto, attirando moltitudini di
pellegrini. Oggi, del suo monumento funebre rimangono solo un vialetto, un
cortile, un altare dai lati triangolari e la tomba. Questa ha la struttura di
un tempio, con i muri scolpiti, un elegante colonnato e dei bei bassorilievi
sulla facciata. All'interno, in una cappella sorretta da quattro colonne, un
posso permette di accedere alla tomba. In questa sala sono stati ritrovati
numerosi sarcofagi.
Mestieri e animali
Tra i temi utilizzati per le
decorazioni della tomba di Petosiris, spiccano quelli ispirati ai mestieri e
agli animali. Diversi bassorilievi raffigurano scene di artigiani al lavoro,
come orefici, profumieri e falegnami. In ossequio alla grande attenzione che
gli egizi riservavano al lavoro agricolo, poi, ecco le rappresentazioni della
vendemmia, della semina, dell'aratura e della mietitura del grano. Ampio spazio
è dedicato anche agli animali. Oltre alle scene di pastorizia, vi è un bassorilievo
che raffigura una vacca che sta partorendo; in un'altra immagine scolpita,
invece, lo stesso animale volge teneramente la testa contro il vitellino mentre
si accinge ad allattarlo.
Le influenze artistiche
I personaggi dei bassorilievi
della tomba di Petosiris sono raffigurati con grande realismo e molta cura dei
particolari: ripresi nel pieno delle loro azioni, mentre compiono i loro gesti
quotidiani, colpiscono l'attenzione dei visitatori suscitando anche una certa
emozione. Un esame accurato di questi bassorilievi ha permesso di rilevare
elementi che tradiscono un'influenza greca: alcuni personaggi hanno un aspetto
efebico, altri sono barbuti, altri ancora sono raffigurati di profilo o
completamente nudi.
La famiglia di Petosiris
Le decorazioni della tomba di
Petosiris sono divise in due sezioni: la parte sinistra della tomba è dedicata
al padre del sacerdote, Sishu, quella destra al frtello Zedthotefankh. Sulla
parete in fondo si scorgono i defunti seduti davanti a Osiride, Iside e Nefti;
più in basso, si può ammirare una bellissima composizione: Nekhbet, con la
testa di avvoltoio e la corona bianca, e Uadjet, la dea dalla testa di cobra,
fanno vento con le ali a uno scarabeo, che giace su un fregio serekh (1) ed è cinto
con la corona atef (2). Il gesto delle due divinità ha un significato simbolico
preciso: corrisponde, infatti, al "dare la vita".
Note:
(2) L'Atef era la corona più usata dalle divinità ed era il
simbolo di Osiride. Per l'immagine: clicca qui.