La più importante collezione di pezzi dell'Egitto faraonico è conservata al Museo Egizio del Cairo. La piazza di el-Tahrir, centro nevralgico della vita del Cairo, si chiude sul lato nord con un palazzo della fine del XIX secolo, che dal 1902 ospita il Museo Egizio, per gli egiziani semplicemente el-mathaf, il museo per eccellenza. Questa istituzione fu il culmine degli sforzi di Auguste Mariette (1821-1881) per creare un museo che completasse la funzione svolta dal Servizio delle Antichità, da lui creato sotto gli auspici di Said Pascià, viceré d'Egitto.
Nel 1858 fu istituito il primo nucleo del museo nel quartiere di Bulaq; da lì, nel 1891, fu trasferito a Giza finché, all'inizio del XX secolo, trovò la sua collocazione definitiva nella piazza di el-Tahrir. Finoalla rivoluzione egiziana del 1952, il museo ha avuto direttori europei, tra i quali va menzionato almeno Gaston Maspero (1846-1916), successore di Mariette come direttore del Mueo di Bulaq e del Servizio delle Antichità. A Maspero si deve la sistemazione del Museo e l'organizzazione del catalogo scientifico che ne illustra i monumenti. I pezzi esposti sono oltre 6000, e quasi altrettanti sono conservati nei magazzini in attesa di una sistemazione definitiva.
I pezzi esposti nel Museo Egizio sono classificati per sezioni articolate indicativamente secondo un ordine cronologico. Il pianterreno presenta gli oggetti più significativi dall'inizio dell'epoca dai faraoni fino alla tarda epoca romana. Il primo piano contiene, come sezioni principali, la sala dedicata al Tesoro di Tutankhamon e la collezione di mummie di faraoni. Accanto a quest'ultima, sullo stesso piano, sono in mostra i sarcofagi di faraoni e di sacerdoti, oltre a diversi oggetti di uso domestico.
Dati
Materiali: Oro, lapisalazzuli, cornalina, pasta vitrea.
Altezza: 44cm
Larghezza: 19,2 cm
Luogo del ritrovamento: El-Lahun, complesso funerario di Sesostri II, tomba di Sathathoriunet.
Epoca: XII dinastia, regno di Amenemhet III (1842-1794 a.C.).
Archeologo: W.M.F Petrie (1914).
Sala: n°4
Questo raffinato diadema è stato rinvenuto nella tomba della principessa Sathathorinunet, dentro un vano murato che custodiva un ricco corredo di gioielli. Il gioiello, destinato a cingere una parrucca, è costituito da una fascia d'oro decorata da quindici rosette e da un serpente ureo con intarsi di cornalina, lapislazzuli e pasta vitrea verde. Le bande d'oro sulla parte posteriore del diadema riproducono le due alte piume caratteristiche delle acconciature regali e divine, mentre le lamine mobili ai lati del volto e dietro alla nuca evocano i nastri ornamentali che venivano spesso applicati alle ghirlande floreali.