giovedì 15 dicembre 2016

I miti della dea Seshat

Proprio come la dea Maat, con cui talvolta si confonde, Seshat non era collegata a nessuno dei grandi cicli mitologici egizi. Era la personificazione di concetti astratti quali la scrittura, il calcolo e la memoria: il suo talento in queste materie non era certo inferiore a quello di Thot, il suo omologo maschile. Nei più importanti racconti mitologici dell'antico Egitto, la presenza di Seshat è limitata a sporadiche apparizioni, in cui la dea, comunque, viene sempre apprezzata, a dimostrazione della grande stima che le altre divinità nutrivano per lei: un rispetto che nasceva soprattutto dalle sue doti intellettuali.


I nomi di Seshat
"Sono colei che vigila sulle scritture", ricordava con vigore la dea, "colei che è stata la prima a scrivere". La scrittura, il calcolo, il disegno erano al centro dei suoi interessi: era lei, infatti, a "sorvegliare i libri divini e gli archivi" regali, è quindi sottinteso che fosse Seshat a scrivere e registrare tutto ciò che si conosce sulla storia degli dei e sugli avvenimenti legati alla vita del faraone: dalla genealogia dei re alla redazione dei libri contabili del Tesoro regale, Seshat prendeva nota di tutto ciò che veniva attuato per garantire il buon funzionamento del paese. Non solo: la dea includeva nelle proprie competenze, oltre alla scrittura in senso stretto, anche altri ambiti legati al sapere, "Sono la signora dei progetti", scrivevano di lei, e anche "la signora delle costruzioni". Fungeva quindi anche da memoria, da archivio vivente dell'architettura, e contribuiva attivamente allo sviluppo di questa disciplina grazie alle solide conoscenze matematiche (calcolo e geometria) e astronomiche (utili per decidere l'orientamento degli edifici). Seshat non aveva dunque nulla da invidiare allo sposo Thot.

Parenti virtuali
La figura di Seshat ebbe origine come personificazione di un concetto astratto, più che come divinità. Per questo, non le furono inizialmente attribuite particolari relazioni con altri dei. Ma, come spesso accadeva nella religione egizia, parenti e paredri le vennero assegnati in un secondo momento. Il caso Seshat anzi, è esemplare a questo proposito. La più antica di queste parentele è stata identificata grazie ai famosi Testi delle Piramidi dell'Antico Regno, in cui Seshat viene messa in relazione con la dea felina Mafdet. Il tipo di legame che le univa non è ancora chiaro, ma si può supporre che Seshat e Mafdet venissero considerate come due sorelle, addirittura gemelle. Non a caso, i rituali dedicati alle due dee si tenevano nello stesso giorno dell'anno. Durante il Nuovo Regno, Seshat cominciò ad essere accostata a Thot, anche perché svolgeva funzioni simili a quelle del dio della scrittura: divenne così, al tempo stesso, sua moglie, sua sorella e figlia! Un fatto, del resto, che non suscitava alcuno scandalo, visto che all'interno del pantheon non mancavano rapporti tra consanguinei e talvolta incestuosi. Bisogna aspettare il periodo tolemaico (a partire dal 300 a.C.) per vedere Seshat affiancata da un vero consorte: si tratta del dio Seshau, una particolare forma di Osiris su cui, tuttavia, non sappiamo molto. Più tardi, in epoca romana, Seshat verrà assimilata ad alcune tra le più grandi dee egizie: Hathor, Iside, Nefti o ancora Rattaui, dea venerata soprattutto a Tebe.

Seshat la maga
La magia occupava un posto per nulla trascurabile nella vita degli egizi: serviva a guarire dalle malattie ma anche a prevenirle, ed era legata alle offerte presentate ai morti come agli dei. La magia era presente ovunque, e il fatto che Seshat ne fosse la divinità non faceva che aumentarne il prestigio: persino gli dei, del resto, avevano bisogno di un tocco magico per avere la meglio durante le loro liti o i loro, combattimenti. Per questo motivo, Seshat occupava una posizione di rilievo sull'imbarcazione di Ra: tra Thot e Hika (altro dio della magia), esercitava le proprie arti contro Apep, il serpente maligno che ogni notte, instancabilmente, assaliva il vascello solare.

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