venerdì 18 febbraio 2011
La vita nel tempio
I templi dell'antico Egitto costituiscono un patrimonio architettonico di grande bellezza. Chi li guarda, oltre ad ammirare l'aspetto materiale della loro costruzione, deve andare oltre e tener conto del fatto che qui si svolgeva una vita attiva, non solo religiosa ma anche quotidiana. Nella società egizia esistevano tre classi che godevano di privilegi: I re, i funzionari e, sicuramente, i sacerdoti. Il clero ottenne grandi vantaggi in alcuni periodi e fu anche molto legato all'evoluzione della monarchia e alla politica egizia. I sacerdoti menfiti, per esempio, ebbero grande forza durante tutto l'Antico Regno, soprattutto per la loro influenza teologica. Il clero eliopolitano fu sicuramente coinvolto nei tumulti che si verificarono alla fine della IV dinastia. Quello tebano fu molto legato al potere del faraone nel Nuovo Regno e alla nascita del culto di Amon-Ra. I sacerdoti occupavano una posizione importante nella scala sociale, non solo in quanto celebravano i riti religiosi e dedicavano la loro vita agli dei, ma anche perché erano grandi proprietari terrieri, grazie alle donazioni fatte dal faraone ai templi. Il lavoro quotidiano in un tempio egizio consisteva nella celebrazione di vari rituali e nell'amministrazione dei prodotti e del personale. Non vi si svolgevano, quindi, solo attività religiose e cerimoniali ma anche economiche. Le immagini avevano bisogno di offerte per il loro sostentamento, costituite da alimenti deposti con regolarità ai loro piedi. Tali prodotti provenivano dai campi che il tempio possedeva. Erano necessari poi altri beni materiali adatti al rango degli dei, come le greggi, i prodotti della pesca, della caccia di uccelli, i raccolti di lino, e cosi via. Queste ricchezze erano chiamate ''offerte''. Tutto ciò richiedeva un'amministrazione che in molti casi lasciava abbondanti rimanenze. Pertanto, il tempio aveva bisogno di un luogo in cui conservare questi prodotti. L'amministrazione dei templi era affidata a funzionari, in modo che il governo potesse controllare il potere economico della comunità. Per i loro servizi, i sacerdoti ricevevano una ricompensa in natura, che poteva consistere in terre di proprietà del tempio che potevano affittare, oppure in una percentuale delle entrate del santuario. Il personale di un tempio era organizzato in gerarchie: Al primo posto si trovavano i ''servi del dio'' o ''profeti'', tra cui spiccava il ''primo servo'' o sommo sacerdote. Sotto di loro erano i ''puri'', che si dividevano in due categorie: I sacerdoti Ueb, che aiutavano nei rituali, e i sacerdoti-lettori, esperti dei testi sacri. Esistevano inoltre custodi, o ''sacerdoti orari'', che lavoravano nel tempio durante determinate ore o per un mese, e sacerdoti o sacerdotesse funerarie con il compito di fornire offerte ai defunti a nome della famiglia; questa era una carica ereditaria.
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