Secondo faraone della XII dinastia, Sesostri I rientra nella
grande tradizione dei sovrani fondatori, amministratori capaci di portare
splendore e prosperità alla civiltà egizia. Sesotri I è stato uno dei più
gloriosi sovrani della XII dinastia: un merito ancor più grande se si considera
che questa fu una delle più prestigiose dinastie nella storia dell’antico
Egitto. Fu la seconda del Medio Regno e resse il paese per quasi due secoli
(all’incirca dal 2000 al 1800 a.C.) per mezzo di due stirpi di sovrani, gli
Amenemhat e i Senuseret, nome originale del grecizzato “Sesotri”.
La storia dell’Egitto abbonda di paradossi. Non stupisce,
dunque, che Sesostri I, il cui regno coincise con un periodo di pace e di
prosperità, sia stato un soldato: egli condusse all’esterno dei confini una
guerra vittoriosa contro i Libici e portò la battaglia fino in Asia. Furono,
comunque, soprattutto le sue geniali doti di amministratore e costruttore a
dare lustro al suo regno, nel periodo compreso tra il 1970 e il 1936 a.C.
Sesotri I era figlio di un altro grande sovrano, Amenemhat I, fondatore della
XII dinastia. Amenemhat iniziò suo figlio al ruolo di faraone molto presto; non
lesinando consigli e raccomandazioni (come si evince dagli insegnamenti di
Amenemhat, i quali furono attribuiti a questo faraone, ma che presumibilmente
furono composti dopo la morte del re), gli insegnò a essere vigile e diffidente
nei confronti dei cortigiani, senza mai rinunciare alla saggezza e alla
generosità. Durante il regno di suo padre, Sesostri apprese il mestiere delle
armi e l’esercizio del comando, diventando capo dell’esercito nel corso delle
spedizioni che lo portarono in Asia, in Libia e in Nubia.
Non si conoscono le circostanze esatte della morte di
Amenemhat I: forse, nonostante la sua nota prudenza, fu vittima di un complotto
fomentato all’interno del suo harem. È certo, ivece, che il figlio imparò bene
la lezione paterna e riuscì a sventare una congiura organizzata contro di lui
da suo fratello. Appena salito al potere, Sesostri I, che aveva sposato la
regina Neferu, si avvalse dei servigi di un dignitario illuminato e potente che
gli era assolutamente devoto, il visir Mentuhotep. Seconda personalità dello
stato dopo il sovrano, questi seppe saggiamente consigliare il suo signore, ne
fece eseguire fedelmente la volontà anche a dispetto delle forti tradizioni
vigenti e raggruppò un buon numero di funzionari competenti e zelanti. È in
parte a questa amministrazione rigorosa che si deve la prosperità del regno di
Sesostri I, le cui finanze erano oggetto di una cura particolare: ogni spesa
doveva essere registrata da uno scriba e giustificata, anche se era fatta
direttamente dal re.
Sesostri I intendeva evitare sopra ogni cosa il ritorno al disordine che era seguito all'Antico Regno, durante il Primo Periodo Intermedio: era stata una parentesi terribile, durante la quale la nazione egizia aveva rischiato di sparire perché, ancora una volta, il Basso e l'Alto Egitto si erano separati e una forte rivalità era sorta tra loro. Di tutto questo Sesostri I era venuto a conoscenza da suo padre, che a sua volta lo aveva appreso dai suoi predecessori. Il caos nel paese era stato orribile: lo Stato era ridotto alla totale impotenza; anarchia e confusione regnavano ovunque. I funzionari attingevano dal tesoro e i banditi arrivavano fin nelle città per derubare gli abitanti. Le città si facevano guerra tra loro e si distruggevano; ma ormai tutto questo era passato. Il paese era nuovamente unificato e l'autorità dello Stato restaurata. Il faraone Amenemhat I, infine, per rinforzare definitivamente i rapporti tra il sud e il nord del regno, lasciò la capitale Tebe e andò a stabilirsi a El-Lisht, nel nord del Medio Regno, l'antica Iti Tawy. Da lì, Sesostri I avrebbe consolidato ancor di più la sua organizzazione, portando al suo popolo: pace, benessere e giustizia.
Sesostri I istituì un sistema fiscale più adeguato alla sua epoca. Fece emanare leggi nuove e più eque, soprattutto in materia di debiti. Rese la libertà ai prigionieri di guerra. L'educazione e la cultura ebbero una nuova spinta. Furono intraprese importanti opere d'irrigazione: sotto il suo regno fu scavato il grande canale che unisce il Nilo al mar Rosso. Allo stesso tempo il sovrano limitò i poteri, spesso eccessivi, dei nomarchi, potenti dignitari che volevano dominare incontrastati sulle province, i cosiddetti ''nomi''. Anche in campo architettonico Sesostri I dimostrò il proprio valore. L'Egitto gli deve numerosi templi, edifici e luoghi di culto: a El-Lisht, a Karnak, ad Abydos e a Eliopoli. Il faraone diede avvio a ciò che sarebbe diventata la sontuosa opera architettonica del Medio Regno. Sempre sotto il suo regno fu intrapresa la bonifica e la valorizzazione della magnifica oasi del Fayyum, sita ad ovest del Nilo.
Non stupisce, dunque, che il popolo venerasse e cantasse le lodi di Sesostri I. Egli era la "stella che illumina il doppio paese", il "falco conquistatore" e il "maestro universale". In alcune città il culto tributato al faraone superava quello riservato al dio locale. Presenza familiare a corte, il poeta Sinuhe, nel suo ''romanzo'', descrive il sovrano come: "un dio senza eguali, un maestro di saggezza, perfetto nei piani". Una glorificazione che testimonia l'armonia che caratterizzò la civiltà del Medio Regno.