Da Tanis, la nuova capitale dell'Egitto durante la XXI e XXII dinastia, provengono sette sfingi in granito di Amenemhat III che evocano la potenza sovrumana del monarca, enfatizzandone l'aspetto felino. Il volto del faraone, austero e vigoroso, è caratterizzato da tratti tipici della ritrattistica regale, con gli zigomi sporgenti, la bocca prominente e i profondi solchi sulle guance che creano forti effetti chiaroscurali. Una massiccia criniera di leone, da cui spuntano grandi orecchie ferine, sostituisce il tradizionale nemes regale accrescendo il senso di maestosità dell'intera figura. Non mancano l'ureo sulla fronte e la barba posticcia, consueti simboli della regalità divina. Le statue poggiano su un alto e massiccio basamento intorno al quale sono riportati i cartigli di alcuni sovrani che, nel corso dei secoli, usurparono il gruppo di sfingi affascinati dalla loro bellezza: il re hyksos Nehesy, Ramses II e Merenptah della XIX dinastia, infine Psusenne I della XXI dinastia. Quest'ultimo sovrano collocò infine le statue a Tanis, dove sono state rinvenute, ma è probabile che in origine le sfingi fossero state destinate a ornare il tempio della dea Bastet a Bubastis.
DATI
Materiale: Granito Grigio
Misure: Altezza 150 cm, lunghezza 236 cm
Luogo del ritrovamento: Tanis
Data del ritrovamento: 1863
Archeologo: Auguste Mariette
Dinastia: XII dinastia
Regno: Amenemhat III
Epoca: 1842-1794 a.C.
Sala: 16
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