Nel XIX° secolo l'Occidente, grazie alle scoperte di
avventurieri ed egittologi, visse un vero e proprio "boom"
dell'antico Egitto. I libri che raccontarono tali vicende aprirono gli occhi
alla società occidentale e scatenarono entusiasmo per il passato di questa
millenaria civiltà. Al termine del XVIII° secolo, l'Egitto era quasi
sconosciuto. Fu la spedizione napoleonica del 1798 a mutare questa situazione.
Grazie a essa vennero pubblicati molti libri sulla terra dei faraoni e ciò
suscitò curiosità ed entusiasmo. Vivant Denon, che accompagnò l'esercito
nell'antico Egitto, pubblicò nel 1802, Le Voyage dans la Basse et la Haute
Égypte pendant les campagnes du Général Bonaparte. Questo libro aveva molte
illustrazioni e furono loro a mostrare agli occidentali le meraviglie del
paese. Uno dei primi illustratori a recarsi in Egitto fu Luigi Mayer che, nel
1805, pubblicò View in Egypt. Tra i numerosi viaggiatori, avventurieri, artisti
e specialisti che, in quegli anni, visitarono il paese non si può dimenticare
Giovanni Battista Belzoni, che raccontò le sue esperienze in Narrative of the
Operations and Recent Discoveries (1820). Anche le ricerche del barone von
Minutoli e di Jean-Jeacques Rifaud presero corpo in vari libri. Il vero padre
dell'egittologia fu però Jean-Francois Champollon, che decifrò la scrittura
geroglifica. Nel 1822, pubblicò la sua celebre Lettre à M. Dacier relative à
l'alphabet des hièroglyphes phonètiques.
Diversi autori contribuirono a gettare le basi
dell'egittologia. In Italia, si distinse Ippolito Rosellini con I Monumenti
dell'Egitto e della Nubia, opera in tre parti, pubblicata tra il 1832 e il 1844
e ricca di disegni poi riprodotti più volte in altre opere. In Inghilterra, il
pioniere di John Gardner Wilkinson che compì un considerevole lavoro di scavi,
in particolare nella regione di Tebe. Egli riassunse la sua complessa attività
nei tre volumi dell'opera Manners and Customs of the Ancient Egyptians (1837)
Allo stesso periodo appartengo anche i libri di viaggiatori, esploratori e
disegnatori come il poliedrico italiano Girolamo Segato (Altante del Basso ed
ALto Egitto, 1835-1837), il pittore tedesco Heinrich von Mayr (Malerische
Ansichten aus dem Orient, 1838-1846), l'architetto francese Hector Horeau
(Panorama d'Égypte et de Nubie, 1841) e l'architetto nonché formidabile
disegnatore inglese Owen Jones (Views on the Nile: from Cairo to the Second
Cataract, 1843).
Tra gli artisti che si dedicarono all’Egitto a metà del XIX° secolo, un posto di rilievo lo occupa David Roberts, uno scozzese mosso dall'idea di realizzare disegni e bozzetti per farne quadri da vendere ai privati. Il suo
lavoro fu di tale bellezza che i suoi schizzi e appunti furono subito
trasformati in litografie, poi inserite in libri come Egypt and Nubia
(1846-1850). In Germania, l’onore di organizzare queste conoscenze toccò a Karl
Richard Lepsius, autore di Denkmäler aus Aegypten und Aethiopien (in alto a sinistra una rappresentazione presa dall'opera),
pubblicato tra il 1848 e il 1859 in 12 volumi. Si tratta di un’opera
estremamente rigorosa e probabilmente, insieme alla Description de l’Égypte, il
maggior contributo scientifico sull'argomento Tra gli altri personaggi di
questo perioso, importante è stato anche l’ingegnere e architetto francese Achille
Constant Thèodore Émile Prisse d’Avennes, il quale tra il 1858 e il 1877
pubblicò un raffinato: Atlas de l'Histoire de l'Art Égyptien, d'après les
monuments, depuis le temps les plus reculès jusqu’à la domination romaine (Atlante
della storia dell'arte egizia, dai monumenti dei primi tempi alla dominazione
romana).