Alla morte di Alessandro si scatenò la lotta per la successione. Punti importanti in tale disputa erano la cerimonia e il luogo di sepoltura del re, che avrebbero consolidato la posizione di chi avesse avuto il privilegio di seppellire e ospitare il suo corpo. Il progetto originario era quello di costruire un monumento funebre in Macedonia. Tolomeo affidò la soprintendenza del progetto ad Arrhideo, uomo di sua fiducia, e fece spargere la voce secondo cui Alessandro avrebbe detto di voler esser sepolto presso l'oracolo di Amon, a Siwa. Fu costruito uno speciale e sfarzoso carro, un vero santuario su ruote: un colonnato circondava la cella coperta da un tetto rivestito d'oro, in cui si trovava il corpo di Alessandro, racchiuso in un sarcofago d'oro massiccio. Arrhideo, d'accordo con Tolomeo, prese il corpo da Babilonia e si avviò verso la Macedonia; ma Tolomeo gli venne incontro e lo dirottò in Egitto via Damasco, scatenando la guerra con Perdicca, che morì sul Nilo. Il corpo di Alessandro arrivò a Menphis nel 322 a.C., e vi fu sepolto provvisoriamente, in attesa che fosse pronta la sontuosa tomba ad Alessandria. Non si sa di preciso quanto tempo la salma sia rimasta a Memphis: secondo Diodoro e Strabone il corpo fu trasportato ad Alessandria dallo stesso Tolomeo I non appena fu pronta la tomba; secondo Pausania rimase invece quarant'anni a Memphis e fu portato ad Alessandria da Tolomeo II. Nella nuova capitale fu preparato un mausoleo detto Soma o Sema, che si trovava al centro della Neapolis, tra il Faro e il Museion. Il Sema, in cui fu sepolto per primo il grande Alessandro, divenne poi la "necropoli dei Tolomei" fino a Epoca Romana; poi iniziano a perdersi le tracce della stessa necropoli. Nel III secolo d.C., quando la città fu preda di disordini, il Sema sparì per sempre. Stranamente, nessuno dei grandi storiografi parla della necropoli reale; notizie indirette ci dicono che si trattava di un magnifico duomo sotto la cui cupola, al centro, si trovava il sarcofago aureo con le spoglie mortali di Alessandro. Delle nicchie laterali nelle pareti erano state previste per ospitare i corpi dei Tolomei. Le informazioni storiche concernono visite auguste alla tomba di Alessandro, ora per rendergli omaggio, ora per depredarla. Così, Tolomeo IV, che voleva raccogliere insieme tutte le spoglie dei suoi antenati, trasferì i corpi, lasciando vuoto il Sema; uno dei Tolomei, probabilmente l'XI, rubò il sarcofago aureo e lo sostituì con uno di vetro; Cleopatra VII (la più celebre) depredò i tesori della sepoltura in un momento di crisi finanziaria; Augusto, volendo rendere omaggio ad Alessandro, sarebbe disceso nella tomba per porre sul sarcofago una corona d'oro e dei fiori. Anche Caligola passò da quelle parti depredando alcuni tesori. L'ultima visita fu quella di Caracalla, nel 214 d.C., che pose sul sarcofago il proprio mantello, la cintura e i gioielli. Sotto Aureliano e Diocleziano (fine del III secolo d.C.) la necropoli era sparita. Già nel IV secolo d.C. Giovanni Crisostomo diceva di ignorare dove fosse la salma del Macedone. Noi archeologi non abbiamo ancora risolto l'enigma, benché ritrovamenti di grandi statue dall'area della via El Horreya, a nord di Kom el Dik, facciano pensare che quella fosse la zona del Sema. Tuttavia il mistero della sua ubicazione rimane.
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