Molte nutrici occuparono un posto importante alla corte d' Egitto. Si pensi, per esempio, all'illustre Tiye, moglie del dignitario Ay, futuro faraone, che diede il seno a Nefertiti e la educò..''Grande nutrice'' è detto della donna che allatta il futuro re, ''colei che ha cresciuto il dio, dal dolce seno, vigorosa nell'allattamento, la cui pelle è stata toccata da Horo''. Disponendo di un servitore, la nutrice reale ha anche la possibilità di farsi scavare una tomba(ultimamente è stata ritrovata la mummia della regina Hatshepsut nella tomba della sua nutrice, Satre, che ebbe il grande onore di vedere erigere la sua statua all'interno della cinta del tempio di Deir el-Bahri).
Il saggio Paheri ha fatto rappresentare tre balie sui muri della sua dimora eterna, Meryt, moglie di un capo tesoriere(tomba tebana n°63), balia della figlia del faraone, venne assunta dal re in persona.
Anche la dea Iside venne molto spesso ritratta nell'atto di allattare il piccolo Horus.
Amenhotep II, il re definito ''sportivo'' per via delle sue prestazioni di tiro con l'arco e di canottaggio, era molto affezionato alla sua nutrice, la madre dell'alto dignitario Kenamon.
Nella tomba tebana(n°93)di quest'ultimo, il re si è fatto rappresentare sulle ginocchia della sua balia, seduta su una specie di trono, all'interno di un padiglione colonnato il cui tetto è decorato con melograni e fiori di loto, ai piedi della balia è accucciato un cane, due fanciulle portano da bere, mentre una terza suona il liuto.
Alcuni contratti di epoca tarda precisano che la nutrice si impegnava ad allattare il neonato o a occuparsi di lui per un determinato periodo in cambio di un certo compenso.
Svolgeva anche funzione medica e curava soprattutto l'enuresi del bambino, somministrandogli pillole composte di frammenti di pietra bollita o un liquido a base di canne.
La mancanza di latte era la cosa peggiore per una nutrice, che disponeva di un rimedio efficace per ovviare a questo inconveniente; ungersi la schiena con un unguento preparato con la spina di un pesce particolare, il lates niloticus, cotta nell' olio.
Dato che secondo le prescrizioni dei medici, i bambini andavano allattati per almeno tre anni, alle balie non mancava certo il lavoro; erano pagate meglio di alcuni terapeuti, in cambio dei suoi servizi una di loro ricevette tre collane di diaspro, un paio di sandali, una cesta, un blocco di legno, dell'avorio e mezzo litro di grasso, la sua collega, due paia di sandali, un vaso di rame, una stuoia, alcune ceste e un litro d'olio.
Ritenute ''il liquido che guarisce'', il latte veniva attentamente esaminato, doveva avere l'odore delle piante aromatiche o della farina di carrube; se, invece, sapeva di pesce era considerato cattivo. La lunga durata dell'allattamento spiega perchè non si è trovata traccia di rachitismo negli scheletri di bambini egizi, il ''prezioso latte'' poteva essere raccolto in recipienti d'argilla a forma di donna che si schiaccia il seno mentre tiene sulle ginocchia un neonato.
Curare il seno delle balie, in modo da evitare pruriti, emorragie o suppurazioni, era uno dei compiti fondamentali dei medici, che utilizzavano a questo scopo prodotti a base di canna, fibre vegetali, stami e pistilli di giunco.
Pensa che su una statua conservata al Metropolitan of Art di New York, è di una balia che per la sua fama fu chiamata a lavorare in Siria, il suo nome era Satnefrure, è un opera molto commovente, voluta dalla stessa nutrice, prima di lasciare l'Egitto fece scolpire quella statuetta perché fosse deposta nella sua dimora eterna, in modo da essere sicura che sarebbe stata sepolta in qualche modo nella sua terra invece che all'estero. Per un egizio era devastante abbandonare la propria terra.